Formazione
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L’obbligo della formazione continua professionale, la soluzione degli ingegneri e i 7 euro del CNI per i crediti

Per la gestione dell’istruttoria dell’autocertificazione (circ. n.647 del 7 dicembre 2020) è previsto il pagamento un diritto di segreteria di 7,00 euro (IVA esente) pagabile con carta di credito o bonifico (Sepa direct).

Che cosa è la Formazione Continua professionale e perchè dobbiamo guadagnarci i CFP

In Italia la pagliacciata dei crediti formativi professionali obbligatori nasce con il D.P.R. 137/2012, che prevede che tutte le professioni ordinate siano soggette all'obbligo della Formazione Continua al fine di mantenere o migliorare la propria qualificazione professionale.

L’unità di misura della Formazione Continua con cui il professionista viene valutato è il Credito Formativo Professionale (CFP). Quindi non conta se ho progettato un edificio di 700 piani, o una stazione dell'alta velocità, o sono vent'anni che progetto impianti elettrici, o se sono l'ingegnare capo della Ferrari, se ho diretto i lavori della costruzione di una scuola pubblica, se ho fatto gratuitamente l'agibilitatore dopo ogni terremoto ... conta se ho 30 crediti professionali. Una ingiuria.

Da quel giorno ogni Consiglio Nazionale che rappresenta le professioni regolamentate ha dovuto predisporre un regolamento, che è stato poi approvato dal Ministero di Giustizia.

Che non apprezzi l’obbligo della formazione l’ho sempre scritto. Il professionista - che deve rispondere a migliaia di norma obbligatorie e volontarie - firma infatti con il suo patrimonio ogni attività che svolge, è controllato nell’esercizio della professione da parte di un organo di cui lui stesso deve sostenere i costi (quindi gratis per lo stato) e da qaulche anno a conduzione mista, deve avere un’assicurazione che lo copre per ogni errore che possa compiere, e proviene da non solo una laurea tecnica complessa ma anche da un esame di stato. Peraltro, per essere costantemente sul pezzo, è un’affamato acquirente di libri, norme e nella propria vita professionale ha sempre frequentato corsi, partecipato a fiere, insomma non ha mai interrotto il suo aggiornamento.

Con l’arrivo dell’obbligo formativo è nato un businees enorme a carico sempre degli stessi, dove a corsi seri e reali (ce ne sono, sia in presenza che a distanza, ne conosco molti) si affiancano corsi aziendali che con la scusa dei crediti puntano a promuovere soluzioni commerciali, e iniziative ordinistiche nate spesso per soddisfare più l’obbligo che la reale necessità di formazione.

Così sono anche nate le iniziative di fine anno paghi uno e frequenti 10 corsi online, in cui sappiamo che a dispetto di tutti gli artifici per verificare la reale attenzione e apprendimento dell’utente il vero scopo di chi li propone è fare cassa e di chi li utilizza è fare crediti. Ma di questo nessuno si è mai scadalizzato. Io si, ne ho scritto molto, ma non ho ricevuto mai, non ne ricordo, lettere di segnalazione e di protesta. Il meccanismo pago per avere crediti non era così malvisto.

Direi sufficientemente umiliante per la nostra categoria.

Non conosco quello delle professioni non tecniche, ma avendo «frequentato" da organizzatore di eventi tutti i regolamenti ad oggi in funzione, ho sempre riscontrato che il più semplice da attuare e più vicino alle esigenze degli iscritti fosse quello degli ingegneri. Se da un lato era più facile qualificare un corso rispetto ad altri riferimenti, la cosa che mi piaceva di più era quella dei 15 crediti «di sistema» che ogni professionista poteva ottenere ogni anno.

 

L’autocertificazione degli ingegneri: un’idea splendida

Fatte queste premesse potrete capire perchè ritengo splendido l’escamotage studiato dal CNI che prevede la possibilità per gli ingegneri di avere un'Autocertificazione dell'aggiornamento informale legato all'attività professionale dimostrabile (art 5.2 testo unico 2018), che consente di ottenere il riconoscimento di 15 CFP attraverso la compilazione di un modulo in cui si va ad elencare sia le attività di aggiornamento formativo informale svolte nell’anno in corso (escludendo quelle che hanno già comportato il rilascio di CFP) sia le attività/incarichi/mansioni a carattere professionale dimostrabili ad esse correlate.

