Per contenere la diffusione dell’epidemia da virus SARS-CoV-2 è fondamentale garantire un buon livello di igiene e qualità dell’aria indoor degli ambienti per tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato un rapporto contenente una serie di raccomandazioni da seguire in relazione al contenimento del rischio di contagio da COVID-19 nei luoghi chiusi.
Il distanziamento sociale, con la conseguente riduzione dei contatti tra persone, è stato il primo provvedimento adottato di sanità pubblica per limitare la diffusione dell’epidemia da SARS-CoV-2, il virus che causa la COVID-19.
Istituto Superiore di Sanità ha fornito sin dall’inizio dell’emergenza delle raccomandazioni a riguardo. Con la pubblicazione del rapporto n. 5/2020 del 23 marzo 2020, (ultimo aggiornamento del 21/04/2020) l’Istituto ha evidenziato come anche la qualità dell’aria indoor assume un ruolo di grande importanza nella protezione, tutela e prevenzione della salute dei cittadini e dei lavoratori.
Lo studio sostiene che “nei diversi edifici e ambienti in cui si svolgono una molteplicità di attività e funzioni (come le abitazioni, gli uffici, le strutture sanitarie, le farmacie, le parafarmacie, le banche, le poste, i supermercati, gli aeroporti, le stazioni e i mezzi di pubblici) è utile promuovere processi che permettano di acquisire comportamenti e misure di prevenzione della salute. In generale, in ogni condizione, adeguate norme comportamentali rivestono un ruolo importante nel miglioramento della qualità dell’aria indoor e, in relazione al contenimento o rallentamento della trasmissione del SARS-CoV-2, nei diversi gli ambienti, assumono un particolare significato e rilievo.”
La concentrazione delle impurità dell’aria esterna è variabile, ma generalmente è inferiore rispetto a quella dei contaminanti presenti negli ambienti indoor.
La qualità dell’aria indoor è influenzata da diversi fattori quali:
Il documento rimarca inoltre che sebbene non vi siano ancora dimostrazioni scientifiche sulla trasmissione della malattia COVID-19 derivi direttamente dal contatto con oggetti di uso comune sui quali il virus si è depositato a seguito di rilascio in aria da persone infette, esistono evidenze che i virus appartenenti allo stesso gruppo (coronavirus, il virus della SARS e il virus della MERS) possono persistere su superfici inanimate fino a 9 giorni a seconda del materiale su cui si vengono a trovare, della quantità di fluido biologico, della concentrazione virale iniziale, della temperatura dell’aria e dell’umidità relativa.
Sulla base di queste considerazioni, il Gruppo di lavoro ISS Ambiente e Qualità dell’aria indoor ha fornito alcune raccomandazioni per mantenere un buon livello di IAQ negli ambienti indoor, lavorativi e domestici.
Ci stiamo avvicinando alla Fase 2, diverse aziende sul territorio nazionale stanno riaprendo, o sono si stanno preparando per farlo, nel pieno rispetto dei provvedimenti emanati per garantire la sicurezza dei lavoratori.
La qualità dell’aria indoor negli ambienti lavorativi, indipendentemente dagli effetti sulla salute, ha un’importante influenza sulle prestazioni e sul benessere fisico e mentale dei lavoratori. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che la qualità dell’aria indoor negli ambienti lavorativi incide su:
Deve essere garantito un buon ricambio dell’aria in tutti gli ambienti dove sono presenti postazioni di lavoro e personale, favorendo la ventilazione naturale. L’ingresso dell’aria esterna outdoor all’interno degli ambienti di lavoro opera una sostituzione/diluizione e, contemporaneamente, una riduzione delle concentrazioni degli inquinanti specifici (es. COV, PM10, ecc.), della CO2, degli odori, dell’umidità e del bioaerosol che può trasportare batteri, virus, allergeni, funghi filamentosi (muffe). In particolare, scarsi ricambi d’aria favoriscono, negli ambienti indoor, l’esposizione a inquinanti e possono facilitare la trasmissione di agenti patogeni tra i lavoratori.
