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L'orologeria italiana premia gli ingegneri

Marco Mantovani, presidente di Locman, racconta a Ingenio come nasce l'idea progettuale di un orologio, svelando i segreti che si nascondono dietro l'arte dell'orologeria meccanica. L'azienda toscana è sponsor del 31° Circuito Ingegneri Golfisti (AIIG).

Il 22 ottobre 2021 si terrà la premiazione finale della Challenge AIIG 2021 "Trofeo Locman" al Golf Club Arzaga.

L'appuntamento rientra nell'ambito del Trentunesimo Circuito Ingegneri Golfisti dell'AIIG che in questi mesi ha visto numerosi amanti del golf sfidarsi sui campi di tutta Italia.

Partito lo scorso 29 maggio dal Golf Club di Punta Ala, il circuito volge ora alle battute finali: sabato 18 settembre all'Adriatic Golf Club di Cervia si terrà il 30° Campionato Italiano Ingegneri Golfisti "Trofeo Unitec", mentre il 9 ottobre l'appuntamento sarà al Golf Club Villa Carolina per la "Coppa del Presidente".

Venerdì 22 ottobre, per la tappa finale, sono previste due premiazioni: "I Trofeo Sovrano" e il "Trofeo Locman".

In vista dell'appuntamento, Ingenio ha intervistato Marco Mantovani, patron di Locman, nota azienda produttrice di orologi da polso e sponsor dell'A.I.I.G., per scoprire come nascono questi capolavori di arte meccanica.

«L’idea di un nuovo orologio, mediamente nasce di notte, spesso da una mia intuizione, e prende spunto dalla tradizione per poi evolvere verso l’innovazione».

 

Design italiano e precisione svizzera: ecco come nascono i gioielli di Locman

Presidente Mantovani, come nasce l’idea di un nuovo modello di un orologio? 

«Tutto nasce da un’intuizione che, spesso, prende spunto dalla tradizione per poi evolvere verso l’innovazione. Il bello dell’orologeria è che sposa estetica e tecnica: bellezza e funzionalità. Un aspetto tipico dell’italian style, ed è anche per questo che il progetto di un orologio può richiedere fino a due anni. Dall’intuizione si passa al disegno tecnico che viene sviluppato in 3D e consente di definire ogni dettaglio per ogni misura. Nell’orologeria, quest’ultima è fondamentale, perché parliamo di tolleranze centesimali che grazie ai software tridimensionali è possibile verificare già in fase di design. Poi per sviluppare l’ingegnerizzazione, a volte, occorrono mesi. Quindi si passa alla prototipazione che consente di mettere a punto i dettagli legati al design e alla finalizzazione meccanica. Il prototipo è realizzato con un tornio manuale se si vuole avere in acciaio, altrimenti si usano stampanti in 3D. Infine, c’è la fase produttiva». 

Come si svolge l’attività di ricerca e sviluppo?

«Siamo nati realizzando design per dei marchi svizzeri che, sostanzialmente, poi li producevano. Questo ci ha consentito di essere molto creativi. Quando poi abbiamo iniziato a lavorare sul brand Locman siamo rimasti molto fantasiosi ma abbiamo mantenuto comunque la creazione per conto terzi e questo ci arricchisce, perché sperimentare per altri brand ci consente il confronto con altre esperienze e questo è molto stimolante per la creatività che viene ispirata dalla nostra sede nell’Isola d’Elba dove si mixano natura, cultura e storia. Fermo restando che l’innovazione è la base dei nuovi progetti».

Quali sono le figure professionali che seguono lo sviluppo e la realizzazione di un nuovo orologio?

«L’idea di un nuovo orologio, mediamente nasce di notte, spesso da una mia intuizione che poi viene valutata dal team composto da un tecnico, due professionisti specializzati nella progettazione in 3D e 2D, da mia moglie e il responsabile delle vendite con cui mi confronto prevalentemente per quel che riguarda la parte estetica. Il tutto pensando sempre al futuro. Nella squadra del design siamo in cinque».

 

Orologeria italiana, Circuito AIIG intervista a Marco Mantovani di Locman

 

L’orologeria coinvolge due mondi: quello della “carrozzeria” e quello del “motore”

Quali sono le complicazioni più difficili e sofisticate dell’orologeria meccanica?

