Efficienza Energetica
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L’efficienza energetica nella catena del freddo

In questo articolo vengono proposte alcune soluzioni per migliorare il ciclo di produzione, lavorazione, conservazione e distribuzione nella catena del freddo.

L’efficienza energetica nella catena del freddo è un tema molto attuale, basti pensare alla recente necessità di conservare i vaccini anti Covid a temperature adeguate. Oggi nell’UE il 25% dei consumi energetici totali è imputabile al settore alimentare. Intervenire è un passo necessario per soddisfare le esigenze legate alla decarbonizzazione ed alla transizione energetica. Alcune soluzioni vengono proposte in questo articolo.


Perché migliorare il ciclo di produzione, lavorazione, conservazione e distribuzione nella catena del freddo 

Il tema dell’efficienza energetica sta assumendo un ruolo sempre più rilevante per le ricadute positive sia in termini di risparmio economico che di minore inquinamento atmosferico. Solitamente, si pensa all’efficienza energetica come mero risparmio in bolletta a seguito dei minori consumi energetici conseguiti, tuttavia, sarebbe più opportuno considerarla nel suo complesso di pratiche quali l’eliminazione degli sprechi, l’adozione di fonti rinnovabili e l’utilizzo di tecnologie maggiormente efficienti che consentiranno il raggiungimento di tutti gli obiettivi di politica energetica che l’Unione Europea si è posta al 2030 attraverso il Green New Deal: 

  • Riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 55%, rispetto ai livelli del 1990, per poi diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050;
  • Una quota almeno del 32% di energia da fonti rinnovabili;
  • Riduzione dei consumi di energia primaria almeno del 32,5%.

Va sottolineato che l’efficienza energetica si rivolge ad ogni settore ed in questa sede ci focalizzeremo sulla catena del freddo. Quello del freddo è infatti un settore fondamentale per la società, basti pensare alla recente necessità di conservare i vaccini anti Covid a temperature adeguate. Nella vita di tutti i giorni, inoltre, la catena del freddo alimentare riveste un ruolo di notevole importanza in quanto assicura la continua disponibilità di alimenti (solitamente deperibili), mantenendo integre le caratteristiche organolettiche originarie del prodotto grazie ad una conservazione che avviene a basse temperature. Nello specifico, la catena del freddo comprende l’insieme dei processi che vanno dalla produzione e lavorazione fino alla conservazione e distribuzione del prodotto finito, garantirne la qualità lungo l’intero ciclo comporta consumi energetici elevati: con riferimento specifico all’Unione Europea, il 25% dei consumi energetici totali è imputabile al settore alimentare con un coinvolgimento di circa 300.000 società, pertanto, intervenire in questo ambito può risultare determinante anche per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza e decarbonizzazione sopracitati.

La riduzione dei consumi nel settore del freddo è un tema che non può essere affrontato in modo unidirezionale, ma deve avvalersi di un approccio olistico che consente di analizzare la catena del freddo non più dalla prospettiva della singola azienda ma focalizzandosi sui diversi anelli che la compongono, in modo da attuare misure di ottimizzazione rivolte non soltanto alle singole imprese ma all’intero processo.

Le opportunità di risparmio energetico nelle varie fasi della catena del freddo riguardano:

  • Miglioramenti a livello di edificio;
  • Miglioramenti dei sistemi tecnologici;
  • Miglioramenti sui trasporti;
  • Miglioramenti legati alla gestione.

L’efficienza energetica nella catena del freddo

 

Basse temperature con isolamento termico

Una prima opportunità riguarda l’isolamento termico degli edifici in modo da mantenere basse temperature. Questa tecnica consiste nel minimizzare la trasmissione del calore tra due spazi adiacenti attraverso l’utilizzo di materiali isolanti che creano una barriera in grado di prevenire la trasmissione di energia e di mantenere all’interno la giusta temperatura. Un’ulteriore soluzione per ridurre significativamente l’utilizzo di energia consiste nel suddividere il magazzino in scomparti in funzione delle diverse temperature richieste dai vari beni da conservare, in modo da ottimizzare le attività di raffreddamento in ogni sotto-settore.