Il professionista deve quindi elencare dettagliatamente le singole attività di aggiornamento informale svolte nell’anno in corso (es: approfondimenti tecnici, aggiornamenti normativi, partecipazioni a corsi, convegni, eventi o fiere, attività di tutoraggio, attività di ricerca, ecc) correlate alle attività professionali. Quindi deve elencare dettagliatamente la tipologia e la descrizione delle singole attività professionali svolte nel 2020 per le quali hai effettuato l'aggiornamento professionale indicate.

Tutto questo (lo scrivo, anche se pochi lo leggono, ovviamente) nella consapevolezza delle sanzioni richiamate dall’art.76 del DPR 445/00 in caso di dichiarazioni mendaci e della decadenza dai benefici eventualmente conseguiti al provvedimento emanato sulla base di dichiarazioni non veritiere, di cui all’art.75 del DPR 445/00; ai sensi e per gli effetti dell’art.47 del citato DPR 445/00 e che lo portano quindi, sotto la propria responsabilità a dichiarare che le attività di aggiornamento informale legate all'attività professionale indicate dal dichiarante sono pari ad almeno 15 ore di formazione informale corrispondenti a 15 CFP (se non è stata presentata autocertificazione 2019 e 1°Q 2020) o pari ad almeno 10 ore di formazione informale corrispondenti a 10 CFP (se è stata già presentata autocertificazione 2019 e 1°Q 2020), secondo quanto previsto nell'Allegato A del Regolamento e all'art 5.2 del Testo Unico 2018 e di aver preso visione della circolare n. 647 del 7 dicembre 2020, del relativo allegato contenente le istruzioni per una corretta compilazione dell'autocertificazione e di essere a conoscenza che il pagamento dei diritti di segreteria (7,00 €) non potrà essere rimborsato in nessun caso.

Ecco, grazie a questa soluzione ogni anno il 50% dei crediti formativi è coperto.

E non solo. C’è un’altra soluzione splendida.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha istituito l’Agenzia Nazionale per la Certificazione Volontaria delle Competenze, Agenzia CERTing, anche per trasformare l'obbligo di aggiornamento continuo in una opportunità. Attraverso la certificazione delle competenze CERTing è possibile, infatti, comprovare le competenze acquisite con lo svolgimento dell'attività professionale, ma anche vedersi riconosciuto il percorso di aggiornamento gestito in maniera autonoma nello specifico settore professionale di appartenenza, con l'attribuzione di 15 CFP per ognuno dei tre anni di validità del certificato.Possono richiederla sia i liberi professionisti che i dipendenti, pubblici o privati.

In questo modo abbiamo che 15 + 15 fa 30 e quindi il requisito della formazione obbligatoria è soddisfatto.

Personalmente, mentre i primi 15 crediti li trovo un regalo, meraviglioso, i secondi li valuto tecnicamente in modo positivo. Mi piace il meccanismo che consente a fronte di una valutazione di una commissione interna di colleghi che il professionista possa - è volontario, non un obbligo, se lo ricordi chi è critico - certificare la propria specializzazione.

Ma non sono qui per parlare di Certing, ma di 7, dicasi sette euro.

 

La novità: per autocertificare i crediti servono sette euro.

7-euro-per-i-crediti-professionali-degli-ingegneri.jpgAll'inizio dell'Anno era stata data la novità che sarebbe cambiato il portale della gestione della formazione e dei crediti.

La novità di di questo mese è invece questa.

Fino ad oggi l’autocertificazione era gratuita. Ma dal 2020 per la gestione dell’istruttoria dell’autocertificazione (circ. n.647 del 7 dicembre 2020) è previsto il pagamento un diritto di segreteria di 7,00 euro (IVA esente) pagabile con carta di credito o bonifico (Sepa direct). E il diritto di segreteria non è rimborsabile in alcun caso, quindi anche nel caso non si abbia l’accreditamento.

