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Ricostruire "come era e dove era":da ENEA una soluzione antisismica per ricostruire i centri storici in sicurezza

Ricostruire "come era e dove era": da ENEA alcune proposte "antisismiche" per città più resilienti

ENEA presenta un brevetto per realizzare edifici ex novo “a danno zero” e per ricostruire in sicurezza i centri storici, sviluppato in collaborazione con Tekva, azienda toscana che opera in Italia e all’estero nel mercato delle opere civili. Si tratta di una piattaforma in cemento armato, alleggerita mediante tubi in vetroresina, che consente di abbattere fino all’80% gli effetti delle scosse sismiche sugli edifici, con tempi di costruzione ridotti e a costi competitivi, rispettando l’assetto urbanistico e architettonico dei centri urbani preesistenti. Oltre al vantaggio dell’isolamento sismico, il sistema offre la possibilità di utilizzare i tubi per il passaggio dei servizi (acquedotto, fognature, gas, impianti elettrico e telefonico, teleriscaldamento) rendendone semplici ed economiche l’installazione, l’ispezione e la manutenzione.

È possibile ricostruire “come era e dove era”?

Quella presentata da ENEA consiste in una soluzione capace di ricostruire “come era” e, laddove possibile, “dove era”, capace quindi di  consentire la ricostruzione di centri storici al fine di conservarne la memoria storica come, ad esempio, nei casi dei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. “Sul basamento di superficie anche molto grande, spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca dell’ENEA,  si possono riprodurre gli edifici preesistenti di qualsiasi tipologia e materiali e anche aggregati edilizi complessi di forma irregolare.

“La realizzazione del basamento è semplice e veloce. In generale, con l’isolamento sismico si spende di più in fondazione ma si recupera in elevazione perché le strutture sovrastanti saranno progettate e costruite per sopportare azioni sismiche molto ridotte e, pertanto, con risparmi significativi dovuti sia alla minore quantità di materiale che alla maggiore semplicità dei dettagli costruttivi. L’isolamento sismico è addirittura competitivo rispetto alle tecniche tradizionali, almeno in zone a media e alta sismicità”, conclude Clemente.

Del sistema Paolo Clemente e altri autori ne avevavo già "parlato" in un articolo pubblicato su INGENIO che consiglio di leggere, dove oltre alla soluzione sopra menzionata della Piattaforma Isolata Sismicamente ne veniva descritta anche un'altra adatta invece agli edifici già esistenti.

La piattaforma isolata sismicamente per edifici di nuova realizzazione 

Il basamento isolato sismicamente può essere realizzato per edifici di nuova costruzione di qualsiasi tipo di materiale. Si tratta di una piastra in cemento armato, alleggerita mediante tubi in vetroresina o altro materiale, di opportuno diametro, poggiata sul suolo previo scavo e preparazione dell’area (Figura 1). 

Il basamento è composto da due parti, generalmente disposte simmetricamente rispetto a un piano orizzontale; quella inferiore è poggiata sul terreno, mentre su quella superiore viene eretto l’edificio (Figura 2). Tra le due parti vengono inseriti i dispositivi di isolamento sismico, al fine di ottenere il disaccoppiamento tra il moto della parte superiore, e quindi della sovrastruttura, e quello della parte inferiore, ossia del terreno. Pareti perimetrali, connesse alla parte inferiore completano la struttura, tra di esse e la parte superiore potrebbero essere inseriti dispositivi di dissipazione. 

Questo sistema è rivolto agli edifici di nuova realizzazione e prevede l’utilizzo di tubi in vetroresina con aggrappaggio migliorato. I tubi non vengono spinti ma posizionati come una cassaforma collaborante per il getto di calcestruzzo e costituiscono anche un sistema protettivo per il calcestruzzo durante la vita dell’opera. 

Il sistema può essere organizzato in moduli, ciascuno composto di tubi paralleli, aventi un diametro non inferiore a 1.2 m, al fine di consentire l’ispezione e la sostituzione, di lunghezza opportuna, posti con un interasse di almeno 2.0 m, in modo da poter posizionare i dispositivi di isolamento tra di essi . Il sistema può essere composto da più moduli, connessi tra loro tramite le solette inferiore e superiore, lasciando anche un opportuno spazio di passaggio per l‘ispezione e la sostituzione . I tubi in vetroresina, dopo la produzione in stabilimento, vengono tagliati all’altezza voluta, generalmente a metà. 

Le fasi di costruzione

La costruzione avviene secondo le seguenti fasi: 

  • Preparazione dell’armatura della parte inferiore dalla piattaforma e getto del calcestruzzo della soletta inferiore, di idoneo spessore; 
  • Posizionamento dei settori cilindrici inferiori in vetroresina e getto del calcestruzzo al di sotto di essi, avendo predisposto opportune dime o, in alternativa, i fori per gli ancoraggi dei dispositivi di isolamento sismico, da riempire successivamente mediante iniezioni di malta a stabilità volumetrica; 
  • Posizionamento degli isolatori; 
  • Posizionamento dei settori cilindrici superiori con l’ausilio di un’opportuna centina; 
  • Posizionamento dell’armatura della parte superiore della piattaforma e getto del calcestruzzo tra i settori cilindrici superiori; 
  • Getto del calcestruzzo della soletta superiore, di idoneo spessore. 

La piattaforma isolata sismicamente potrebbe trovare applicazione nella ricostruzione dei centri storici distrutti da eventi sismici, come quelli dell’Italia centrale, caratterizzati da aggregati complessi di edifici in muratura, aventi forme irregolari sia in pianta che in elevazione, rendendo possibile la ricostruzione “come era e dove era”, almeno nei limiti già evidenziati.

Piattaforma Isolata Sismicamente (SIP)

Figura1. La Piattaforma Isolata Sismicamente (SIP). 

Piattaforma Isolata Sismicamente (SIP)

Figura 2. SIP: esempi di sezioni longitudinale e trasversale.  

PER APPROFONDIRE IL SISTEMA LEGGI L'ARTICOLO

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