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CREDITI FORMATIVI: troppe finte promesse?

Dal 1 gennaio vi è l’obbligo dei crediti formativi per i professionisti.
Ogni Consiglio Nazionale si è dotato di un suo regolamento, di sue linee di indirizzo, di una piattaforma telematica e sul territorio sono partite le diverse iniziative “con crediti”.

Su questa rivista abbiamo voluto evidenziare la necessità di una maggiore chiarezza delle regole, di semplificarne alcune e di renderle più omogenee anche perchè in mancanza di questo nel “sottobosco” della formazione stanno nascendo casi, più o meno eclatanti, di corsi in cui nelle locandine e programmi si fa ampia promessa di crediti e poi … all’uscita viene rilasciato un attestato con frasette del tipo “crediti richiesti a …”.

E molti di questi eventi sono nella realtà dei veri e propri caroselli pubblicitari, ben lontani dall’avere le minime caratteristiche per essere considerati corsi di aggiornamento tecnico, ma la promessa di crediti e in un momento come quello attuale, in cui molti professionisti puntano a mettere “crediti in cascina” per essere “a norma”, fa sì che le presenze siano significative da un punto di vista dei numeri. Salvo poi, all’uscita, trovare l’amara sorpresa.

Cosa manca quindi: uno sportello del Consiglio Nazionale, a cui denunciare queste situazioni, che purtroppo si verificano anche in importanti tour nazionali, e quindi passano dall’essere una finta promessa a una vera e propria truffa nei confronti di chi è pronto a impiegare il proprio prezioso tempo professionale. Anche perché, al di là delle critiche, ora le regole ci sono, e quindi ogni soggetto che si occupa di formazione è in grado di capire se sarà poi in grado di ottenere dei crediti formativi per i partecipanti.

È un invito che rivolgiamo a tutti gli Ordini e Consigli: a vigilare perchè non si compia questo abuso nei confronti dei professionisti, e da oggi possa essere inserita la frase “crediti formativi” solo dove ciò è stato già formalmente confermato.