Questi sette euro hanno scatenato l’inferno.

Sempre a titolo personale non ne sono scandalizzato. Sette euro ... è più la fatica di pagarli che il relativo onere. Peraltro, avendo tentato di fare l’autocertificazione pochi minuti fa, a me il sistema non è arrivato al pagamento (con SAFARI del mio computer, recentissimamente aggiornato, non funziona, esce una schermata tutta bianca). Sempre a titolo personale ritengo che più che interessarmi o meno per i sette euro, magari sia più importante valutare se il Consiglio Nazionale spende bene o male il budget che ha a disposizione dagli Ordini territoriali. Se i 25 euro versati per ogni iscritto - in regola o meno con l’Ordine - da ogni Ordine territoriale siano troppi o pochi per gestire e rappresentare il nostro sistema a livello nazionale. Se con questo budget a disposizione il lavoro del CNI porta a risultati concreti o meno. 

Personalmente mi pesano di più i duecentoquaranta euro che verso ogni anno al mio Ordine, soprattutto se penso che ci sono colleghi che per l’iscrizione e servizi analoghi ne spendono settanta (ma questo è un altro discorso, e lo affronterò in un altro articolo).

Più che critiche a questi sette euro mi sarei quindi aspettato ogni anno valutazioni espresse sul bilancio e l'attività del Consiglio Nazionale, ma in otto anni di Ingenio non mi è mai capitato di riceverne per la pubblicazione. Non ritengo così sostanziale la cifra che ognuno deve versare, anche perchè sette euro per quindici crediti è un costo davvero risibile e riterrei più interessante una discussione su temi più globali e generali.

Ma come editore di Ingenio ritengo giusto dare spazio anche a posizioni diverse e così come do spazio - e lo facciamo sempre - a chi esprime un parere contrapposto spero che il lettora possa anche non contestare lo spazio dedicato per esprimere il mio.

Di seguito, quindi, alcune lettere arrivate in redazione.

 

Triolo Francesco - Presidente Ordine degli Ingegneri di Messina (*)

Il CNI e l’Autocertificazione a Pagamento

Ci viene inoltrata dal CNI una lettera da inviare a tutti gli iscritti in merito alle modalità per la presentazione dell’autocertificazione per l’aggiornamento informale di cui all’attività professionale dimostrabile e svolta nel 2020 (art. 5.2 Testo Unico 2018). 

La stessa, sarà possibile inoltrarla a partire dal 10 dicembre 2020 e fino al 31 marzo 2021, esclusivamente attraverso il modulo presente all’interno della piattaforma alla voce “Richiesta Cfp”.

La principale novità rispetto agli anni precedenti, risulta legata ai maggiori oneri a carico del singolo Ingegnere (che si aggiungono alla quota pro-capite che lo stesso paga al proprio Ordine di appartenenza come contributo al CNI e pari a € 25,00).

Infatti, il Consiglio del CNI ha determinato in ulteriori € 7,00 (IVA esente), il diritto di segreteria per l’anno 2020, necessario per la gestione delle istruttorie ed il processo di verifica e validazione delle autocertificazioni presentate e per le attività di supporto e gestione dell’attività formativa.

Tale diritto di segreteria potrà essere corrisposto tramite carta di credito o bonifico (sepa direct) direttamente in piattaforma.

Lungi da chi scrive, evocare il passato e alimentare nuove polemiche ricordando scontri in merito alla gestione economica del Consiglio Nazionale, ma in maniera quasi sommessa e con voce timida non essendo d'accordo con quanto fatto, ci si permette di consigliare che sarebbe auspicabile che venisse eliminato questo ulteriore “dazio”.

La categoria degli Ingegneri in un periodo di forte crisi economica aggravata dall’emergenza COVID-19 va sostenuta e aiutata e non andrebbe ulteriormente vessata.

Scusando l'irriverenza ... questo è il pensiero di un "piccolo" Presidente di Provincia.

