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FORMAZIONE PROFESSIONALE e CREDITI: che confusione

Dal 1 gennaio ci sono i CFP, i Crediti Formativi Professionali, e questa è l’unica certezza.

Da qui in poi subentrano una serie di confusioni. Alcuni ordini riconoscono i crediti su corsi fatti negli ultimi anni, altri solo su corsi fatti nell’ultimo anno.

Alcuni ordini riconoscono i crediti solo ai corsi organizzati da società riconosciute dal Consiglio Nazionale (ad oggi nessuna) o se organizzati direttamente da loro, altri accettano il meccanismo della co-organizzazione.

Di recente mi è capitato di collaborare all’organizzazione di un corso che in una provincia ha avuto 8 crediti dagli ingegneri e nessuno dagli architetti, in una seconda provincia non ha avuto crediti, nella terza ha avuto 8 crediti dagli architetti e nessuno dagli ingegneri.

Da un Ordine mi dicono che la nuova piattaforma telematica degli ingegneri prevede che un corso, per essere tale, debba avere un test finale, quando sul regolamento non vi è scritto nulla di tutto ciò. Un altro Ordine mi dice che ha dovuto assumere una nuova segretaria per gestire tutte le registrazioni nella piattaforma telematica (costi!!!). Un Presidente mi dice che la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo del 18 dicembre 2006 prevede che vi sia l’obbligo di formazione solo per chi non sia in grado di dimostrare una capacità di autoaggiornarsi, e l’ingegnere/architetto essendo diplomato e laureato e avendo superato un esame di stato ha sicuramente le capacità e competenze per autoaggiornarsi, e in considerazione di ciò, riconoscerà i crediti a ogni iscritto per il solo fatto di essere iscritto. In alcuni Ordini si chiede 2.500 euro per potersi iscrivere a un registro di chi può organizzare corsi con crediti, in altri 500 euro. Alcuni Ordini non rilasciano più i patrocini, a meno che non si diano anche i crediti, in altri invece si danno ancora. Sul tema del BIM in una provincia si chiede di avere slide senza loghi di aziende, in un’altra il corso è organizzato direttamente da un’azienda, in una terza il corso viene organizzato dall’Ordine ma è realizzato da una sola azienda ...

Insomma, una confusione generale e che crea danni, non solo a chi organizza i corsi. Una confusione che nasce da un obbligo di legge che, visto il regolamento europeo, potevamo forse risparmiarci.


Innanzitutto sarebbe stato opportuno avere un unico regolamento per tutte le professioni. Se nella mia provincia due persone inquadrate in due professioni diverse - per esempio un architetto e un ingegnere - partecipano a un corso sull’isolamento termico, ma poi uno ha i relativi crediti e l’altro no si è introdotta una disparità di trattamento che ha conseguenze anche sul mercato del lavoro: il secondo dovrà dedicare ulteriore tempo alla formazione e togliere tempo al lavoro.

Inoltre, va rafforzato il coordinamento centrale degli accreditamenti. Se si organizza un corso a Rimini e poi a Pesaro, il fatto che in una delle due sedi vi siano dati i crediti e nell’altro no, farà sì che si sia creata una disparità di trattamento per i professionisti, che peraltro si muovono da una provincia all’altra.

La materia è complessa, ma questi primi mesi di applicazione evidenziano l’esigenza di studiare delle correzioni tali da prevenire distorsioni del “nuovo mercato” della formazione.