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Evoluzione dei paradigmi industriali e riconfigurazione dell'ambiente costruito in Italia: crisi, efficienza e olismo.

Ripresa, riconfigurazione o regressione?

Una attenta riflessione sulla storia post-unitaria e sulle ragioni strutturali delle disfunzionalità e delle diseconomie attuali. Riflessione che sembra non essere alla base delle scelte della classe dirigente del paese per la ripresa di un comparto, quello delle costruzioni, che stenta a riprendersi a livello nazionale ed europeo mentre a livello globale registra un forte incremento dei volumi di affari e di produzione.

Pubblichiamo qui i primi due paragrafi rimandando alla lettura dell'articolo integrale scaricabile in pdf.

Organisational Boundaries and Interface Management: competere per Filiere e per Flussi?

Il Cambiamento è un termine oggi divenuto, al pari della Crescita, paradigmatico e obbligato per il Settore così come per il Paese. Nessuno potrebbe pensare di sottrarvisi e su di esso si giocano le fortune politiche degli schieramenti nelle prossime contese elettorali, così come nei confronti dello stesso si riversano le attese degli Operatori.
Tale termine ha assunto la cogenza che è ben nota a seguito di un lungo periodo di stasi e forse di declino del Paese, di cui il Settore delle Costruzioni è stato, anzitutto in termini occupazionali, uno dei maggiori protagonisti in negativo, come lo è tuttora, in fatto di parco immobiliare, per l'Insostenibilità Ambientale.
La sensazione che, tuttavia, permea l'osservatore è che la rapidità e l'ansia con cui si stia cercando di rimettere mano ai meccanismi regolatori e incentivanti del Comparto sia troppo poco meditata, non tanto per la sua frettolosità intrinseca, quanto perché non è stata preceduta da una riflessione profonda sulla storia post-unitaria e sulle ragioni strutturali delle disfunzionalità e delle diseconomie attuali.
L'impressione è che la classe dirigente del Paese non riesca a fare davvero i conti con l'improvvisazione e con la cortomiranza che hanno contraddistinto molte scelte strategiche degli ultimi lustri e che, dunque, questa riflessione meditata, descritta in maniera caricaturale come "professorale" e "accademica", non sarà svolta, con le prevedibili conseguenze di opzioni basate in parte non banale su una sorta di nominalismo.
Il pericolo che è sotteso a questo fenomeno è, per il Settore delle Costruzioni, che la posta in palio, ovverossia la sua natura prospettica, vada malamente sprecata allorché a livello globale le Costruzioni registrano un forte incremento dei volumi di affari e di produzione, al di fuori del Continente Europeo.
Accanto a Politiche Industriali che i Governi Continentali potrebbero mettere in atto (o che, in taluni casi, hanno già messo in atto), le dinamiche economico-finanzarie potrebbero risultare decisive per il Cambiamento allorché esse siano basate su livelli prestazionali contrattualizzabili e misurabili.
La cosiddetta Servitization (terziarizzazione del valore aggiunto legato al prodotto immobiliare) potrebbe, in effetti, decidere una evoluzione epocale della essenza stessa del Settore, ma, a questo fine, urgerebbe, però, una maggiore consapevolezza, un maggiore discernimento dei principali Attori e una loro conoscenza degli accadimenti che avvengono oltre confine che non sia condizionata da pregiudizi positivi o negativi e da visioni deformate della realtà, in senso ottimistico o pessimistico.
Il quadro che la Crisi ci restituisce, al di là dei meccanismi selettivi, è, comunque, di una estrema frammentazione della classe committente (a cui il Governo vorrebbe far fronte quantitativamente tramite una forte riduzione delle Stazioni Appaltanti), della classe professionale e della classe imprenditoriale e (in parte) manifatturiera, colla possibilità che la maturazione attesa non avvenga, avendo a lato una classe accademica e scolastica ancorata a vecchi immaginari, a consolidati modelli didattici, scientifici e organizzativi.
Potrebbe, inoltre, esservi un fraintendimento per ciò che concerne l'Information Modelling, così come l'Energy Modelling (e le altre forme di Modellistica): la sottovalutazione delle potenzialità che il Dato Computabile ed Elaborabile propone, dovuta a una mentalità degli Operatori Professionali e Imprenditoriali ancora inadeguata alle categorie della Digitalizzazione e della Gestione delle Catene di Fornitura nell'ottica della Lean Construction.
Il Construction Supply Chain Management (CSCM), saldandosi con l'Information Modelling, con l'Off Site Approach e con il Knowledge Management, pone, di fatto, inedite prospettive rafforzate dalla Gestione Computazionale e Parametrica dei Flussi Informativi attorno a cui consolidare il Project Centrism della Filiera: the traditional project management techniques have to be redesigned and reconceived to achieve the desired service parameters and time limits under these circumstances.
L'impressione è, infatti, che, da un lato, si sottovalutino le magagne del Settore negli altri principali Paesi Comunitari, spesso non dissimili dalle Nostre, ma che, d'altro canto, non si colga appieno la portata dello sforzo culturale e sistemico di rinnovamento in atto in essi.
Il CSCM dimostra, del resto, quanto la competizione sui Mercati Internazionali sia sempre meno "estemporanea": the systems discipline of supply chain management contrasts sharply with traditional methods of planning, controlling and contracting for projects that, taking a hierarchical, decomposition approach, seek at best to optimize individual activities. Thus whereas current construction methods tend to support the fragmentation that plagues construction, supply-chain management promises an engineering basis to design, plan, and manage construction projects in a collaborative manner.
Ciò che l'Accademia dovrebbe fare è saper, in primo luogo, comprendere e discernere con lucidità gli avvenimenti e la loro intrinseca portata: mai più, invece, dovrebbe essere, come a lungo è stata per molti versi, un Follower, anche quando ha prodotto per prima Conoscenza originale.
Certamente il Partenariato Pubblico Privato, nelle sue molteplici morfologie concessorie, appare centrale (e anche legislativamente distinto e distinguibile dall'Appalto), epperò occorre avere bene a mente quante inefficienze (giuridiche, finanziarie e tecnologiche) esso abbia, in parecchi casi, generato: accanto ad alcuni esiti positivi.