(*) Fonte Ingenio Messina

 

Federazione Nazionale ASSO INGEGNERI E ARCHITETTI

Oggetto: Autocertificazione a pagamento - Lettera aperta al Presidente ed ai Consiglieri del CNI 

La Federazione Nazionale ASSO INGEGNERI E ARCHITETTI, Associazione Sindacale che promuove e tutela i liberi professionisti, ritiene doveroso fare sentire, con questa lettera aperta, la voce degli ingegneri liberi professionisti italiani sui recenti appesantimenti economici che stanno colpendo gli stessi in merito alla formazione obbligatoria, come conseguenza dei provvedimenti e delibere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. 

Quando abbiamo letto nella circolare CNI n. 538/XIX Sess./2020 di giugno 2020, in coda al documento, “dell’annullamento”, per l'anno 2020, dei "diritti di segreteria" relativi alla attribuzione dei crediti informali relativi alle autocertificazioni, in tanti abbiamo pensato ad un “errore” di trascrizione o ad un “refuso”, invece non era così! 

Qualche giorno fa, infatti, è stata pubblicata la Circolare CNI 647/U/2020 del 07.12.2020 dal titolo “Autocertificazione Aggiornamento Informale 2020 – Riconoscimento CFP informali per Pubblicazioni ed attività qualificate nell’ambito dell’Ingegneria”, e ne abbiamo avuto conferma: le autocertificazioni saranno a pagamento! 

ASSO INGEGNERI E ARCHITETTI – FEDERAZIONE NAZIONALE sede legale: Viale Pasteur, 65 -00144 Roma Segreteria operativa: P.zza Roosevelt 4 - 40123 Bologna - tel. +39 051226064 - fax +39 0516565656 - email: assoingegneri@eur.iI 

ASSO INGEGNERI E ARCHITETTI ritiene tale decisione incomprensibile ed inopportuna nel momento attuale, difficilissimo per tutti i liberi professionisti a causa del perdurare della crisi economica a cui si sovrappone la crisi sanitaria dalla durata ed esito incerto. 

Agli ingegneri italiani il CNI chiede di pagare 7,00 € per le attività di verifica dell’autocertificazione da produrre nel 2021 per le attività del 2020. Apparentemente un’inezia si configura come una scelta di fondo che riteniamo ingiusta e che scoraggia gli iscritti. Un balzello forse destinato a lievitare con il passare degli anni? 

Risulta difficile trovare la motivazione di tale scelta che trasforma un diritto degli iscritti a titolo gratuito (fino alla autocertificazione del 2020 per le attività 2019) in uno a pagamento visto il bilancio di previsione 2020 del Consiglio Nazionale. 

Analizzando infatti tale richiesta economica si trova che essa produrrà un introito per il CNI pari a circa un milione di euro, all’interno di un bilancio che è già di sette milioni di euro. 

E’ chiaro quindi, che questo cospicuo incremento di entrate, produrrà sul bilancio complessivo, in un solo anno un incremento del 15%, ma non ci sembra di vedere nessun incremento di servizi gratuiti in favore degli iscritti, poiché molti dei webinar disponibili sono a pagamento. 

Non vogliamo entrare nel merito del conto consuntivo 2020 e bilancio preventivo del 2021 del CNI che non sono ancora noti ma che saranno a breve portati in Consiglio del CNI e nella Assemblea dei Presidenti, ma ci chiediamo dove nasce tale esigenza economica ed a quale capitolo di spesa saranno dedicate tali risorse. 

Certamente in questo anno e probabilmente in buona parte del prossimo, a causa del lockdown,, le spese di “gestione” e “trasferta” a carico del CNI, e non solo quelle, saranno drasticamente ridotte e non ci risulta siano stati fatti investimenti per servizi gratuiti agli iscritti. 

Perché quindi questa scelta di incidere negativamente nell’economia dei liberi professionisti italiani? 

Venendo da lunghi anni in cui la professione di Ingegnere ha perso molto della sua importanza sociale, autorevolezza e potere contrattuale, crediamo sia necessario che le strutture nazionali della nostra professione e quindi anche il CNI siano in prima linea per proporre iniziative straordinarie di supporto e di futura programmazione professionale per i Liberi Professionisti, dando esempio di responsabilità e partecipazione alle difficoltà della categoria. 

