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G20 Ambiente, il mondo si divide in buoni e sempre più cattivi

Cina, India, Russia ... frenano sulle scelte necessarie per salvare il pianeta, non è stato un insuccesso

Cina, India, Russia ... frenano sulle scelte necessarie per salvare il pianeta

L’ha detto anche il Ministro Cingolani «su 2 punti non abbiamo trovato accordo» la cui trattazione è rinviata al G20 dei capi di stato e governo, e si tratta ovviamente dei due punti chiave "rimanere sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale al 2030 ed eliminare il carbone dalla produzione energetica al 2025.

USA, Europa, Giappone e Canada sono favorevoli, ma quattro o cinque paesi, fra i quali Cina, India e Russia, hanno detto che non se la sentono di dare questa accelerazione, anche se vogliono rimanere nei limiti dell'Accordo di Parigi".

Ma non è stato un insuccesso. 

E' stato infatti raggiunto l'accordo sul documento finale su energia e clima.

Il documento è composto da 25 articoli e 10 «linee di intervento» che possono essere suddivise in tre macro aree tematiche:  

  1. Biodiversità: protezione del capitale naturale e ripristino degli ecosistemi con soluzioni basate sulla natura, difesa e ripristino del suolo, tutela delle risorse idriche, degli oceani e dei mari con attenzione per il marine plastic litter.
  2. Uso efficiente delle risorse ed economia circolare: visione del G20 su economia circolare con focus su tessile e moda sostenibile, città circolari, educazione e formazione. Riconosciuti per la prima volta i risultati del recente rapporto IPBES e IPCC sul nesso tra biodiversità e cambiamento climatico, lanciato il 10 giugno scorso.
  3. Finanza sostenibile: focus sulle esigenze di finanziamento per la protezione ed il ripristino degli ecosistemi, come contributo al dibattito in corso sul futuro del sistema finanziario globale.

Tradotte nelle pratica, le linee tracciate dal Comunicato si dovrebbero materializzare in obiettivi che vanno da progetti integrati di gestione delle risorse idriche al raddoppio della circolarità dei materiali con obiettivo «volontario» entro il 2030, dai tentativi di recupero di «almeno il 50%» dei territori degradati a programmi di formazione e sensibilizzazione delle nuove generazioni sulla questione ambientale.

Ecco il link comunicato stampa finale

 

L’Italia ha dimostrato di essere capace di leadership su vari campi

Il parere di Marco Mari

marco-mari-due-300.jpgIl risultato raggiunto, ovvero il final communiquè approvato il 22 luglio scorso, dovrebbe essere motivo di orgoglio per il nostro Paese” - ha dichiarato Marco Mari, Presidente Green Building Council Italia e Membro del Comitato di esperti per il G20 Ambiente 2021  - “non solo per quanto non è visibile a chi non ha partecipato al complesso processo di negoziazione e ricerca di consenso, in tale percorso è bene sapere che più di un Paese ha bollato come eccessiva l’ambizione della presidenza italiana nel toccare un così ampio spettro di temi - 10 linee d’azione - e, forse più di uno, si sarebbe aspettato un ridimensionamento sostanziale. Così non è stato.".

Il Ministro Roberto Cingolani lo ha definito "Il più completo mai concepito" ed è vero.

"Tutte le linee di azione presentate sono state concretamente sostenute nel merito dalle eccellenti competenze presenti nel gruppo di lavoro che ha seguito il negoziato. L’intera squadra, alla quale mi onoro di aver contribuito, si è fatta portatrice di un corretto approccio olistico, ed il risultato ne è una palese evidenza, il comminiqué finale contiene di fatti azioni integrate per indirizzare aspetti che non possono più essere affrontati separatamente: clima, ambiente, energia e povertà. Per quanto al mio operato” - ha proseguito Mari - “ho fornito supporto all’alto rappresentante del Ministro, la dott.ssa Laura D'Aprile, principale te alla linea VII  - Call for action on Sustainable and circular resource use - e alla linea VIII - Sustainable and Circular Cities".

In tali ambiti, non solo la definizione dei temi e la relativa discussione affrontata anche pubblicamente nel convegno dello scorso 12 luglio, "ma anche la costruzione di relazioni e di scambi bilaterali soprattutto sul fronte delle circular cities, sono stati eccellenti e particolarmente promissori per prossime collaborazioni internazionali che mi auguro andranno ben oltre il breve periodo di gestazione del G20." ha proseguito il presidente di GBC Italia "L’Italia ha dimostrato di essere capace di leadership su vari campi. Per quanto attiene i miei ambiti, segnalo il forte gradimento internazionale sulla visione della economia circolare applicata all’ambiente costruito, per il quale, è stata di particolare interesse la lettura autentica capace di coniugare in modo originale Heritage & Sustainability, includendo negli aspetti di sostenibilità degli edifici, e nelle priorità di rigenerazione urbana delle nostre città anche il tema del valore storico-culturale delgli edifici. Su tale tema abbiamo tracciato un solco importante. La sfida vera però inizia ora e sarà quella di dare seguito a collaborazioni che trasformino il comunicato da cornice, a dimora di azioni concrete e misurabili.

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