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Misurare l’affidabilità del calcestruzzo

L’aumento delle materie prime riguarda anche il settore del calcestruzzo. Principalmente il cemento - che risente degli aumenti energetici, del costo della CO2, e di tutti gli altri aumenti che il mondo sta vivendo - ma anche gli additivi, gli aggregati, il gasolio per i mezzi, l’energia elettrica per l’impianto di produzione, l’assistenza per la manutenzione … insomma tutte le voci che vanno a definire il prezzo del calcestruzzo.

 

Aumentano i costi di produzione del calcestruzzo

L’aumento delle materie prime riguarda anche il settore del calcestruzzo.

Aumentano i costi di produzione del calcestruzzo

Principalmente il cemento - che risente degli aumenti energetici, del costo della CO2, e di tutti gli altri aumenti che il mondo sta vivendo - ma anche gli additivi, gli aggregati, il gasolio per i mezzi, l’energia elettrica per l’impianto di produzione, l’assistenza per la manutenzione … insomma tutte le voci che vanno a definire il prezzo del calcestruzzo. 

 


Produrre cemento in Italia: costa di più di Germania, America, Nordafrica

Antonio Buzzi: C’è il rischio che questa industria storica del nostro Paese possa spostarsi e l’Italia diventare un Paese importatore di cemento? Il rischio certamente c’è.

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Per risolvere il problema dell’aumento dei costi ci sono tre soluzioni:

  • aumentare i prezzi in modo da tenere conto di questo aggravio di costi;

  • ridurre la «qualità» del calcestruzzo;

  • ridurre la quantità di calcestruzzo realmente consegnato.

 

Ovviamente, la strada corretta per un settore che intende utilizzare la situazione attuale di vitalità del mercato è la prima, anche perchè mantenendo la marginalità industriale che ogni attività imprenditoriale richiede ci sono e ci saranno risorse per investimenti in organizzazione, processi, prodotti, digitalizzazione, innovazione.

La lunga esperienza che porto nel settore mi porta a dire che saranno molte le aziende che perseguiranno questa prima via. 

La seconda e terza via - oltre ad avere problemi di legalità - porteranno a un ulteriore impoverimento del settore, a ridurre la sua credibilità, a dare sostegno a chi propone soluzioni alternative.

La lunga esperienza già citata mi porta a dire che ci saranno aziende che perseguiranno queste altre due vie. 

 

Un problema di controlli

Come capita in tutti i settori ci sarà chi prenderà la prima strada, chi la seconda e chi la terza, e chi le prenderà tutte e tre. Sul fatto che possa prevalere la prima peseranno moltissimo i controlli che i committenti e le direzioni lavori sapranno adottare. E sarà necessaria anche un'evoluzione normativa. 

Sui controlli è infatti fondamentale rivedere quelli di accettazione previsti dalla norme tecniche.

Quarant’anni fa quando sono stati così definiti non esistevano i telefoni cellulari, la parola metaverso era una parolaccia, e Spazio 1999 ci faceva vedere umani che abitavano sulla luna.



L’evoluzione dei controlli di accettazione del calcestruzzo: dal 1939 fino alle NTC 2018

L'Ingegner Vincenzo Domenico Venturi ripercorre l'evoluzione dei controlli di accettazione del calcestruzzo, partendo addirittura dall'anteguerra, ovvero dal Regio Decreto del 16 novembre 1939, ripercorrendo tutte le tappe che hanno portato alle vigenti "Norme Tecniche per le Costruzioni" del gennaio 2018.

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E’ il momento di rivederli pensando all’adozione massiccia degli strumenti digitali. Chi fa bene le cose non ha paura ne di farsi controllare ne di mostrare i risultati.

Oggi grazie a strumenti già disponibili è possibile identificare ogni cubetto in modo digitale, dal momento del prelievo, sino alla rottura, eliminando il problema della sostituzione, e al tempo stesso assicurando la possibilità che poi questo dato confluisca in un DB della PA gestito dall’intelligenza artificiale e quindi in grado di evidenziare - in automatico - le situazioni critiche e di allarme.

Questi dati per gli edifici pubblici dovrebbero poi entrare a far parte del fascicolo del fabbricato/o dell'opera, in modo che in qualsiasi fase di gestione successiva dell’opera possano essere a disposizione.

 

Un tutor per le prestazioni del calcestruzzo

Un controllo efficace farebbe da motore anche per gli investimenti nel settore.

Personalmente sono favorevole all’uso del mescolatore, perchè ritengo che migliori le performance di processo produttivo del calcestruzzo. Parimenti penso che il mescolatore di per se non possa però essere la soluzione, ma un utile strumento. 

In un sistema che prevede controlli più efficaci, corretti ed oggettivi, ogni investimento che va nell’ottimizzazione delle performance di processo diventerebbe economicamente interessante, e questo porterebbe quindi a una crescita qualitativa dell’offerta di calcestruzzo.

Ecco perchè sono convinto che un Tutor, come avviene nelle autostrade per la velocità delle auto, che controlli la qualità del calcestruzzo in modo moderno potrebbe essere la risposta per assicurare non solo una maggiore qualità delle opere, con minori costi di manutenzione, ma una crescita sana di un settore dove altrimenti, purtroppo, troppo spesso è il furbetto e non il serio a primeggiare.

  

PS. E le quantità ? 

Per le quantità basterebbe anche in questo caso intervenire digitalmente.  

I sensori in ATB verificano i momenti carico e scarico, delimitandone le fasi, mentre una gestione digitale della pesa in ingresso e in uscita, in cui i dati vanno sempre a un DB gestito dalla PA, verifica che i dati di bolla e quelli effettivi coincidano.

Tutte le tecnologie citate in questo articolo esistono già.