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Esperienze di scavi in formazioni strutturalmente complesse

Data di pubblicazione originale dell'articolo: 13/12/2013


Viene descritto un esempio di scavo in formazioni strutturalmente complesse per una galleria ed il suo imbocco in condizioni rappresentative di situazioni riscontrabili in area calabrese (Bacino di Catanzaro). Vengono illustrate le forme di dissesto osservate, le attività di monitoraggio e di indagine svolte, il modello geologico e la caratterizzazione geotecnica definiti, le analisi di stabilità per la comprensione del fenomeno e dei possibili interventi di stabilizzazione, le fasi di lavoro adottate sotto monitoraggio.

Si ringraziano Astaldi S.p.A., SEA Consulting S.r.l. e il Dipartimento di Fisica e Ingegneria dei Materiali e Territorio dell’Università Politecnica delle Marche (FIMET), strutture nel cui ambito si sta sviluppando l’esperienza descritta.

Introduzione
Il progetto dell’imbocco di una nuova galleria, nell’ambito di lavori di realizzazione di nuove infrastrutture viarie, p.c. ANAS, nel Bacino di Catanzaro, prevedeva l’esecuzione di una paratia di pali di grande diametro multitirantata, in terreni riconosciuti in progetto come eminentemente argillosi sovraconsolidati. Nel corso iniziale di tali attività, le mire ottiche installate sulla sommità della paratia hanno evidenziato un repentino aumento degli spostamenti in corrispondenza delle ultime fasi di scavo, rendendo necessario, nel 2009, l’installazione di nuovi strumenti di monitoraggio (inclinometri) e la sospensione degli scavi. Tali condizioni, non motivabili con le usuali verifiche locali e globali e non contrastabili con usuali provvedimenti pur messi in atto, quali tiranti integrativi e drenaggi del volume di terreno a tergo, hanno indotto a procedere con un’intensa campagna di indagini in sito (CPTU, rilievi geologici, prove di permeabilità e sondaggi), a definire una rete di monitoraggio (inclinometri e celle piezometriche) e ad eseguire prove di laboratorio. Il fine era quello di caratterizzare il fenomeno deformativo in tutti i suoi aspetti (estensione, velocità di deformazione, ecc.) e poter definire le condizioni e modalità di intervento che hanno consentito il proseguimento degli interventi all’imbocco e il completamento degli scavi in galleria naturale in condizioni di sicurezza.

Veduta frontale dell’imbocco, 25-03-2009 (sx), 29-03-2011 (dx)

Memoria tratta dagli Atti del 1° IAGIG (2011).

Per maggiori informazioni consulta www.iagig.unisa.it