Superbonus
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Per una Teoria Generale del Superbonus 110%: Attualità e Prospettive

Un 'bilancio' relativo agli effetti del Superbonus nel settore della costruzione e dell'immobiliare attraverso una riflessione del prof. Angelo Ciribini.

Un 'bilancio', consuntivo e preventivo, degli effetti del Superbonus nel settore della costruzione e dell'immobiliare attraverso una riflessione del prof. Angelo Ciribini.

 

Superbonus 110%, un 'brand popolare' che continua a coinvolgere soggetti eterogenei

Le misure riconducibili al cosiddetto Decreto Rilancio, denominate Superbonus 110%, hanno, nel tempo, acquisito un grande valore simbolico, aggregando il consenso dei decisori politici e istituzionali, nonché di tutti i soggetti appartenenti alla filiera del settore della costruzione e dell'immobiliare, reduci, peraltro, dalla maggiore crisi strutturale del mercato dal termine del secondo conflitto bellico mondiale, ma rilevanti rispetto alle esternalità che essi sono in grado di produrre, oltre che nei confronti delle politiche tese alla neutralità climatica.

Le stesse misure sono, peraltro, menzionate, al fine del loro ri-finanziamento, anche nel Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR), oltre che nei dispositivi del bilancio pubblico.

Il Superbonus 110%, in quanto espressione, ha, invero, assunto un valore di brand in se stesso, poiché ha raggiunto una straordinaria popolarità tra i cittadini, suscitando differenti aspettative.

Gli stessi cittadini, in quanto proprietari immobiliari, a titolo individuale o condominiale, agiscono sotto diverse vesti, in qualità di committenti, di contribuenti, cedenti e beneficiari (con capienza fiscale o meno), di clienti di istituti di credito, di compagnie assicurative, di Multi Utility, di studi legali e fiscali, ecc., cosicché il livello di complessità sistemica e forse persino di (dis-)integrazione appare assai rilevante.

Come è noto, il Superbonus 110% riguarda, nelle sue declinazioni attinenti all'efficientamento energetico, al miglioramento sismico e ad altri interventi (trainati), principalmente la committenza privata, distinta tra proprietà immobiliare di edifici mono- o pluri-familiari e condomìni, e, secondariamente, una committenza privata residuale e la committenza pubblica, per ora ristretta all'edilizia residenziale pubblica, in attesa dell'eventuale coinvolgimento di una domanda privata legata alla infrastruttura ricettiva turistica e ad altri immobili di impresa e di una domanda pubblica inerente all'edilizia scolastica e a quella giudiziaria.

Il sistema degli incentivi, databile nella sua origine al 1998, tuttora articolata secondo misure, in realtà, differenziate (non solo, infatti, il 110%), coinvolge nella sua interezza molteplici ed eterogenei soggetti istituzionali, committenti, professionali e imprenditoriali: Agenzia delle Entrate, ENEA, amministrazioni comunali (in particolare, Sportelli Unici per l'Edilizia Privata), istituti di credito, compagnie assicurative, società di consulenza per la conformità amministrativa, studi notarili, società di consulenza fiscale e contabile, organizzazione professionali tecniche, produttori, distributori commerciali, imprese di costruzione, società di installazione, multi utility, ESCO, financial arranger, e altre entità.

Lo spettro degli interventi stessi, trainanti e trainati, contempla importanti investimenti di edilizia di sostituzione (di demolizione e di ricostruzione) così come l'installazione di colonnine per la ricarica degli autoveicoli elettrificati e soluzioni per la smart home.

Di là delle intenzioni di politica industriale, rivolte alla economia circolare, alla sostenibilità ambientale, alla inclusione sociale, la misura, la cui principale innovazione discende dall'istituzione del mercato secondario della transizione dei crediti fiscali ceduti, si fonda sulla iniziativa individuale e puntuale delle strutture proprietarie pubbliche e private, al di fuori di una strategia sistemica che investa interamente distretti energetici urbani o zone sismiche sensibili.

Vi è, peraltro, da ricordare che la riqualificazione energetica, in particolare, è citata sia dalla flagship Renovate della Recovery and Resilience Facility (RRF) sia dalla Renovation Wave Strategy della Commissione Europea.