1. Politiche Comunitarie e Settore delle Costruzioni

Per il Settore delle Costruzioni in Europa e, in particolare, per alcuni Paesi della UE 28 (per altri lo si potrebbe dire di meno o per nulla), quali l'Irlanda, l'Italia, la Spagna, gli ultimi anni hanno rappresentato un passaggio talora drammatico in termini recessivi che ha determinato una contrazione drastica o molto significativa delle dimensioni del Mercato, specie delle Nuove Costruzioni Edilizie e Infrastrutturali, che era stato preceduto, almeno nel Nostro Paese, paradossalmente dal maggior ciclo espansivo.
I numeri del Settore non sono trascurabili (incidenza del 10% sul PIL, 20 milioni di lavoratori, 500 milioni di consumatori): sustainable buildings combine improved energy performance and reduced environmental impact throughout their life cycle. Their users enjoy better health and well-being and productivity gains that translate into cost savings. Buildings have the potential to reach a 90 % reduction in their greenhouse gas emissions by 2050 (...) The great challenge faced by economies today is to integrate environmental sustainability with economic growth and welfare by decoupling environmental degradation from economic growth and ‘doing more with less’.
Al contempo, la Strategia Comunitaria per le Costruzioni si annuncia essere improntata, sotto l'egida del Cambiamento Climatico, della Sostenibilità Ambientale e della Efficienza Energetica, alla cosiddetta Smart, Sustainable and inclusive Growth: nozioni, peraltro, piuttosto vaghe...
Tale condotta è caratterizzata da cinque obiettivi:
a) stimulating favourable investment conditions;
b) improving the human-capital basis;
c) improving resource efficiency;
d) environmental performance and business opportunities;
e) strengthening the EU internal market and fostering the global competitiveness of enterprises.
In buona sostanza, il timore è, tuttavia, che, a fronte di istanze politiche di Riconfigurazione del Mercato, improntata all'Industrialesimo e alla Produttività, le aspettative degli Operatori Economici siano, invero, tese al Ritorno alle logiche tradizionali: il che equivarrebbe a profittare delle categorie consuete, abbandonando l'antica aspirazione ad assumere la Dignità Industriale per il Comparto ricercata oggi da alcuni Governi nelle loro Strategie Industriali.
È questo, dunque, un momento storico e congiunturale di grande interesse per il Mercato poiché quanto sta accadendo appare a molti come la premessa di una svolta per le Costruzioni, ma, in realtà, le potenzialità annunciate tramite le intenzioni dei Decisori Politici e le strumentazioni degli Operatori Economici trovano spesso una tacita avversione nella prassi: il Building Information Modelling (BIM), in questo senso, è paradigmatico di una condizione che è tendenzialmente aporetica, a meno a che non si sia disposti a ripensare le funzioni tradizionali e ad accettare che la commistione di questioni giuridiche, economico finanziarie e tecnologiche non sia più districabile.
Uno degli aspetti maggiormente critici, che è intimamente connesso al BIM è, in effetti, proprio il ‘doing more with less’, ma ciò cela il fatto che l'Approccio Olistico al Ciclo di Vita e il Green Public Procurement nascondano una ambizione non commisurata alla natura del Comparto.
In effetti, il BIM oscilla tra l'essere il portato di un avanzamento tecnologico in corso da un ventennio e il dispositivo in grado di attivare modalità organizzative e apparati mentali straordinariamente eversivi.
La stessa Strategia del Governo Britannico si sta ora giocando sulla questione della Achievability: in altre parole, si tratta di comprendere se l'enjeu sia credibile (convertire un intero Sistema delle Costruzioni) o se, al netto delle Grandi Opere, sia solo una abile operazione di Marketing finalizzata a introdurre barriere di ingresso sui Mercati Internazionali grazie a un gergo settario e a procedure iniziatiche.
Ciò che appare forse decisivo è il fatto che, partendo dalla crisi della Finanza Pubblica, che ha progressivamente ridotto o limitato l'impiego di risorse proprie da parte delle Amministrazioni Pubbliche, il Partenariato Pubblico Privato, il Leasing in Costruendo, il Contratto di Disponibilità, il Contratto di Rendimento Energetico abbiano introdotto prepotentemente, oltre a più sofisticate logiche finanziarie e giuridiche, il Ciclo di Vita del Manufatto e la Responsabilità di Risultato in materia di prestazioni attese e di loro traduzione in termini di economicità sul medio e sul lungo periodo per gli Operatori Economici, sin lì poco adusi a ciò.