Ecco cosa raccomanda l’Istituto Superiore di Sanità negli ambienti di lavoro:
In merito ai mezzi di trasporto pubblico:
Gli addetti/operatori professionali che svolgono le attività di pulizia quotidiana degli ambienti e/o luoghi (spolveratura e spazzamento ad umido o con panni cattura-polvere, lavaggio, disinfezione, ecc.) devono correttamente seguire le procedure, i protocolli, le modalità, e adottare l’uso di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) (es. facendo riferimento alle disposizione presenti nel documento operativo elaborato per ciascun ambiente, integrato con gli ultimi provvedimenti del Governo, DPCM del 11 e del 14 marzo 2020).
Le pulizie quotidiane degli ambienti/aree, devono riguardare le superfici toccate più di frequente (es. porte, maniglie, finestre, vetri, tavoli, interruttori della luce, servizi igienici, rubinetti, lavandini, scrivanie, sedie, maniglie passeggeri, tasti, tastiere, telecomandi, stampanti). Utilizzare panni, diversi per ciascun tipo di oggetto/superficie, in microfibra inumiditi con acqua e sapone e/o con alcool etilico al 75% e successivamente con una soluzione di ipoclorito di sodio diluita allo 0,5% di cloro attivo per i servizi igienici e le altre superfici (es. come la candeggina che in commercio si trova al 5% o al 10% di contenuto di cloro), e allo 0,1% di cloro attivo per tutti le altre superfici, tenendo in considerazione il tipo di materiale, l’uso e l’ambiente o altri detergenti professionali equivalenti come campo d’azione (sanificazione: detergenza e disinfezione), facendo attenzione al corretto utilizzo per ogni superficie da pulire.
Nel caso in cui vi sia stata la presenza di casi sospetti di persone con COVID-19 all’interno dell’edificio, è necessario procedere alla sanificazione dell’ambiente, intesa come attività che riguarda il complesso di procedure e operazioni atte a rendere salubre un determinato ambiente mediante interventi di detergenza e successiva disinfezione.
É bene ricordare di arieggiare gli ambienti sia durante sia dopo l’uso dei prodotti per la pulizia, soprattutto se si utilizzano prodotti disinfettanti/detergenti potenzialmente tossici (controllare i simboli di pericolo sulle etichette), aumentando temporaneamente i tassi di ventilazione dei sistemi VMC o aprendo le finestre e balconi. Evitare o limitare l’utilizzo di detergenti profumati, in quanto, nonostante la profumazione, aggiungono inutilmente sostanze inquinanti e degradano la qualità dell’aria indoor.
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L’emergenza sanitaria in atto ci ha imposto di rimanere nelle nostre abitazioni #iorestoacasa. La casa rappresenta oggi il luogo in cui le persone trascorrono la maggior parte del tempo. Come già ampiamente detto, la qualità dell’aria degli ambienti chiusi gioca un ruolo importante sulla salute degli occupanti, incide soprattutto su anziani, bambini, donne in stato di gravidanza e malati.
Per ambienti domestici l’ISS raccomanda di:
In merito alla pulizia degli ambienti, ISS fornisce le medesime indicazioni descritte in precedenza per gli ambienti di lavoro.
Ecco l'approfondimento di INGENIO con tutte le NEWS sul CORONAVIRUS, i LINK alle NORMATIVE e alle pagine più utili, e la modulistica da utilizzare.
Il Gruppo di Studio Nazionale (GdS) Inquinamento Indoor dell’ISS da tempo ha pubblicato una serie di documenti di riferimento, sull’inquinamento indoor al fine di consentire e attuare azioni armonizzate a livello nazionale per ridurne e mitigarne e gli effetti sulla salute, per migliorare i comportamenti, per sensibilizzare la popolazione e renderla consapevole (con il riconoscimento dei rischi e delle azioni per la loro riduzione) di uno dei temi di grande attualità e priorità per il nostro Paese. Di seguito si riporta l’elenco degli studi pubblicati dal GdS:
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