Con riferimento ai sistemi tecnologici, il recupero di calore dai processi di refrigerazione può far risparmiare energia e tagliare i costi energetici. Il calore di scarto generato dall'unità di refrigerazione può infatti essere utilizzato per preriscaldare l'acqua al fine di ridurre il consumo energetico della caldaia oppure può essere altresì utilizzato per la refrigerazione (refrigerazione ad assorbimento). Altro intervento da non sottovalutare riguarda la manutenzione degli scambiatori di calore che potrebbero essere soggetti a incrostazioni e/o intasamenti. Gli scambiatori sporchi trasferiscono meno calore, a causa della riduzione della superficie reale, con un impatto negativo sul consumo di energia. Al contrario, la pulizia degli scambiatori di calore permette un migliore trasferimento di energia termica, riducendo l'alimentazione e le bollette elettriche e prolungandone inoltre la vita utile. 

 

Trasporti e veicoli refrigeranti

Le migliorie possono riguardare anche l’anello relativo ai trasporti. Una buona pratica è quella di ottimizzare i percorsi di viaggio così che il veicolo ed il sistema di raffreddamento debbano fornire meno energia e il veicolo possa essere caricato nel modo più completo possibile. Altre pratiche riguardano il corretto isolamento dei veicoli refrigerati ed il monitoraggio del carburante per individuare le irregolarità e ridurne il consumo.

 

Monitoraggio energetico

Tra i miglioramenti legati alla gestione, rientrano il monitoraggio energetico di ogni singolo processo di produzione in modo da poterlo ottimizzare correttamente e la valutazione delle temperature di raffreddamento necessarie per i vari prodotti. Quest’ultima operazione consiste nel controllare se i termostati sono impostati in modo adeguato e nel disporre intelligentemente i prodotti refrigerati o congelati, separando quelli che devono essere conservati a temperature diverse.

 

Tool ICCEE per le PMI

Proprio questa necessità di ridurre i consumi energetici imputabili al settore del freddo è alla base di uno dei progetti - ICCEE (Improving Cold Chain Energy Efficiency) - di cui FIRE è partner e che si rivolge alle Piccole Medie Imprese (PMI) operanti nel settore della catena del freddo alimentare per incentivarle ad adottare tecniche finalizzate allo sviluppo dell’efficienza energetica lungo l’intera filiera.

Uno dei prodotti messi a punto da ICCEE è un tool, disponibile sul sito web del progetto (www.iccee.eu), per l’ottimizzazione delle misure di efficienza energetica in ogni fase della catena del freddo ed una piattaforma online pensata per stimolare l’incontro tra i vari stakeholder.


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Efficienza energetica nella catena del freddo: disponibili 6 tool per misurarla ed intervenire ad hoc

Grazie al progetto ICCEE finalmente disponibili strumenti efficaci per valutare costi-benefici degli interventi per migliorare l'efficienza energetica delle aziende del settore alimentare e delle bevande e correggere eventuali errori nella gestione dell'attività. Leggi larticolo di approfondimento.

Nello specifico, il tool, consente di effettuare analisi di benchmark, di eseguire analisi di tipo costi-benefici relative agli interventi di efficienza energetica messi in atto lungo la catena del freddo e costituisce un aiuto nel comprendere la rilevanza dei benefici non energetici derivanti dalle misure intraprese. Questi ultimi si possono tradurre ad esempio in vantaggi legati ad un maggiore comfort per dipendenti e clienti o a minori costi di manutenzione, maggiore qualità, etc., elementi che possono risultare determinanti nella decisione di intraprendere o meno l’investimento.

...CONTINUA.

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Si ringrazia FIRE per la gentile collaborazione.

Chi è FIRE

La Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia – FIRE – è un’associazione tecnico-scientifica indipendente e senza finalità di lucro, fondata nel 1987 e riconosciuta giuridicamente, il cui scopo è promuovere l’uso efficiente dell’energia, supportando attraverso le attività istituzionali e servizi erogati chi opera nel settore e promuovendo un’evoluzione positiva del quadro legislativo e regolatorio.
La FIRE gestisce dal 1992, su incarico del Ministero dello Sviluppo Economico a titolo non oneroso, la rete degli energy manager individuati ai sensi della Legge 10/91, recependone le nomine e promuovendone il ruolo attraverso varie iniziative.
Nel 2008 la Federazione ha avviato SECEM, una business unit dedicata alla certificazione delle competenze degli Esperti in Gestione dell’Energia, in accordo con la norma UNI CEI 11339:2009.

 


 

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