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La fase sperimentale delle Linee Guida sui ponti: tutti i dettagli

Il professore Giuseppe Catalano spiega come si svolgerà la fase sperimentale che servirà, in primo luogo, a calibrare e validare la metodologia definita dalle Linee Guida nazionali sui ponti.

Le Linee Guida sui ponti redatte dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici prevedono una fase sperimentale che inizierà non appena firmata la convenzione con il soggetto attuatore e si articolerà in sei livelli aventi grado di approfondimento e complessità crescenti.

Saranno analizzati tutti i ponti, i viadotti e i cavalcavia ricadenti in 11 tratte di competenza statale, più 7 tratte autostradali, per un totale di 1.046 opere e almeno la metà del campione sarà trattato anche con modellistica BIM.

Giuseppe Catalano, coordinatore della Struttura tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, spiega come si svolgerà la fase sperimentale che servirà, in primo luogo, a calibrare e validare la metodologia definita dalle Linee Guida nazionali.

 

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Linee Guida ponti: durata, procedure e finalità della fase sperimentale

Professor Catalano, qual è l'importanza delle Linee Guida e perché il MIT ha voluto uno strumento di questo tipo?

«La particolare conformazione geo-morfologica del nostro Paese, unita alla presenza di ulteriori tipologie di vincoli (paesaggistici, ambientali, archeologici), ha fatto sì che si sviluppasse prevalentemente l’infrastruttura viaria di tipo stradale, più flessibile rispetto ad altre, e che i tracciati siano a oggi disseminati di opere d’arte quali ponti, viadotti e gallerie per adattarsi e superare gli sbarramenti imposti dai vincoli. Tali opere sono state realizzate, nel corso del tempo, utilizzando principalmente il calcestruzzo (armato, precompresso), che a distanza di oltre 50 anni mostra, purtroppo, i limiti legati alla propria vita utile; è inoltre oggi arduo avere a disposizione gli elementi conoscitivi (caratteristiche geometriche, caratteristiche meccaniche dei materiali, documentazione di progetto) di un patrimonio fortemente eterogeneo per età, stato di conservazione, tipologia costruttiva, materiali impiegati, usura d’uso, classe d’uso iniziale e attuale, che possano consentire al tecnico, attraverso un procedimento di verifica quantitativo, di arrivare a una ragionevole valutazione del grado di sicurezza della struttura, secondo le definizioni e le metodologie illustrate nel cap. 8 delle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni. Per una programmazione efficace ed efficiente della spesa pubblica è quindi necessario intraprendere un reale sforzo di standardizzazione delle procedure di verifica; in tal senso, le Linee Guida redatte dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si impongono come il necessario strumento in grado di fornire i principi generali e le procedure operative di dettaglio, uniformando le metodologie di censimento, classificazione del rischio, verifica della sicurezza e sorveglianza e monitoraggio dei ponti e dei viadotti esistenti. In tal modo il Ministero intende raggiungere un duplice scopo: da una parte, avere a disposizione un affidabile database delle strutture e del loro grado di sicurezza, sulla base del quale costruire un altrettanto sistematico e coerente programma di manutenzione straordinaria di ponti e viadotti; dall’altra parte, fornire a tutti i soggetti gestori metodologie e strumenti, anche tecnologici, certi e di comprovata affidabilità per la corretta conduzione delle opere d’arte di propria competenza.

 

Il documento prevede una fase sperimentale: quando è previsto l'inizio e quale la durata?

«La fase sperimentale inizierà non appena firmata la convenzione con il soggetto attuatore e si articolerà in sei livelli aventi grado di approfondimento e complessità crescenti. Per ogni opera d’arte tra le oltre mille selezionate si procederà alle operazioni di censimento, ispezioni visive e rilievo dello stato di conservazione, con l’attribuzione di una determinata Classe di Attenzione. Le strutture che ricadranno nelle C.d.A. più elevate saranno sottoposte a indagini e controlli via via più approfonditi, anche allo scopo di monitorare lo stato di eventuali fenomeni evolutivi in atto e, qualora ne rilevasse il caso, procedere con i conseguenti interventi necessari a ripristinare un adeguato livello di sicurezza. Entro 12 mesi saranno disponibili i primi risultati, e si procederà alle verifiche strutturali e di monitoraggio in continuo per le opere individuate in C.d.A. medio-alta ed alta, (almeno 100 strutture); almeno la metà del campione così ottenuto sarà obbligatoriamente trattato anche con modellistica BIM. La sperimentazione su questi campioni verterà sullo sviluppo di prototipi per le reti di raccolta, elaborazione, conservazione e diffusione dei dati a livello locale, aziendale e nazionale, che saranno consegnati dal soggetto attuatore nel corso di ulteriori 6 mesi di sperimentazione. Negli ultimi 6 mesi verrà implementata la rete nazionale di raccolta, elaborazione, conservazione protetta e diffusione dei dati relativi ai risultati ottenuti, e verranno inoltre pubblicate le specifiche funzionali, con una raccolta di esempi applicativi e di “best practices” dedotti dalla sperimentazione».

