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“RIPARTIRE DALLE INFRASTRUTTURE PER RILANCIARE L’ECONOMIA DI TUTTO IL PAESE”

LANCIATO DAL PROF. KARRER E SOTTOSCRITTO DA PIÙ DI 50 ACCADEMICI, IL DOCUMENTO CONTINUA A RACCOGLIERE ADESIONI ONLINE

UN APPELLO DAL MONDO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA: “RIPARTIRE DALLE INFRASTRUTTURE PER RILANCIARE L’ECONOMIA DI TUTTO IL PAESE”

Roma, 27 maggio 2020 – Una ripartenza che prenda il via dalle infrastrutture e una politica basata su investimenti nei settori capaci di essere volano per lo sviluppo economico.

Questo il senso del documento che già 50 – tra ingegneri, economisti, ricercatori e accademici attivi presso atenei ed istituti di ricerca in tutta Italia – hanno sottoscritto, dando vita ad una compagine inedita e trasversale che, per la prima volta, scende in campo per chiedere ai decisori istituzionali un intervento chiaro, tempestivo e risolutivo rispetto all’infrastrutturazione del Paese. 

 

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LANCIATO DAL PROF. KARRER E SOTTOSCRITTO DA PIÙ DI 50 ACCADEMICI, IL DOCUMENTO CONTINUA A RACCOGLIERE ADESIONI ONLINE

L’appello, promosso da Francesco Karrer, Presidente del Comitato Scientifico Federbeton e già Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sottolinea la necessità di guardare al futuro con un piano capace di dare al Paese una rete infrastrutturale sicura, moderna e sostenibile. Unica soluzione per garantire una ripartenza reale ed efficiente nei settori produttivi strategici per la nostra economia, dal turismo alla cultura alla manifattura.

“Investire nelle infrastrutture significa investire nell’inclusione portando ricchezza nei territori e mettendo l’intera economia nelle condizioni di ripartire” – commenta il professor Francesco Karrer, Presidente del Comitato Scientifico di Federbeton –. “Strade, ferrovie, porti, aeroporti, metropolitane sono la spina dorsale del Paese: connettono le persone ma anche le attività economiche e sociali, rappresentando il fattore abilitante per la circolazione di merci, individui e idee. In assenza di una adeguata rete infrastrutturale, ogni ulteriore misura di sostegno a questo o quel comparto produttivo rischia, in partenza, di perdere efficacia. Senza infrastrutture, ogni ragionamento sul rilancio della competitività del Paese o sull’attrazione di investimenti è destinato ad arenarsi”.

La crisi generata dall'emergenza sanitaria impone scelte chiare e tempestive.

È in gioco la tenuta del tessuto produttivo, dei servizi, dell’occupazione. Per questa ragione, il mondo della ricerca e dell’Università scende oggi in campo, chiedendo di intervenire subito, investendo in infrastrutture e consentendo così al sistema-Paese di liberare il potenziale di cui è portatore: imprese, professionisti e ricercatori sono già pronti a offrire il proprio contributo, attraverso competenze e risorse in grado di rispondere in maniera sicura, innovativa e sostenibile alle sfide di questa difficile congiuntura.

 


Rinnovamento, non basta la manutenzione

L'appello di Federbeton, che peraltro si unisce a quello lanciato da ANCE e da altri importanti ambiti del mondo industriale e accademico, tocca un tema importante, quello degli investimenti in infrastrutture. Ma in questo aggiungersi e quasi sovrapporsi di voci è fondamentale evitare di pensaare al tema delle infrastrutture in un logica esclusiva, con un teleobiettivo che ci porti alla nostra attenzione solo le strade, le gallerie, i ponti, le ferrovie e i porti. Occorre ampliare lo sguardo, utilizzare un grand'angolo che ci consenta di affrontare questo tema che il COVID rende solo più urgente con una visione diversa. In un contesto storico sociale in cui le città acquisiscono un ruolo sempre più importante è necessario guidare gli investimenti non solo su un grande piano di manutenzione oppure di costruzione di nuove rotte stradali, ma un grande piano di rigenerazione urbana che possa consentire una integrazione moderna tra città e infrastrutture. 

Non possiamo pensare che lo sviluppo di questo Paese possa basarsi semplicimente su un rinverdimento del vecchio, di ciò che è stato costruito per soddisfare modelli socio urbanistici di sessant'anni fa. Occorre avere il coraggio di superare il preconcettuale antagonismo tra conservazione e innovazione che da sempre blocca il Rinnovamento urbano e territoriale nel nostro Paese.

Ho chiesto all'amico Francesco Karrer un parere su questa visione: "Questa tragedia sanitaria ci pone di fronte a una sfida che non può essere non accolta: quella di avviare una vera politica di rinnovamento. La memoria storica mi porta alla mente quanto avvenne a Napoli dopo il colera del 1884, con un piano di investimenti urbani i cui frutti li vediamo ancora oggi. Piani avviati in molti paesi, a partire dalla Francia. Occorre quindi avviare una politica di Rinnovamento che abbia al proprio interno ovviamente i valori della conservazione e della ristrutturazione, ma sappia anche cogliere l'esigenza della sostituzione edilizia e dell'abbattimento di vere porzioni di città, con la possibilità di potere legare nuove infrastrutture, anche verdi, e contesto urbano e sociale."

Con Ingenio sottoscriviamo quindi il manifesto di Federbeton, augurandoci che il COVID possa essere non solo un grande dramma dell'intera società ma anche una scossa per un Rinnovamento. Ecco come mi piacerebbe fosse ricordata l'era post COVID, l'era del Rinnovamento.

Andrea Dari