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Validità tecnica del progetto: il controllo è obbligatorio anche per l'appaltatore

Cassazione: nell'appalto sia pubblico che privato, rientra tra gli obblighi di diligenza dell'appaltatore, senza necessità di una specifica pattuizione, esercitare il controllo della validità tecnica del progetto fornito dal committente, anche in relazione alle caratteristiche del suolo su cui l'opera deve sorgere

La responsabilità dell'appaltatore

Quale responsabilità ha l'appaltatore in materia di controllo di validità tecnica del progetto fornitogli dal committente?

Se ne occupa la Corte di Cassazione nell'ordinanza 5144/2020 dello scorso 26 febbraio ribadendo il principio di diritto secondo cui "nell'appalto sia pubblico che privato, rientra tra gli obblighi di diligenza dell'appaltatore, senza necessità di una specifica pattuizione (nella specie, peraltro, sussistente), esercitare il controllo della validità tecnica del progetto fornito dal committente, anche in relazione alle caratteristiche del suolo su cui l'opera deve sorgere, posto che dalla corretta progettazione, oltre che dall'esecuzione dell'opera, dipende il risultato promesso. Pertanto la scoperta in corso d'opera di peculiarità geologiche del terreno tali da impedire l'esecuzione dei lavori non può essere invocata dall'appaltatore per esimersi dall'obbligo di accertare le caratteristiche idrogeologiche del terreno sul quale l'opera deve essere realizzata e per pretendere una dilazione od indennizzo, essendo egli tenuto a sopportare i maggiori oneri derivanti dalla ulteriore durata dei lavori, mentre la sua responsabilità è esclusa solo se le condizioni geologiche non siano accertabili con l'ausilio di strumenti, conoscenze e procedure normali" (Cass. 18/02/2008 n. 3932; vd. Cass. 31/12/2013 n. 28812).

In realtà nel caso specifico l'impresa appaltatrice ricorrente deduce la illegittimità dell'impugnata decisione rilevando che deve essere esclusa la responsabilità dell'appaltatore ove le condizioni geologiche non siano accertabili con l'ausilio di ordinaria strumentazione e conoscenza, quando poi la verifica preliminare sia stata completamente omessa dalla pubblica amministrazione.

Ma l'omessa valutazione della richiesta verifica da parte della PA non è fatto omesso, perché - secondo la corte suprema - rientra nella interpretazione delle condotte fornite dai giudici di appello che, sulla rilevata omissione di ogni attività dell'appaltatrice costruiscono la responsabilità in una relazione equiordinata rispetto a quella della PA committente e per l'indicato profilo la censura è inammissibile perché di stretto merito e come tale non sottoponibile all'esame di questa Corte di legittimità.

 

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