La misura, d'altro canto, che da alcuni economisti, contrariamente alla percezione diffusa presso la totalità delle forze politiche, è giudicata iniqua nei confronti dei ceti sociali e generosa a danno della finanza pubblica, nonostante una crescita costante nell'adozione, ha intercettato numerose criticità, dalla complicazione amministrativa relativa alla doppia conformità urbanistica ed edilizia (con corrispondenti e frequenti sanatorie) alle numerose variazioni inerenti agli ambiti di applicazione e alle interpretazioni fornite, con particolare riguardo allo sconto in fattura e alla revoca del beneficio fiscale.

Vi è, poi, da osservare come siano sorte specifiche assunzioni di responsabilità, esemplificate dalla asseverazione tecnica, ancor prima che dal vista di conformità.

 

Superbonus 110%: riflessione di Angelo Ciribini

 

Superbonus: conseguenze e prospettive per il settore

Il Superbonus 110% solleva, del resto, una serie di interrogativi legati al fatto che, in un contesto di rialzo consistente dei prezzi dei materiali e dei noleggi delle opere provvisionali, nonché di scarsità di manodopera qualificata, nell'ambito di una parte degli interventi trainanti connotati da forte stagionalità, privilegia la proliferazione dei micro e dei piccoli interventi, consolidando, di fatto, una struttura tradizionale, analogica e frammentata, dell'offerta professionale e imprenditoriale, incrementando la natura del prodotto ad alta intensità di lavoro e scarsamente industrializzato, in netto contrasto con le ipotesi contenute, ad esempio, nel Construction Playbook britannico, ma anche evocate, ad esempio, dai recenti rapporti promossi dalla DG GROW della Commissione Europea sulla digitalizzazione del settore.

Per certi versi, perciò, un approccio digitalizzato agli interventi trainanti e trainati, a partire dal rilievo digitale per finire alla modellazione informativa (3D BIM, 4D BIM, 5D BIM, ecc.), senza contare la digitalizzazione degli archivi degli enti locali e la dematerializzazione delle procedure autorizzative, appare, almeno immediatamente, remoto o marginale.

A prescindere dai limiti che si possano rinvenire, almeno sotto il profilo della riconfigurazione del settore, la misura sta innescando, comunque, alcuni fenomeni su cui riporre attenzione, a iniziare dalla creazione di filiere governate da general contractor che tendano a integrare gli attori esistenti nelle catene di fornitura tradizionali, anche a opera di soggetti inediti, di diversa estrazione, a prescindere dal fatto che gli oneri corrispondenti possano essere detraibili o meno.

É utile, pertanto, proroghe ed estensioni al provvedimento stesso a parte, iniziare a interrogarsi sulle conseguenze e sulle prospettive che esso potrebbe generare per il settore sotto alcuni distanti profili:

  1. la (ri-)configurazione della catena di fornitura;
  2. la correlazione tra il settore della costruzione e dell'immobiliare e le istituzioni finanziarie;
  3. la natura del cespite immobiliare;
  4. i servizi relativi all'immobile;
  5. la creazione di nuove figure professionali connesse alla Renovation Wave Strategy comunitaria.

Per quanto concerne il punto 1), la rivisitazione del settore, nel senso di un riposizionamento degli attori e degli operatori lungo la catena di fornitura in funzione del valore aggiunto che essi appaiono in grado di generare, non sembra, almeno per l'orizzonte temporale relativo al 2022 o al 2023, indurre particolari stravolgimenti diretti, per quanto attiene ai temi del nanismo dimensionale e della maturità digitale: anzi, per alcuni aspetti, tali elementi potrebbero essere enfatizzati dalla misura, anche perché, a parte un graduale trasferimento della prevalenza degli interventi dagli edifici mono- o pluri-familiari a quelli condominiali, investimenti maggiori relativi alla cosiddetta rigenerazione urbana potrebbero rivelarsi assai limitati.

In materia di processi aggregativi, il fattore più rilevante sembra essere offerto dai risvolti indiretti dati dalla costituzione di reti, formali o informali, tese a integrare sfere disomogenee: professionali e imprenditoriali.

Da questo punto di vista, benché il Superbonus 110% non prometta di modificare gli assetti apparenti del mercato, esso, in realtà, rende palese come il processo di integrazione e di interoperabilità, culturale, linguistica, finalistica e operativa sia ormai in atto.

Per quanto concerne la digitalizzazione, la maggior parte degli interventi, specialmente quelli di dimensioni minori, difficilmente potrebbero essere attuati entro un compiuto ecosistema digitale, quantunque il ricorso puntuale a dispositivi specialistici sia ormai acquisito.

