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Come cambiano i cantieri al tempo del Coronavirus: in una settimana riallestito l'ospedale a Lucca

Ritmi serrati e doppi turni: ingegneri, elettricisti, imbianchini sono al lavoro per consegnare nuovi posti letto nell'ex ospedale Campo di Marte.

Ingegneri, elettricisti, imbianchini: in tanti ospedali della Toscana si lavora senza sosta per adeguare gli spazi in disuso e ricavare nuovi reparti per accogliere i malati con complicanze dovute al coronavirus.

A Lucca, all’ex ospedale Campo di Marte, per giovedì saranno pronti più di 70 nuovi posti letto. Ecco come si lavora nel cantiere tra termometri, dispositivi di protezione individuale e smart working.

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Il lavoro in tempi record al vecchio ospedale Campo di Marte

Sette giorni di cantiere, meno di duecento ore di lavoro.

È un'attività incessante quella di quaranta operai specializzati di undici imprese edili per realizzare nell'ex ospedale Campo di Marte di Lucca nuovi spazi destinati all’emergenza sanitaria da Covid-19. Le postazioni allestite per la terapia intensiva e sub-intensiva sono più di 70. La progettazione e la direzione dei lavori è stata affidata all’ingegnere Valerio Marchini dello studio Intre della città toscana e per giovedì 26 marzo è attesa la consegna. 

All’ex ospedale si sta lavorando per adeguare gli spazi con interventi edilizi che riguardano opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici, nonché il potenziamento degli impianti per renderli adatti alle apparecchiature elettromedicali. Si è lavorato molto sul versante della sicurezza delle maestranze in cantiere sia in fase di progettazione che di esecuzione. 

«In una notte abbiamo cercato di capire quale poteva essere lo svolgimento dei lavori in cantiere e abbiamo fatto uno screening di tutti gli eventuali rischi - spiega l’ingegnere Daniele Pardini dello studio Intre, incaricato di coordinare la sicurezza - abbiamo adottato diverse misure tra cui, a esempio, la misurazione puntuale della temperatura prima dell’arrivo sul posto di lavoro, la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale, l’obbligo di indossare tute da imbianchino sopra gli indumenti di lavoro da levare al termine del turno di lavoro, la pulizia e la sanificazione degli imballaggi e delle scatole contenenti il materiale elettrico fuori dall’area di cantiere».

Le maestranze stanno dando il massimo per rispettare i tempi di consegna.

«Alle sette di mattina gli operai sono già tutti operativi - continua Pardini - c’è un forte senso di responsabilità per riuscire a terminare i lavori e poter dare i posti letto a chi ne ha bisogno. Per evitare rischi, abbiamo scelto di fare lavorare da casa alcuni colleghi con cui ci interfacciamo grazie alla videochiamate».

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Ma gli sforzi non si fermano, gli interventi riguardano anche altre strutture ospedaliere della Regione, per citarne alcune: Massa, Pontedera, Livorno, Versilia. 

«Nei presidi ospedalieri si è al lavoro per modificare gli impianti elettrici e adattarli ad accogliere pazienti con elettromedicali collegati - ha spiegato l’ingegnere Nicola Ceragioli, direttore del Dipartimento tecnico e del patrimonio dell’azienda Usl Toscana Nord Ovest - in alcuni casi è necessaria la riattivazione completa del reparto, a esempio, lavorando sia sull’impianto elettrico sia su quello di condizionamento».

Le difficoltà ovviamente non mancano: oltre a lavorare in ambienti ospedalieri c’è anche la corsa al reperimento di materiale. 

«Ci siamo rivolti a più fornitori per avere il materiale necessario - ha aggiunto Ceragioli - fortunatamente abbiamo trovato aziende che avevano un po’ di scorte e ci stanno dando i componenti principali, come il trasformatore d’isolamento che è quello che garantisce la sicurezza e continuità elettrica in un reparto di Gruppo 2».


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