Naturalmente, come dimostrano molti casi britannici, gli inconvenienti in materia tecnica delle formule partenariali sono molteplici - dalle carceri alle scuole o agli ospedali, per non dire delle ferrovie - e dipendono forse anche dal fatto che i Concessionari (Special Purpose Vehicle) non hanno ancora sempre interiorizzato il significato ultimo del processo ideativo in funzione del periodo di gestione concesso, ma solo una istanza generale di coordinamento e di integrazione disciplinare.
La prassi progettuale, almeno in Italia, anche ove si ricorra al BIM, costringe a far sì che in queste forme avanzate ci si affidi ancora a Progettisti sicuramente specializzati, ma ancora molto legati alla concezione tradizionale del manufatto, a prescindere dalle logiche specifiche di un dispositivo gestionale.
Per questa ragione, la possibilità che l'Innovazione (di Prodotto, di Progetto e di Processo) divenga un fattore competitivo decisivo non può essere certo ascritta agli Attori del Settore, bensì a cause esterne che appaiono determinarne l'evoluzione, per così dire, epistemologica e che, grazie alla Modellazione Energetica e Strutturale, nonché all'ICT, possano consentire di introdurre metriche contrattuali relative ai livelli prestazionali formalizzabili e misurabili: anzitutto, in termini di risparmi sulle bollette energetiche (meno immediato, ma altrettanto reale in materia di polizze assicurative e di valori immobiliari, sarebbe il vantaggio arrecato dal Miglioramento Sismico e Architettonico).
Il Building Information Modelling fornisce un contributo significativo a questo processo poiché permette, tramite la Computabilità dei Dati e la Elaborazione delle Informazioni di supportare meglio un simile approccio.
Le sorti del Settore delle Costruzioni si giocano, peraltro, nel Continente Europeo, tra Capitalismo Green di territorio e Capitalismo Soft di rete (digitale, energetica, trasportistica), annullando, per certi aspetti, la distinzione tra Edifici e Infrastrutture, ma tale non sembra essere la consapevolezza di un Mercato debole nelle grandi società consulenziali e tutto proiettato alle opere infrastrutturali da realizzare altrove per le maggiori realtà imprenditoriali.
In buona sostanza, sembrano mancare in Italia attualmente le condizioni affinché una nuova impostazione del Mercato possa trovare adeguati Driver for Change, tanto più che il processo modernizzatore sul piano politico intende cercare di sconfiggere le rappresentanze di mezzo (provinciali e regionali), tentando un coordinamento diretto tra Enti Municipali e Amministrazione Statale che ai contemporanei risulta forse obbligato, ma la cui efficacia sarà tutta da dimostrare.
A livello comunitario, la Strategia Construction 2020 appare, a partire dalla Communication on the Strategy for the sustainable competitiveness of the construction sector and its enterprises del 2012, tutta imperniata, come accennato, sulla Competitività del Sistema Europeo e sul Funzionamento del Mercato Europeo, posandosi, in particolare, su Building Renovation e Infrastructure Maintenance anche se l'impressione è che la valorizzazione e la enfasi riposta della Piccola e Media Professionalità e Imprenditorialità, palese anche nella Nuova Direttiva sul Public Procurement, lasci irrisolto il tema dei processi aggregativi e della apertura effettiva del Mercato Comunitario.
L'efficienza delle Policy di Sostenibilità si giocano tra European Structural and Innovation Funds, Horizon 2020 e Green Public Procurement, mostrando alcune priorità, come quelle, legate all'Innovazione Sociale, finalizzate a comprendere le caratteristiche del prodotto immobiliare per la popolazione che invecchia. Il che sta a dire come solo azioni coordinate sui diversi piani potranno, a livello governativo, sortire effetti sistemici.
L'Action Plan riserva, altresì, un ruolo non marginale alla unificazione e alla semplificazione delle procedure amministrative (anche questo un tema estradisciplinare, se non per i risvolti gestionali indiretti: ben dimostrati dagli osservatori internazionali comparati), così come alla materia delle incentivazioni fiscali (tramite la cooperazione con ECOFIN).