La costituzione di piattaforme digitali finalizzate al compliance assessment, al marketplace per la transazione dei crediti fiscali, al rilascio dematerializzato dei titoli abilitativi o al controllo della qualità dei lavori eseguiti, rivela, tuttavia, la potenzialità che gli ambienti di condivisione dei dati abbiano innescato.

Occorre pure riconoscere come la natura degli interventi previsti dalla misura e le modalità con cui essi sono attuati rafforzi l'intensità del lavoro, anziché del capitale, secondo criteri solo marginalmente rivolti a una vera e propria cultura industriale (non solo nella direzione della industrializzazione focalizzata sulla Off Site Construction), ma ciò potrebbe essere gradualmente revisionato attraverso piattaforme tecnologiche digitali, non solo di prodotto, tesi alla transizione ecologica e digitale del prodotto immobiliare e del relativo processo di sviluppo (si pensi ad EDERA, ma pure a Homly You).

Per quanto riguarda il punto 2), il Superbonus 110% potrebbe consentire al settore della costruzione e dell'immobiliare di rafforzare forme di interazione non mediate col mondo finanziario e di incrementare il proprio valore reputazionale nei suoi confronti.

Si tratta di un obiettivo di grande rilievo, poiché si tratta di comprendere in che misura, ad esempio, gli istituti di credito e le compagnie assicurative possano divenire soggetti maggiormente influenti internamente nel condizionare la qualità e la produttività degli investimenti nel mercato specifico, anziché soggetti a esso esterni, preoccupati principalmente della affidabilità degli operatori economici del settore in quanto al merito di credito.

Per quanto riguarda il  punto 3), da un lato, il riferimento ai criteri minimi ambientali indica la volontà di ripensare la natura del prodotto immobiliare, anche se a essi si potrebbe, ad esempio, in termini di condizioni relative alla erogazione di finanziamenti ponte concessi ai cedenti, immaginare di concedere, da parte dei cessionari, incentivi supplementari legati anche all'economia circolare.

É, tuttavia, soprattutto, l'inclusione, tra gli interventi trainabili, di quelli riconducibili direttamente alla smart home a suggerire che l'evoluzione del prodotto immobiliare materiale debba essere accompagnata dal ruolo che in esso assume la componente intangibile.

Ciò rimanda al punto 4), nel senso che, a partire dai condomìni, è ormai evidente che il cespite immobiliare interattivo, interconnesso, sempre più cognitivo e autonomo, inizi a veicolare proattivamente l'erogazione di servizi alla persona, personalizzati sino al livello individuale per il nucleo familiare.

Ciò, in effetti, trascende l'orizzonte temporale, del 2023 o del 2026, non solo perché implica la natura strutturale delle misure di incentivazione fiscale, opportunamente rimodulate, ma, specialmente, poiché trasferisce la logica dal piano della Capital Expenditure (CAPEX), tipica del Superbonus 110%, così come del PNRR, per muovere verso la Operating Expenditure (OPEX), vale a dire verso la centralità della utenza, denominata, non per nulla, occupancy, e del ciclo di vita del bene immobiliare e del Digital Building Logbook, ovvero dello Smart Readiness Indicator for Buildings.

Per quanto concerne il punto 5), allorché si citano i numerosi interpelli all'Agenzia delle Entrate, le interpretazioni offerte da ENEA, nonché altri aspetti inerenti alle fasi e agli adempimenti del procedimento amministrativo, si allude alla rilevanza del workflow management, non solo come soggetto di raccordo e di integrazione tra i processi e gli attori, tra information management e project management, bensì, in prospettiva, come gestore di processi decisionali che siano parzialmente agiti attraverso i dati in forma semi-autonoma, così come indica il tema del Digital Building Permit.

Il che vuol dire che occorra, sia nel breve periodo sia nel medio termine, formare competenze trasversali, racchiudibili entro la figura professionale del System Integrator for the Renovation Wave Strategy.

É evidente che il decisore politico, attraverso il Superbonus 110%, con finalità attinenti al conseguimento della neutralità climatica, nell'ambito della sostenibilità e dello European Green New Deal, e del contenimento della povertà energetica, all'interna dalla Social Inclusion, abbia attivato una dinamica di incentivazione del versante della Domanda, pubblica e privata, a cui il lato dell'Offerta, privata, è chiamato a rispondere in termini non congiunturali, bensì strutturali.

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