Comfort e Salubrità | MINIERA SAN ROMEDIO SRL
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Concetto di alliestesia termica nella valutazione del comfort indoor

Per creare condizioni ideali di comfort termico è necessario considerare il concetto edonistico di alliestesia per poter sviluppare soluzioni che stimolano il senso termico e superino il concetto di noia termica.

Concetto di alliestesia

Il termine “alliesthesia", coniato da Michel Cabanac (1971), deriva dalle parole greche alloios (cambiato) e aisthisis (sensazione), ed esso indica, infatti, un cambio di sensazione. Come affermato per la prima volta da Le Magnen (2001), la sensazione è tridimensionale: qualitativa (natura), quantitativa (intensità) e affettiva (utilità). Uno stimolo può anche essere descritto dalla sensazione edonica soggettiva che può variare da molto sgradevole, mediamente gradevole a molto piacevole. Questa sensazione edonica non è costante, poiché lo stesso stimolo può suscitare nel tempo risposte variabili nello stesso soggetto.

 


L'alliestesia è, quindi, il fenomeno psicofisiologico che descrive la relazione di dipendenza tra lo stato interno di un organismo in costante cambiamento e il piacere o dispiacere percepito da determinati stimoli. Lo stato interno è la chiave del concetto di alliestesia. Ad esempio, un soggetto sazio, assaggiando un cibo, percepirà poco piacere, o addirittura dispiacere, verso questo cibo. Se questo soggetto sazio aspetta qualche ora e torna ad avere fame, e di nuovo assaggia questo cibo, potrebbe invece trovare questo stesso cibo piacevole. È importante notare che lo stimolo è sempre lo stesso, l'unico cambiamento riguarda l'essere umano o l'animale, più alcuni parametri (metabolici, neuronali) all'interno dell'organismo, anche se possono variare tra stimoli e modalità sensoriali (Jiang et al., 2008).

 

Va notato che l'alliestesia è diversa sia dall'adattamento sia dall'assuefazione. L'adattamento, o stanchezza sensoriale del recettore, è il fenomeno che descrive una riduzione della velocità di frequenza e dell'ampiezza dei recettori sensoriali, quando esposti a uno stimolo esterno continuo (ad esempio, adattamento visivo, adattamento gustativo), mentre l'assuefazione si traduce in una specifica diminuzione della risposta a uno stimolo dopo ripetuti confronti dell'organismo con esso, attraverso un meccanismo cerebrale di apprendimento non associativo (Mercer, 2001).

 

Concetto di alliestesia nella valutazione del comfort indoor

 

L’alliestesia nel comfort indoor

Il concetto di alliestesia termica sostiene che le qualità edonistiche dell'ambiente (qualità di piacevolezza o spiacevolezza, o il principio del piacere) siano determinate tanto dallo stato termico generale del soggetto quanto dall'ambiente stesso. Nella sua forma più semplice si può dire che: gli stimoli freddi saranno percepiti come piacevoli da qualcuno che sente caldo, mentre gli stimoli caldi saranno vissuti come piacevoli da qualcuno che sente freddo. Il concetto di “cambiamento” è la chiave: è il processo per arrivare all’omeostasi che porta il soggetto a provare piacere/comfort, ma non l’omeostasi in sé. Questo poiché, come sostenuto da Richard De Dear (PhD, Applied Climatology, University of Queensland), una volta arrivato all’omeostasi il soggetto sperimenta uno stato di noia termica (thermal boredome) intesa come quello stato di discomfort percepito perché l’uomo, che è perfettamente in grado di adattarsi all’ambiente ma anche di adattare l’ambiente alle proprie esigenze, quando arriva in uno stato di “quiete termica” non prova un pieno benessere, piuttosto si trova in uno stato di disagio di cui fatica a riconoscerne l’origine.

 

Concetto di alliestesia nella valutazione del comfort indoor

 

Sulla base di questi ragionamenti si ipotizza che ambienti termici non stazionari (dove quindi la temperatura non è costante nell’arco della giornata) possano avere il potenziale per sollevare i tassi di soddisfazione degli occupanti oltre l'80%. Per creare istanze di piacere termico, è necessario dunque comprendere meglio questi effetti dinamici e sviluppare soluzioni che eccitino il senso termico e superino la noia termica. Anche per questo la ricerca promossa da Progetto Dhomo intende andare oltre i punti chiave della IEQ promuovendo uno sguardo più ampio attraverso un approccio percettivo.

 


Progetto Dhomo: cos'è?

Progetto Dhomo nasce e affonda le sue radici da un’esigenza di un gruppo di aziende che non solo ha deciso di evolvere e cambiare il proprio approccio, ma portare concretamente sul mercato soluzioni nuove, concrete e scientifiche. La sfida: costruire per migliorare la qualità della vita.

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Progetto Dhomo

Nell’ambito del progetto di ricerca sono stati realizzati edifici molto performanti dal punto di vista energetico e con diverse scelte per quanto riguarda finiture e impianti in modo da poter valutare l’influenza di queste sul comfort abitativo. Durante il periodo di monitoraggio “a vuoto” si è potuto attestare come gli edifici realizzati con finitura “pesante” presentino minori escursioni termiche giornaliere e variazioni di temperatura più lente, rispetto agli edifici realizzati con finitura “leggera”. Quando a regolare l’ambiente termico è solo l’involucro dell’edificio, non si avranno mai temperature interne costanti, ma andamenti più o meno variabili; tramite l’utilizzo degli oscuranti e dei sistemi di riscaldamento/raffrescamento invece queste variazioni si possono ridurre in ciascun edificio.

 

Andamenti di temperatura in edifici realizzati con diverse tecnologie costruttive

Andamenti di temperatura in edifici realizzati con diverse tecnologie costruttive.

 

Durante la fase di monitoraggio “a pieno”, quando gli edifici saranno cioè abitati, si potranno ottenere i dati più interessanti: gli utenti quale edificio troveranno più comfortevole? Grazie al feedback ricevuto sarà possibile capire meglio quali siano i limiti di stazionarietà o non-stazionarietà percepiti come piacevoli dall’uomo, ovvero fino a che punto possa essere piacevole la costante variazione di temperatura interna, con quali velocità, con quali escursioni giornaliere o orarie, con quali possibilità di regolazione. Sulla base delle due fasi del monitoraggio, che ci permetteranno di avere dati oggettivi e soggettivi, si cercherà di costruire una risposta ai quesiti posti, che potrebbe anche mettere in discussione come l’edificio più performante non sia quello più comfortevole (ad esempio perché le variazioni di temperatura avvengano in maniera troppo lenta a causa dell’elevata inerzia termica, al punto da infastidire l’utente) oppure confermare come i due aspetti siano allineati.

Gruppo Miniera San Romedio


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