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Ingegneria sismica, i primi 10 anni di ISI: traguardi, progetti e iniziative

Giovedì 14 ottobre 2021 a Roma si terrà l’evento celebrativo dei primi dieci anni dell’Associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI).

L'evento per il decennale sarà l’occasione per presentare anche il manifesto di ISI per il futuro dell'Ingegneria sismica italiana e per fare il punto sul contributo dato al settore. 

Nel corso di questi dieci anni infatti, ha pubblicato studi e ricerche scientifiche sullo stato del patrimonio edilizio del Paese, ha redatto Linee guida sull’applicazione delle tecnologie e sulle migliori prassi per progettare interventi di miglioramento e adeguamento sismico degli edifici, organizzando e promuovendo numerosi seminari di taglio tecnico-scientifico su tutto il territorio nazionale.

 

Studi, ricerche e Linee guida: le principali attività di ISI nel campo dell'Ingegneria sismica

Fin dalla sua nascita, ISI ha promosso la diffusione di un sistema di incentivazione fiscale per l’adozione di misure di adeguamento sismico degli edifici.

Tra i traguardi più importanti raggiunti, vi è sicuramente la pubblicazione del Manifesto sulla classificazione della vulnerabilità sismica dei fabbricati.

«L’obiettivo era duplice - ha spiegato il consigliere Luca Ferrari, già Presidente dell'Associazione - da un lato aumentare la consapevolezza del rischio sismico, dall’altro fornire al decisore politico uno strumento che consentisse di erogare incentivi fiscali attraverso un metodo premiale».

 

Il 14 ottobre 2021 l'Associazione Ingegneria sismica italiana (ISI) celebra il decennale

Il documento nacque sulla base di due principali considerazioni, la prima inerente lo "stato di salute" del patrimonio immobiliare italiano, la seconda legata all'ingente quantità di fondi pubblici destinati alla ricostruzione post-sisma.

«Come evidenziammo nel documento, il 60 per cento degli edifici residenziali nel nostro Paese è stato costruito prima del 1971, una data che non è casuale perché in quell'anno fu pubblicata la prima legge antisismica in Italia - ha aggiunto Ferrari - mentre un restante 30/35 per cento degli immobili è stato edificato tra il 1972 e il 2002, poco prima che venisse messa a punto la zonizzazione sismica del territorio italiano, avvenuta nel 2003».

«Oltre alle tragiche conseguenze in termini di perdita di vite umane, la seconda considerazione riguardava i costi sostenuti dallo Stato per la ricostruzione - ha continuato - una spesa che ammonta a una media di circa 3 miliardi all’anno. Partendo da questi presupposti, nel 2012 l’Associazione predispose il Manifesto con lo scopo di definire un metodo e un criterio per operare la classificazione della vulnerabilità sismica dei fabbricati».

Come si legge nel Manifesto, tale sistema permetterebbe di diffondere la giusta conoscenza per valutare consapevolmente le decisioni relative agli interventi di miglioramento sulla base di criteri oggettivi a beneficio di corretti investimenti nel settore delle costruzioni.

«Purtroppoquesto secondo aspetto si è perso con l'attuale Super Sismabonus - ha proseguito Ferrari - e il rischio è che gli incentivi vengano forniti a pioggia, senza la dimostrazione di un effettivo miglioramento della vulnerabilità sismica degli edifici e senza un reale miglioramento della situazione del rischio sismico del Paese».

 

I primi dieci anni di ISI raccontati da Luca Ferrari

 

 

Ricerche e studi sulla vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio

Tra le attività più significative svolte da ISI vi è anche lo studio, avviato nel 2016, per conto di Federcasa dal titolo “Patrimonio edilizio e rischio sismico. Necessità di conoscenza, possibilità di intervento nell’ERP”.

Nella ricerca è stato valutato il grado di vulnerabilità sismica delle case popolari ed è stata calcolata una stima dei costi per incrementare la sicurezza dell’intero patrimonio a rischio. Per la prima volta, furono raccolte informazioni su un vastissimo campione di alloggi (quasi 200mila), che rappresentano circa il 30% del totale gestito dagli Istituti di case popolari nelle zone sismiche di riferimento (1, 2 e 3).

Nel corso del 2017, ISI ha inoltre condotto insieme a CRESME, il primo rapporto completo  sullo stato del rischio sismico in Italia, in cui vengono anche analizzate le principali tecniche e tecnologie disponibili sul mercato, inclusa un’ampia sezione dedicata alla finanza e alla fiscalità agevolata per gli interventi di adeguamento e messa in sicurezza degli edifici.

«Queste sono solo alcune delle tante attività portate avanti da ISI in questi anni - ha concluso Ferrari - grazie al contributo delle varie anime che la compongono, a esempio, sono state redatte diverse pubblicazioni dal taglio applicativo, volte a diffondere la cultura e la conoscenza delle tecnologie disponibili per migliorare la sicurezza degli edifici».

Tra queste, in particolare, ISI ha predisposto l’abaco delle tecnologie, intitolato “Interventi per incrementare la sicurezza sismica degli edifici esistenti”; documento di facile consultazione che propone ed illustra (con ampio ricorso a supporti illustrati e fotografici) le soluzioni percorribili per adeguare e migliorare sismicamente le strutture esistenti.

 

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