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Cronache dal 2030: il Super Bonus e il Building Information Modeling

Cosa sarebbe potuto accadere se gli enti locali, il tessuto professionale e gli operatori imprenditoriali avessero da tempo adottato e interiorizzato l'Information Management e l'Information Modeling. Una riflessione di Angelo Ciribini

Con ogni probabilità, i servizi di progettazione (e quelli correlati, come, ad esempio, quelli relativi alla attestazione della prestazione energetica degli edifici oppure quelli inerenti alla direzione dei lavori) e l'esecuzione dei lavori trainanti e trainati attinenti al cosiddetto Super Bonus, sul versante della riqualificazione energetica (in questa sede non si affronta il miglioramento sismico) previsto inizialmente dal Decreto Rilancio, si svolgeranno, almeno nel 2021, in larga prevalenza in maniera analogica e tradizionale, senza il ricorso al Digital Surveying e al Building Information Modeling.

Immaginiamo, tuttavia, che cosa sarebbe potuto accadere se gli enti locali, il tessuto professionale e gli operatori imprenditoriali avessero da tempo adottato e interiorizzato l'Information Management e l'Information Modeling.

Cosa sarebbe accaduto nello scenario di una digitalizzazione applicata in modo diffuso

In questo caso, sin dalle prime fasi della procedura progettuale, successiva al primo accertamento di conformità e di legittimità, accanto allo svolgimento di un rilievo digitale, più o meno speditivo, a partire dalla interazione con la piattaforma digitale delle società di auditing incaricate del compliance assessment, ogni dato avrebbe potuto essere gestito in maniera non documentale, incluso lo stato legittimo dell'immobile, rapidamente desumibile dalla consultazione dell'archivio dematerializzato dello sportello unico dell'edilizia della amministrazione comunale di riferimento, eventualmente consultabile in remoto.

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Figura 1 - I passaggi digitali iniziali.

In altre parole, l'intero apparato informativo iniziale avrebbe potuto essere configurato attraverso strutture di dati e dati strutturati, comprese, ovviamente sia l'attestazione iniziale di prestazione energetica sia l'attestazione di prestazione energetica convenzionale.

In altre parole, sin dall'avvio della procedura, gli stessi testi legislativi relativi al Decreto Rilancio avrebbero dovuto essere tradotti in termini computazionali, machine readable, leggibili dalla macchina.

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Figura 2 - Lo scenario digitale tra modelli informativi, modelli energetici e APE.

Il che avrebbe consentito di cominciare la procedura e la progettazione disponendo di repertori di regole e di strumenti in grado di generare soluzioni conformi al quadro dei vincoli in maniera semi-automatica, qualora i decreti attuativi connessi al Decreto Rilancio, oltre che il resto dei vincoli regolamentati attinenti al rilascio dei titoli abilitativi (permesso di costruire e altri titoli basati sul silenzio assenso) fossero stati tradotti secondo modalità computazionali leggibili dalla macchina.

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Figura 3 - La leggibilità da parte della macchina dei passaggi di committenza

Ciò avrebbe comportato la possibilità che, accanto alla formulazione dei requisiti organizzativi, patrimoniali e processuali prevista dalla serie normativa UNI EN ISO 19650, da parte del proprietario della residenza uni- o bi-familiare ovvero della assemblea condominiale, si fosse data la formalizzazione computazionale dei requisiti informativi e delle prescrizioni esigenziali relative al cosiddetto Super Bonus.

La qual cosa avrebbe significato che il singolo proprietario o il condominio (amministratore e assemblea) avrebbero, appunto, dovuto elaborare requisiti informativi relativi alle proprie esigenze di carattere organizzativo, correlate coi requisiti attinenti alla strategia di gestione patrimoniali sul singolo edificio o sul più vasto parco immobiliare.

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Figura 4 - Proprietà immobiliare e requisiti informativi.

A questo punto, sia l'attestatore della prestazione energetica iniziale e della prestazione energetica convenzionale sia il progettista incaricato del progetto municipale e del progetto esecutivo avrebbero dovuto redigere un piano di gestione informativa (eventualmente, in precedenza, anche una offerta di gestione informativa), a iniziare dall'Asset Information Model fornito dalla committenza, corroborato da un rilievo digitale, così come prima accennato.

Da questo punto di vista, ancor prima di avviare la fase progettuale dell'intervento, tanto a livello di progetto municipale quanto a livello di progetto esecutivo, tutti gli accertamenti di conformità che, ad esempio, l'istituto di credito o la compagnia assicurativa avessero richiesto di svolgere per il tramite delle piattaforme digitali delle società di auditing avrebbero potuto prevedere transazioni di dati per lo più strutturati in maniera interoperabile.

Una volta che le fasi prodromiche si fossero svolte positivamente, sarebbe stato, dunque, possibile, gestire digitalmente le fasi di progettazione, di autorizzazione e di esecuzione dei lavori.

Di seguito, in merito, è riportata la procedura digitalizzata di rilascio del titolo abilitativo, che contempla la possibilità di gestire in maniera semi-automatica l'istruttoria finalizzata al rilascio (o al diniego).

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Figura 5 - La procedura digitalizzata finalizzata al rilascio del titolo abilitativo.

E' opportuno, perciò, rilevare come si sarebbe potuta dare una elevata interoperabilità tra le diverse piattaforme digitali relative al processo complessivo (piattaforma digitale relativa al compliance assessment gestita dalla società di auditing; piattaforma digitale supportata dall'ambiente di condivisione dei dati inerente alle fasi di progettazione e di esecuzione abilitata dai modelli informativi; piattaforma di digital building permit della amministrazione comunale; piattaforma digitale di controllo tecnico; piattaforma digitale dell'ENEA; piattaforma digitale della ADE).

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