ASSO INGENERI E ARCHITETTI, chiede pertanto, a nome di tutti i liberi professionisti, al Consiglio Nazionale Ingegneri di annullare la delibera con cui vengono definite le attività di verifica delle autocertificazioni, ripristinando, di fatto, lo stato delle cose in vigore fino ad oggi, rispettoso della garanzia di correttezza che tutti i colleghi hanno sempre posto nelle proprie autocertificazioni. 

ASSO INGEGNERI E ARCHITETTI – FEDERAZIONE NAZIONALE sede legale: Viale Pasteur, 65 -00144 Roma Segreteria operativa: P.zza Roosevelt 4 - 40123 Bologna - tel. +39 051226064 - fax +39 0516565656 - email: assoingegneri@eur.iI 

Riteniamo, infatti, che per tutte le attività di verifica che il CNI intende, doverosamente, eseguire, il bilancio debba essere capiente, e anzi ci auguriamo che si possano avviare, per il 2021, attività e servizi gratuiti per gli ingegneri, anche in ambito 

Con i più distinti saluti, cordialmente. 

Ing. Maria PUNGETTI - Presidente Nazionale ASSO INGEGNERI E ARCHITETTI 

 

Ordine Ingegneri di Roma (*)

Formazione informale: No ai 7,00 € per l’autocertificazione CFP

Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma nella seduta consiliare di lunedì 14 dicembre 2020,

ha discusso ed approvato all’unanimità la sua posizione decisamente contraria alla richiesta fatta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ai singoli iscritti di corrispondere alla Fondazione CNI un “diritto di segreteria” di 7 euro per la presentazione dell’autocertificazione per l’aggiornamento informale di cui all’attività professionale dimostrabile e svolta nel 2020 (art. 5.2 Testo Unico 2018). Il CNI ha motivato tale richiesta con asseriti, e non dimostrati, ulteriori oneri di gestione delle istruttorie, del processo di verifica e validazione delle autocertificazioni presentate e per le attività di supporto e gestione dell’attività formativa.

Il Consiglio dell’Ordine di Roma reputa l’iniziativa non giustificata poiché la quota di circa € 580.000,00 versata ogni anno al CNI (€ 25,00 per ciascun iscritto, anche se moroso), può e deve coprire tutti i costi necessari al funzionamento dell’Organo di rappresentanza Nazionale. Pertanto, il Consiglio dell'Ordine di Roma ritiene che nessuna altra somma debba essere richiesta agli iscritti 

Inoltre, l’iniziativa è stata intrapresa senza alcun confronto con questo Ordine Professionale e con altri Ordini Territoriali e senza neppure darne alcuna comunicazione preventiva. L’introduzione di questa ulteriore “gabella” a carico dei Professionisti appare ancor più grave ed ingiustificata nell’attuale momento di emergenza sanitaria nazionale in cui i Professionisti sono stati, e sono, coinvolti con pesante nocumento al regolare svolgimento delle proprie attività lavorative. 

La sopra espressa posizione del Consiglio verrà rappresentata al CNI in modo netto e chiaro in occasione della prossima assemblea dei Presidenti già programmata per il 17.12.2020, invitando lo stesso CNI a rivedere le sue posizioni e consentire agli iscritti l’acquisizione dei CFP per formazione informale senza costi aggiuntivi, così come è sempre stato sin dal 2014. 

(*) dal Sito dell'Ordine di Roma

 

Roberto Masciopinto, già President Ordine Ingegneri di Bari

"Le scelte del CNI in merito alla gestione della formazione professionale anche dal punto di vista economico, dimostrano uno scollamento fra Organo Centrale e Ordini Territoriali, già posto all'attenzione della Assemblea dei Presidenti dal sottoscritto nel dicembre 2019 in occasione della approvazione del Bilancio di Previsione 2020. 

