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Calzolari, CNI: Nel sostegno per il COVID-19 non dimenticarsi degli Studi di media e grande dimensione

... puntiamo a strumenti differenziati, che oltre a aiutare le classi più deboli diano “benzina” alle entità professionali che svolgono una funzione trainante

Sulle misure adottate a sostegno dei Professionisti Tecnici la redaziona di INGENIO ha voluto sentire il parere ll'Ing. Stefano Calzolari, Consigliere del CNI, che è anche uno dei due membri che provengono dalla Lombardia, la Regione più colpita dal COVID-19. Ecco l'intervista.

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Ing. Calzolari, il governo sembra aver ascoltato in toto le richieste fatte dai professionisti iscritti alle casse private ed è stato dato il contributo una tantum. Soddisfatto ?

In realtà no, non sono soddisfatto. Anzi, devo evidenziare che continuo a sentirmi sfiduciato per la mancanza di comprensione - da parte della politica - di come sia costituita la realtà professionale italiana. 

Studi come il mio e come quelli di centinaia di professionisti in Italia, per le diverse aree di specializzazione, costituiscono una percentuale significativa dell'ossatura portante del paese, dal punto di vista culturale ma anche economico. Sono realtà che impiegano altri professionisti, fanno PIL e pagano le tasse ... tante tasse !  Ma diversamente dalle altre parti produttive del paese, sono invisibili ai governanti nei momenti del bisogno, come se non meritassero gli aiuti che invece vengono elargiti alle aziende "normali”. 

Siamo vittime del vecchio pregiudizio ideologico della politica italiana, rinverdito dal governo giallo-rosso, secondo il quale i Professionisti sono ricchi borghesi capaci di "cavarsela da soli" ... se poi spariscono chissenefrega ...

Così gli "aiuti" promessi alla libera professione si riducono a una elemosina di 600 euro, da richiedere mese per mese, per ipercettori di reddito sotto i 35.000 euro, cioè per i piccolissimi professionisti o per i giovani (che vanno certamente sostenuti !), ma anche per quelli che hanno "solo" 35.000 euro perché forse il resto lo fanno in nero ! … Non viene finora applicato, invece, il consiglio autorevole di Draghi (si veda il suo articolo sul Financial Times), che indica come INDISPENSABILE l'aiuto alle realtà sane, soprattutto alle realtà sane temporaneamente debilitate ! 

Scusi Ingegnere, ma perchè si dovrebbero aiutare le realtà che "vanno bene" e che agli occhi dei politici sono "ricche" ? 

Perchè in futuro all'Italia serviranno per tanti anni il loro lavoro e la loro ricchezza, in gran parte investita in conoscenza, in ricerca, in internazionalizzazione ... e le loro (tante) tasse ! Se queste realtà economiche sono adesso in difficoltà, non per colpa loro ma per i divieti oggettivi che sono sotto gli occhi di tutti, vanno aiutate almeno quanto le altre, perchè sono i "cavalli sani", morti i quali rimarranno solo gli zoppi o i deboli. 

Invece, per ignoranza e per ideologia, si confonde l'aiuto all'economia con l'aiuto alla povertà, che sono due concetti molto diversi ! Certamente non bisogna dimenticare i poveri o i deboli, anzi bisogna aiutarli ancor più di prima, ma per rimettersi da una crisi come questa bisogna dar da mangiare anche ai cavalli sani, perchè riprendano a correre rapidamente. E’ proprio questa l'iniezione di liquidità di cui parla Draghi, che non va confusa con un reddito di cittadinanza spalmato tra i meno abbienti. 

Me come è possibile dare da mangiare ai cavalli sani ? Può farci un esempio ?

Per esempio, perchè non dare ai Professionisti singoli o agli Organismi Professionali aiuti proporzionali alle imposte che gli stessi hanno pagato negli anni precedenti ? Aiuti veri, come stanno facendo in altri paesi evoluti del mondo occidentale, per realtà che devono poter continuare a competere nel mercato internazionale. Si possono trovare formule adatte allo scopo, capaci di raggiungere questo sacrosanto obiettivo, senza nulla togliere alle classi più deboli. 

Sono deluso dalla parzialità dimostrata finora da chi ci governa e voglio augurarmi, nell'immediato futuro, altri provvedimenti complementari a quelli emanati nelle scorse settimane, più lungimiranti e concreti sul piano del rilancio economico.

Ingegnere, lei non è uno dei tanti, è uno dei Consiglieri Nazionali del CNI. Ha quindi la possibilità di poter “fare delle proposte”. Qual’è la posizione del Consiglio Nazionale su questi temi.

Il Consiglio Nazionale è impegnato, insieme a Ordini e Federazioni, nella elaborazione di proposte concrete, capaci di salvaguardare la professione di Ingegnere a vantaggio della collettività, nelle diverse forme in cui questa professione può essere esercitata.

Ci stiamo anche confrontando con le altre Professioni, perché ci sono esigenze in comune e le proposte possono essere condivise.

Nell’articolazione delle diverse situazioni non bisognerebbe dimenticare nessuno, perché ciascuno giocherà un ruolo importante nella “ripartenza”.

Per questo puntiamo a strumenti differenziati, che oltre a aiutare le classi più deboli diano “benzina” alle entità professionali che, prima di questa crisi, svolgevano una funzione trainante. Liquidità immediata, mediante accesso al credito facilitato – come quello concesso dal DL 23 del 8/04/2020 – e  “credito d’imposta” a fondo perduto (non ancora ottenuto, per rendere sostenibile il rimborso del finanziamento iniziale) sono strumenti allo studio, che saranno certamente perfezionati dalla categoria e portati all’attenzione dei Ministeri competenti.