FONDAZIONE INARCASSA
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Indennità Decreto Rilancio, Fondazione INARCASSA: siamo di fronte a un caos normativo, si intervenga subito

Così finalmente capiremo una vota per tutte se il governo è dalla parte dei liberi professionisti oppure no.

Il Presidente Comodo: “. Il combinato disposto degli articoli 78 e 86 del decreto Rilancio escludono i liberi professionisti dalle indennità per i mesi di aprile e maggio. E’ una ulteriore discriminazione a nostro svantaggio che si aggiunge alla ingiusta esclusione per i contributi a fondo perduto”.

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Roma, 25 maggio 2020. E’ inaccettabile. Ci ritroviamo nuovamente di fronte ad una ingiustificata discriminazione nei confronti dei liberi professionisti iscritti a casse di previdenza private. Il decreto “Rilancio” non solo nega ai liberi professionisti i contributi a fondo perduto, ma anche le misure che erogano le indennità per i mesi di aprile e maggio. Nonostante i continui appelli al governo fatti nelle scorse settimane, quando Fondazione Inarcassa chiedeva che non ripetesse più quanto accaduto con il “cura Italia” che inizialmente escludeva i liberi professionisti dal bonus dei 600 euro, assistiamo ancora una volta ad un attacco alla nostra categoria, alla nostra dignità di liberi professionisti che continuano a dare tanto al Paese ma che nei momenti di grande difficoltà ricevono ben poco.

Queste le dichiarazioni del presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo, sulle misure del decreto “Rilancio” che escludono i liberi professionisti iscritti a casse di previdenza private.

Il decreto “Rilancio”, aggiunge Comodo, forse per un mero errore materiale di redazione della norma, o forse per una volontà politica chiara del governo, non consente, ad oggi, ai liberi professionisti di percepire le indennità per i mesi di aprile e maggio. Il motivo è da ricercarsi nell’articolo 86 del provvedimento secondo cui le indennità, che nel decreto rilancio troviamo all’art. 78, non sono cumulabili con le disposizioni di cui all’art. 44 del “cura Italia”, ovvero con il fondo per il reddito di ultima istanza. E’ probabile, e per certi auspicabile, che il caos normativo sia frutto di una svista o di un errore materiale.

Andrebbe oltre ogni immaginazione pensare di avere di fronte un governo che prima dà e poi toglie, prima concede l’erogazione dell’indennità all’art. 78 e poi, nello stesso provvedimento, con un colpo di spugna la toglie all’art. 86.

Il problema, però, continua Comodo, resta un altro. Il problema è per i liberi professionisti che al momento non possono contare sulle indennità per i mesi di aprile e maggio. E ciò nonostante le dichiarazioni rassicuranti delle scorse settimane dello stesso governo. Si prospettano tempi molto lunghi per indirizzare nel verso giusto la situazione. C’è da attendere che si completi tutto l‘iter parlamentare di conversione in legge del decreto, perché purtroppo il decreto del ministero del lavoro che dovrà essere emanato, questa volta entro sessanta giorni e non più trenta come nel “Cura Italia”, per definire i criteri di accesso all’indennità, non potrà sanare il caos normativo generatosi tra gli articoli 78 e 86 del decreto “Rilancio”.

La modalità di scrittura dell’art. 86 fa pensare che si tratti di un mero errore materiale. Rivolgiamo allora un appello al governo, conclude Comodo. Se è effettivamente così, si intervenga subito. E’ possibile farlo. Così finalmente capiremo una vota per tutte se il governo è dalla parte dei liberi professionisti oppure no.