 

Saranno selezionate determinate opere su cui procedere con la fase sperimentale? Quali gestori coinvolgerà e chi seguirà i risultati?

«Saranno analizzati tutti i ponti, i viadotti e i cavalcavia ricadenti in 11 tratte di competenza statale, gestite da ANAS, più 7 tratte autostradali, con diversi concessionari, per un totale di 1.046 opere di varia natura, di cui 953 aventi luce superiore ai 6 metri; è inoltre prevista la possibilità di integrare questo campione, qualora alcune tipologie (come a esempio i ponti in muratura) non venissero adeguatamente rappresentate. Bisogna qui specificare che la Classe di Attenzione (CdA) attribuita a ogni opera secondo le Linee Guida è un indicatore che si forma con l’analisi dei rischi rilevanti, ovvero con la stima del livello di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione legati al rischio strutturale, sismico ed idrogeologico; in conseguenza di ciò le parti dovranno dotarsi di un board di conoscenze e competenze multidisciplinari, legate all’ingegneria strutturale e sismica, geotecnica e ambientale, informatica e delle telecomunicazioni e dei trasporti. Il soggetto gestore si doterà pertanto di una struttura di gestione e di coordinamento scientifico rappresentativa delle diverse professionalità necessarie per la sperimentazione, mentre il ministero seguirà costantemente lo stato di avanzamento tramite un’apposita commissione, cui il soggetto attuatore dovrà presentare e rendicontare, anche tecnicamente, il lavoro svolto in ogni fase per poter procedere alle successive. I risultati di ogni fase sono individuati attraverso indicatori (documenti, campionamenti, risultati di analisi) certi e esplicitamente individuati in convenzione».

 

Quale il fine della fase sperimentale?

«I risultati ottenuti consentiranno in primo luogo di calibrare e validare la metodologia definita dalle Linee Guida nazionali, dettagliando con specifiche funzionali le operazioni di dettaglio, quali l’architettura dati da implementare nei sistemi di gestione dei dati e delle informazioni (Bridge Management Systems, B.M.W.), le procedure per l’aggiornamento dei modelli di calcolo dei ponti in C.d.A. alta, utilizzando le possibilità offerte dai sistemi BIM. La sperimentazione servirà inoltre a progettare, realizzare e sperimentare, in accordo con i gestori e, ove possibile, integrando quanto già esistente o in sperimentazione, una serie di sistemi tecnologici di monitoraggio, adeguati alle necessità delle diverse opere, utilizzando, anche a scopo di confronto, le diverse tecniche e tecnologie disponibili. Non da ultimo, l’enorme mole di dati e di risultati attesi permetterà di fornire indicazioni utili sia al Ministero, per la programmazione economica e finanziaria degli interventi, sia agli Enti Gestori per l’effettuazione di analisi di rischio mirate alla pianificazione e realizzazione dei dovuti interventi manutentivi. I risultati della sperimentazione serviranno infine alla definitiva revisione e calibrazione di dettaglio delle Linee Guida nazionali, sulla base delle quali l’Agenzia della Sicurezza ANFISA e le direzioni generali del ministero indirizzeranno i gestori e vigileranno poi sull’applicazione delle stesse, costruendo quindi un sistema nazionale coordinato».


Sul sito del MIT è possibile scaricare i seguenti documenti

Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti

Appendici e allegati

  • allegato A. scheda di censimento ponti
  • allegato B. scheda descrittiva di ispezione
  • allegato B. scheda fenomeni di frana e idraulici
  • allegato B. scheda di valutazione dei difetti
  • allegato C. schede difettologiche
  • allegato D. scheda di ispezione speciale