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E dal 2030 tutti gli edifici dovranno essere NZEB

Presentata dalla Commissione al Parlamento UE una nuova direttiva, rivoluzionaria per il settore delle costruzioni

Dalla Commissione la proposta che a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici debbano essere a emissioni zero. E per il settore pubblico a partire dal 2027.


E dal 2030 tutti gli edifici dovranno essere NZEB

 

Dopo il divieto di commericalizzazione degli edifici in classe G, si punta agli edifici NZEB

La Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva per il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici.

L'obiettivo è ridurre le emissioni di gas serra attraverso l'uso di fonti rinnovabili e altre soluzioni e la qualificazione del nuovo parimonio immobiliare.

Secondo la proposta di direttiva formulata dalla Commissione tutti i nuovi edifici dovranno essere ad emissioni zero dal 2030. Inoltre saranno vietate le caldaie a gas dal 2040 (come avviene già ora in alcuni Paesi).

La proposta di revisione della Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) “faciliterà la ristrutturazione di case, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa per ridurre le emissioni di gas serra e le bollette energetiche, migliorando la qualità della vita di milioni di europei“.

 

Gli edifici responsabili del 40% di CO2 prodotta e di energia consumata

L'edilizia è uno dei nervi scoperti per la lotta al cambiamento climatico e, di conseguenza, rappresenta uno degli ambiti di maggiore attenzione e di intervento delle misure Ue per diminuire al 2030 le emissioni di gas serra del 55% rispetto al 1990.

Le nuove norme contro l'inefficienza delle costruzioni si collegano al regolamento effort sharing, il nuovo Ets per il riscaldamento (e trasporti su strada), le direttive su efficienza e rinnovabili, e il regolamento sulle infrastrutture energetiche alternative.

 

A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici devono essere a emissioni zero.

Secondo il progetto dell'Esecutivo Ue, a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici devono essere a emissioni zero. Nel settore pubblico la data limite è il 2027.

Chi progetterà un edificio da realizzare dopo il 2030 dovrà quindi prevedere una "macchina" a emissioni zero: dovrà consumare poca energia, essere alimentato il più possibile da fonti rinnovabili e non emettere CO2, avere infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici e spazi per parcheggiare le biciclette.

E il costruttore dovrà indicare nel certificato di prestazione energetica l'impatto potenziale della struttura sulla base delle sue emissioni dell'intero ciclo di vita.

 

E per le ristrutturazioni ...

Per quel che concerne le ristrutturazioni, la Commissione propone di introdurre a poco a poco nuovi standard minimi di prestazione energetica a livello dell'Ue. Nei giorni scorsi si era parlato di introdurre un limite alla commercializzazione degli edifici in classe G.

Secondo i rumors, a corredo della proposta di direttiva, la Commissione ha stilato una "road-map" da seguire per rendere più efficienti gli immobili nelle classi energetiche inferiori:

  • entro il 2027 si dovranno rendere più efficienti gli immobili in classe F e G;
  • entro il 2030 quelli in classe E;
  • entro il 2033 gli immobili in classe D;
  • entro il 2050 tutti gli edifici dovranno essere a emissione zero.

Gli edifici o le unità immobiliari che vengono offerti in vendita o in affitto devono essere muniti di certificato e la classe di prestazione energetica dovrà essere indicata in tutti gli annunci. Entro il 2025, tutti i certificati devono essere basati su una scala armonizzata da A a G. Viene introdotto un "passaporto per la ristrutturazione" dell'edificio che fornisce ai proprietari uno strumento per facilitare la loro pianificazione e una ristrutturazione graduale verso il livello di emissioni zero.

La nuova certificazione potrebbe quindi diventare più stringente e sarebbe obbligatoria per gli edifici da costruire, da ristrutturare, in caso di vendita o di rinnovo dell'affitto. Esclusi da questo iter, invece, gli edifici storici.

 


"Per il nostro Paese questa prospettiva disegnata dall'Europa è una grande opportunità per riqualificare il patrimonio edilizio e ridurre le bollette del gas per riscaldamento, un tema di grande attualità e preoccupazione per le famiglie. Ora è il momento di fissare le priorità di intervento e dare certezze agli incentivi, per cogliere al meglio la sfida di edifici NZEB ossia a emissioni zero."

Edoardo Zanchini, vice presidente Legambiente 


Edifici NZeb: Che cosa devono fare di diversi Paesi

Se la direttiva sarà approvata i piani nazionali riguardanti i nuovi edifici e la ristrutturazione degli edifici esistenti dovranno essere pienamente integrati nei piani nazionali per l'energia e il clima e dovranno includere tabelle di marcia per l'eliminazione dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffreddamento entro il 2040 al più tardi, insieme a un percorso per trasformare il patrimonio edilizio nazionale in emissioni zero edifici entro il 2050.

Secondo quanto indicato non dovrebbero essere concessi incentivi finanziari per l'installazione di caldaie a combustibili fossili a partire dal 2027 e gli Stati membri avranno la possibilità legale, se vogliono farvi ricorso, di vietare l'uso di combustibili fossili negli edifici.

 


“La vera sfida che ci attende”

L’Europa ha riconosciuto che per ridurre le emissioni di gas serra gli edifici sono al contempo parte rilevante del problema, ma anche parte fondamentale della soluzione.

In tal senso l’obiettivo di realizzare edifici a emissioni zero è solo un aspetto del cambiamento necessario. Analizzando anche le recenti novità in merito al sistema di Reporting LEVEL(s), già varato dalla DG Environment in versione quasi definitiva, ci si rende conto che il vero obiettivo richiesto è di passare dalla attuale concezione di edifici espressione di un approccio predatorio del pianeta, con flussi di materiali vergini, energia prodotta da combustibili fossili e sprechi di preziosa acqua, ad un approccio rigenerativo e sostenibile, basato sul concetto di “sistema edificio” capace di coniugare al contempo efficientamento energetico, idrico e di economia circolare, senza dimenticare gli aspetti collegati al confort e alla salubrità dei luoghi in cui viviamo. Le conoscenze, gli strumenti e le risorse li abbiamo già. 

L’Europa ha avviato un percorso molto chiaro, orientare il mercato dell’edilizia e dell’immobiliare in direzione della sostenibilità e possiamo stare certi che userà tutte le leve  possibili, compreso il principio “chi inquina paga”.
Non è più possibile scegliere tra salute pubblica, minor impatto ambientale e un'economia sana, il pianeta ci richiede a gran voce soluzioni e l’Europa sta tracciando il percorso. Sta a noi intraprendere una giusta transizione per garantire una ambiente costruito più resiliente, sostenibile e salubre. Questa è la sfida che attende.
Marco Mari, presidente GBC Italia