«L’orologeria coinvolge due mondi: quello della “carrozzeria” e quello del “motore”. Le funzioni tecniche di un movimento automatico, meccanico o anche manuale, sono regolate da pulsanti o corone presenti nella cassa che fanno in modo che si attivino determinate funzioni secondo precise sollecitazioni. Sicuramente nella tradizione svizzera la parte più complessa è legata al movimento. Locman, a esempio, ha realizzato un progetto di elevata raffinatezza meccanica: un movimento cronografo automatico rattrapante che permette di misurare i tempi intermedi e un movimento 24 ore che, grazie a una serie di ruotismi, rallenta la sfera delle ore che gira sulle 24 che vengono direttamente messe sul quadrante dell’orologio. Ma le complicazioni non finiscono qui. A esempio, è di grande tendenza l’orologio meccanico con i quadranti che sono assenti o trasparenti, i cosiddetti movimenti scheletrati, così da rendere visibili gli ingranaggi che funzionano all’interno. Questi modelli richiedono lavorazioni complesse sul movimento per esaltarne la bellezza. Per realizzare il modello Montecristo Skeleton abbiamo iniziato a lavorarci nel 2017 e siamo usciti sul mercato nel 2020». 

Si può pensare all’automatizzazione nell’orologeria meccanica? 

«Nell’orologeria meccanica ben poco può essere automatizzato, soprattutto in un’azienda come la nostra. Il cliente è disposto a spendere anche cifre altissime proprio perché apprezza la complessità dei movimenti oppure perché riconosce la rarità di un orologio realizzato manualmente e che “trasuda” artigianalità».

Come avviene la produzione in serie?

«Ogni singolo componente viene prodotto in serie grazie a macchine e torni di grandissima precisione che riproducono, perfettamente identici, i diversi pezzi che vengono messi nel movimento. La precisione necessaria, però, è tale per cui non basta la perfezione della macchina ma serve anche la pulitura dell’uomo. Le componenti poi, vengono assemblate manualmente, per cui non è possibile fare un movimento meccanico completamente a macchina: ci vuole l’orologiaio che monta, verifica e testa il funzionamento. A esempio, in Locman, i movimenti meccanici automatici escono con sette secondi medi di anticipo al giorno. L’orologio meccanico richiede anche l’utilizzo di lubrificanti di estremo valore e qualità, si tratta di oli che possono arrivare a costare anche 100mila euro al litro. Questo perché si tratta di oggetti che funzionano sempre, piccole macchine di precisione che non si fermano mai e le cui microparti meccaniche sono soggette a usure quotidiane». 

Qual è la vita utile di un orologio?

«Grazie all’innovazione dei materiali e a quella dei lubrificanti è aumentata moltissimo, un tempo un orologio meccanico andava in revisione ogni due anni, oggi si arriva tranquillamente a sette. Se dopo tale periodo si notano anomalie nell’orologio, a esempio inizia ad andare troppo avanti o indietro, lo si delubrifica e si revisiona lubrificandolo nuovamente. In realtà, poiché l’orologio meccanico automatico funziona con il movimento del polso, è una macchina a moto continuo perpetuo». 

 

Biocompatibilità, materiali all’avanguardia, ricerca della leggerezza e della resistenza

Ci sono novità sul fronte dei materiali?

«Sì, su questo crediamo di essere stati dei precursori e di aver investito molto da buoni italiani, perché mentre per la Svizzera la tradizione orologiera è soprattutto sulla parte meccanica interna, quella italiana punta anche ai materiali. Locman è stata la prima azienda al mondo a produrre orologi con cassa in fibra di carbonio, la prima usare il titanio lucido e abbiamo fatto uno studio molto approfondito sui materiali compositi. In più le leghe di titanio che usiamo sono totalmente biocompatibili, utilizziamo l’acciaio con cui vengono fatti tutti gli attrezzi chirurgici. Il titanio è il 40 per cento più leggero dell’acciaio, ma molto più resistente, non soltanto agli urti ma anche alla corrosione. Il carbonio è ancora più leggero del titanio e in più offre ulteriori garanzie sulla resistenza».

Oltre al mondo istituzionale, che vi vede in co-branding con la Marina militare, Locman è legata anche al mondo dello sport, da tanti anni collaborate con Ducati e quest’anno siete tra gli sponsor del 31° Circuito Ingegneri Golfisti..

«Lo sport all’aria aperta è un po’ il mondo di Locman, crediamo sia questa la nostra vocazione. Il golf è comunque uno sport che necessita di certe attenzioni per quanto riguarda l’orologio. Basti pensare alla fortissima capacità anti shock. Infatti quando si colpisce la pallina si verifica una vibrazione sul prodotto che necessita di un certo tipo di qualità e di professionalità nella costruzione e, quindi, anche su questo lavoriamo da diversi anni e molti nostri clienti sono golfisti».