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Il contagio nei cantieri responsabilità dei tecnici?

Appello dell'Ordine degli Ingegneri di Cagliari, che attraverso una lettera inviata dal suo presidente, Sandro Catta, chiede chiarimenti al Presidente della Regione Sardegna.

 

Quello della responsabilità dei contagi all'interno dei cantieri è ancora un argomento spinoso e non pienamente chiaro. Ne aveva richiesto un esplicito chiarimento anche la RPT in un emendamento al DL Liquidità. Questa volta l'appello viene dall'Ordine degli Ingegneri di Cagliari, che attraverso una lettera inviata dal suo presidente, Sandro Catta, chiede chiarimenti al Presidente della Regione Sardegna.

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Ripartenza dei cantieri: troppe responsabilità per il CSE

«In queste condizioni, chi si prenderà la responsabilità di aprire un cantiere?» È questo, in estrema sintesi, l’interrogativo principale che l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cagliari pone al Presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia con una lettera recapitata agli uffici della Regione.

«Se analizziamo e incrociamo quanto disposto dalle diverse norme contro la diffusione del Covid-19, appare chiaro che sul Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuzione ricada una responsabilità eccessiva – spiega il presidente dell’Ordine Sandro Catta – soprattutto dal momento che il contagio sul posto di lavoro viene equiparato all’infortunio (secondo comma art. 42 del DL 18 del 17 marzo 2020 “Cura Italia”), con tutto ciò che questo comporta in materia di responsabilità civili e penali». 

Con le Linee guida del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (diversamente da quando stratificato nelle norme ed esplicitamente previsto dal DLgs 81/08) al Coordinatore vengono assegnate mansioni di sorveglianza sanitaria rispetto i protocolli Covid-19, che invece sono usualmente in capo al datore di lavoro, coadiuvato dal proprio medico competente. 

Identificare il Coordinatore come principale responsabile nella prevenzione del contagio in cantiere e inquadrare tale evento come infortunio professionale, di fatto significa individuare nel professionista inadempiente una potenziale causa della trasmissione del virus: «Sarebbe come ritenere le Forze dell’Ordine, incaricate del controllo, responsabili direttamente del contagio tra la popolazione – prosegue Catta –. L’intera categoria ha denunciato da subito, a livello regionale e nazionale, l'insensatezza di queste recenti previsioni normative. L'infezione da SARS-CoV-2 non può ragionevolmente intendersi come un rischio specifico del singolo luogo di lavoro, si tratta piuttosto di un fenomeno pandemico che non può certamente essere arginato in singoli microambiti come le realtà dei cantieri».

Gli Ingegneri alla Regione Sardegna: “Chiarire il punto o non si può ripartire” 

Per queste ragioni, l’Ordine degli Ingegneri chiede alla Regione di esprimersi ufficialmente sul tema ed emanare quanto prima direttive specifiche per i cantieri, sia per quanto riguarda le opere pubbliche che per quelle private. Si chiede inoltre una lettura corretta e coerente del quadro delle responsabilità dei cantieri e dei luoghi di lavoro, anche alla luce delle reali disponibilità di strumenti e attrezzature nel territorio regionale e non in ragione di procedure astratte e non in linea con le reali condizioni del mercato.

Sarebbe poi di grande aiuto per ristabilire un quadro di serenità e certezza e rimuovere alla fonte molti ostacoli alla ripartenza del settore, che la RAS avanzasse nell’ambito dei contatti istituzionali col Governo e della Conferenza Stato Regioni esplicita richiesta di chiarimento in ordine alle responsabilità specifiche dei Coordinatori della Sicurezza.

I costi della ripartenza in sicurezza

In chiusura della lettera inviata alla Regione, i tecnici si soffermano un un’altra questione già affrontata da altre amministrazioni regionali, quella dei costi relativi sia all’adeguamento dei cantieri alle disposizioni normative che all’acquisto dei Dispositivi di Protezione per i lavoratori.

«È necessario anche qua – spiega Catta – che la Regione emani una linea guida interpretativa con l’aggiornamento del prezziario regionale, che inquadri correttamente le responsabilità delle figure coinvolte nel cantiere, e definisca con chiarezza i prezzi delle misure integrative e le modalità di previsione: poiché infatti sia le Regioni che il Governo hanno previsto importanti stanziamenti economici per consentire alle aziende di integrare le proprie dotazioni di sicurezza (ad es. c.d. #CuraItalia Incentivi di Invitalia) si potrebbe incorrere nel rischio di prevedere il pagamento doppio di dispositivi di protezione, ovvero con finanziamento dedicato e nell’ambito dei costi della sicurezza del cantiere». 

OIC, assieme al Centro Studi e alle sue Commissioni tecniche, si rende come consuetudine disponibile per assistere e confrontarsi gli esperti del Servizio LLPP che si occupano del Prezzario Regionale, per pervenire ad un testo efficace e condiviso.

La lettera è scaricabile in PDF