Una strategia anacronistica che porta gli ingegneri italiani, liberi professionisti e non, ad allontanarsi ancora di più dall'istituzione centrale (CNI) e, di conseguenza, dalle istituzioni locali (Ordini Provinciali). Oggi più che mai è necessario ed imprescindibile porre alla base dei bilanci di previsione (che sono atti di indirizzo politico) le esigenze degli iscritti. Ritengo necessario che il CNI provveda ad annullare le deliberazioni indicate nella circolare 647/200. ing. Roberto Masciopinto

 

Marco Belardi, già Presidente Ordine Ingegneri Brescia e del CROIL

La professione di ingegnere, i crediti formativi e la formazione.

Con circolare n. 647 del 07.12.2020, il Consiglio Nazionale degli Ingeneri ha trasmesso agli Ordini Provincialilemodalità per l'autocertificazione aggiornamento informale 2020 ed il riconoscimento CFP informali per Pubblicazioni ed attività qualificate nell’ambito dell’Ingegneria; questo affiche gli Ordini possano informare gli iscritti.Il CNI ha determinato il diritto di segreteria per l’anno 2020, necessario per la gestione delle istruttorie ed il processo di verifica e validazione delle autocertificazioni presentate e per le attività di supporto e gestione dell’attività formativa, fissandolo a 7 euro (IVA esente).

Questo ulteriore costo (ogni Ordine già versa al CNI 25€ per ogni iscritto, anche se moroso) ha fatto letteralmente insorgere la maggior parte dei Consigli Provinciali e degli oltre 100.000 ingegneri interessati che ritengono iniquo tale balzello peraltro imposto con modalità ed in un momento certamente infelici.Vorrei qui però svolgere poche semplici considerazioni che, al di là dei malumori e delle opinioni, denotano, da parte dei componenti il Consiglio Nazionale, la loro totale assenza di capacità gestionale e rispetto dell’autonomia professionale ed il riconoscimento della congenita assunzione di responsabilità che sottende ogni atto compiuto dal professionista (tra cui l’autocertificazione in oggetto).Il CNI infatti evidenzia, nella circolare in esame, che “... tutte le autocertificazioni inviate saranno soggette ad attività di verifica e controllo...”.

Orbene, sulla base dei contenuti dell’autocertificazione, ben descritti ed esemplificati nell’allegato alla circolare, non è difficile intuire quanto complessa e dispendiosa possa essere la verifica degli elementi dichiarati dal professionista: per esempio, nel caso delle attività di aggiornamento informale, la verifica dell’effettiva partecipazione ad eventi, corsi, convegni, seminari non possibile senza un contatto diretto con l’ente organizzatore del corso; o invece, nel caso delle attività professionali “dimostrabili” attraverso il contatto con il committente.Volendo stimare (certamente per difetto) in un’ora il tempo minimo per una valutazione e considerando che siano 100.000 i dichiaranti, ne consegue un “tempo di lavoro” pari a 100.000 ore, corrispondenti a 12.500 giornate di lavoro pari a circa 57 anni/uomo; ovvero uno staff di 60 persone interamente dedicate, per un anno, alla verifica.È evidente che la cosa non sia possibile. E non sia sostenibile con “solo” 7€ a verifica.

E questo è un aspetto; non è quindi possibile che il CNI possa verificare “seriamente” tutte le autocertificazioni.

Ma quello che più sconcerta è l’atteggiamento di sfiducia che induce il CNI ad effettuare il controllo sistematico di “tutte” le autodichiarazioni laddove lo stesso DPR 445/2000 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa) prevede che le amministrazioni effettuino controlli a campione e nei casi in cui sorgano fondati dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni. Ora, trattandosi di dichiarazioni rese da un professionista la cui professione è fondata su valori di etica, lealtà, correttezza ed assunzione di responsabilità non trasferibile, è paradossale ed offensivo che proprio il Consiglio Nazionale, organo supremo della categoria, radicalizzi il dubbio sulla veridicità delle informazioni rese dai colleghi con l’autocertificazione.Nell’attesa che il CNI rendiconti i costi sostenuti per la gigantesca quanto inutile attività di verifica, i colleghi continueranno a formarsi con eventi formativi di spessore, nella maggior parte infruttiferi di CFP.

 

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