Disastri naturali in aumento a causa del cambiamento climatico, aumenta il conto economico dei danni causati da eventi metereologici, ma per fortuna grazie alla tecnologia negli ultimi 50 anni il numero di morti è in netto calo.
Gli eventi più catastrofici furono la tempesta che colpì il Bangadesh nel 1970 e la siccità in Etiopia, che causarono la perdita di 300mila persone in entrambe le occasioni.
A dare questi numeri è il rapporto del WMO in collaborazione con il UNDRR.
Negli ultimi 50 anni c’è stata un’impennata dei disastri naturali, causati dal cambiamento climatico e dagli eventi metereologici estremi: è questo quello che segnala un rapporto dell’Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) e dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri (UNDRR).
Nel lasso di tempo preso in considerazione (1970-2019) ci sono stati oltre 11mila disastri attribuibili a queste cause, che in totale hanno causato oltre due milioni di morti e una perdita a livello economico che supera i tre triliardi di dollari.
Il 91% di questi eventi peraltro sono avvenuti in Paesi in via di sviluppo.
Ma se questi dati a prima vista paiono negativi, il rapporto WMO fa notare che grazie all’uso di sistemi di allarme sempre più sofisticati il numero di decessi è letteralmente crollato, passando dai 50.000 degli anni ’70 ai 20.000 degli anni 2010. “Riusciamo a salvare vite umane come mai eravamo stati capaci di farlo prima d’ora” ha affermato il Segretario Generale del WMO Petteri Taalas.
Tra i 10 eventi che hanno causato più morti, ben quattro sono stati causati dalla siccità, come in Etiopia nel 1983, disastro che causò 300mila morti, lo stesso numero di decessi che fu registrato in Bangladesh nel 1970 a causa di una tempesta. Complessivamente gli eventi legati alla siccità sono stati responsabili di 650mila morti, seguiti da tempeste e uragani, con 577,232 decessi, Vi sono poi inondazioni (58.700) e il freddo estremo che colpì la Russia nel 2010, che costò la vita a 55.736 persone.
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Se per fortuna il conto di vite umane è andato in calando dal 1970 ad oggi, si è invece impennato il valore economico dei danni causati da eventi naturali estremi: si va dai 49 milioni in media al giorno di cinquanta anni fa ai 383 dei giorni nostri. in testa alla classifica c’è l’uragano Katrina, la tempesta che nell’agosto del 2005 colpì New Orleans, che è costata qualcosa come 163 miliardi di dollari.
Tre dei 10 disastri ambientali più costosi, tutti uragani che si sono verificati nel 2017, hanno rappresentato il 35% delle perdite economiche totali legate a tali disastri dal 1970 al 2019. Da notare come sui 10 eventi più ‘costosi’ i primi cinque della classifica sono tutte tempeste o uragani e tutti hanno colpito gli Stati Uniti d’America.
“Il numero di eventi catastrofici sta aumentando e diventeranno sempre più frequenti e distruttivi in molte parti del mondo a causa del cambiamento climatico. Ciò significa più ondate di calore, eventi legati alla siccità e incendi in boschi e foreste, come quelli che abbiamo osservato recentemente in Europa e Nord America” ha concluso il Segretario Generale Taalas.
La tabella è tratta dal rapporto WMO/UNDRR
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