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Perché il progetto MITO è così importante? Università di Salerno

Intervista a Massimiliano Bencardino
Università di Salerno

L’importanza del progetto MITO risiede, a mio avviso, in due fattori fondamentali. Il primo è senz’altro dato dal processo di collaborazione e cooperazione stringente che il progetto in questione mette in campo tra diversi Atenei del Mezzogiorno e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) per la realizzazione di un piattaforma di condivisione della conoscenza e quindi dei risultati della ricerca. L’importanza di fare rete tra diversi atenei così come tra diversi gruppi di ricerca che lavorano a problematiche simili è, di per se, un valore aggiunto.
Il secondo è dato dall’importanza della tematica che si affronta nel progetto stesso. La condivisione del dato, dell'informazione e della conoscenza, ed in particolare di quella geospaziale è un tema di grande attualità che non si può dire affatto risolto. Oggi tanti Enti e moltissimi gruppi di ricerca che si occupano di problematiche riguardanti la pianificazione territoriale lavorano spesso come delle “monadi”, che non si toccano e non influiscono l’una sull’altra, mentre la complessità dell’analisi territoriale meriterebbe una condivisione non solo dei risultati di ogni singola ricerca ma dei dati, siano essi di base o aggregati, che ogni ricerca porta con se.

Quali potenzialità ha il progetto? Quali sono le sue finalità?
Nel progetto vi è un grosso potenziale dato dalla possibilità che attraverso la condivisione dei dati e la messa a sistema degli stessi, attraverso un sistema intelligente di webSharing, si possa fare un gradino in più nella scala della conoscenza del territorio e quindi nella previsione degli scenari territoriali. Penso in particolare agli scenari di rischio (rischio frane, rischio alluvioni o rischio incendi), ma anche alla più semplice organizzazione del territorio (come gli studi sull’espansione urbana, sul consumo di suolo o sulla organizzazione dello spazio agricolo). Avere più informazioni significa disegnare il territorio con più cognizione e significa ridurre il margine di incertezza che ogni decisione inevitabilmente porta con se. Risvolti positivi potrebbero esserci non solo nel campo della ricerca ma anche nel campo della governance territoriale, e dico potrebbero perché il progetto ha una premessa fondamentale: la volontà di condividere i dati. Infatti, come sappiamo, questo è un tema ancora controverso, e solo recentemente parzialmente risolto dal decreto legge 95/2012 convertito in legge 135/2012 il 7 agosto 2012, definito spending review, in cui viene disciplinata la fruibilità dei dati geospaziali acquisiti con risorse pubbliche. Un principio che sembra lapalissiano, ma che di fatto nasconde ancora molti nodi.
Una delle finalità di questo progetto è, dunque, la volontà di incominciare a sciogliere qualcuno di questi nodi.