La progettazione di interventi su un condominio esistente, al fine di renderlo NZEB, è sicuramente più complessa rispetto alla medesima nel caso di nuova costruzione, non solo perché occorre una conoscenza approfondita delle caratteristiche geometriche e tecnologiche dello stesso ma anche perché si ha una pluralità di soggetti con cui interfacciarsi. In questo articolo vedremo quali sono le tipologie di intervento di riqualificazione dell’esistente attuabili al fine di ottenere un condominio a basso impatto ambientale e quali accorgimenti occorre avere.
Le normative europee e nazionali mirano sempre più ad incrementare la sostenibilità energetica in tutti i settori. In particolar modo, da dati statici si evince che, in Europa, gli edifici sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% del consumo energetico. Di questo 40%, il 60% proviene da edifici residenziali ed in particolar modo dai condomini, essendo la tipologia costruttiva preponderante soprattutto nelle grandi città.
Da quanto detto, si evince quindi come per ridurre l’impatto ambientale e migliorare il grado di sostenibilità del nostro Paese, è necessario attuare delle strategie di riqualificazione energetica che mirino ad ottenere elevate performance, in termini di impatto ambientale, e a ridurre in modo notevole l’utilizzo di fonti energetiche.
Per edificio NZEB, Net Zero Energy Building, ovvero ad energia quasi zero si intende un sistema edificio-impianto avente elevate prestazioni energetiche e dunque caratterizzato da un ridotto fabbisogno energetico, sia in regime invernale che estivo, e da un elevato utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, come stabilito da D.M. 26 giugno 2015 e dal D.Lgs. n.28 del 3 marzo 2011.
Nella fattispecie, un edificio si definisce NZEB quando gli indici di seguito elencati risultano inferiori ai corrispondenti valori calcolati per l’edificio di riferimento, considerando i valori minimi vigenti a partire dal 2021:
A fronte di ciò appare evidente come un intervento di riqualificazione energetica che mira al raggiungimento di un edificio NZEB deve contemplare non solo interventi che riguardino l’involucro edilizio nella sua totalità ma anche il sistema impiantistico ponendo particolare attenzione all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
Nei prossimi paragrafi analizzeremo maggiormente nel dettaglio le caratteristiche di un condominio dal punto di vista normativo nonché i possibili interventi di efficienza energetica dal punto di vista tecnico e le loro criticità
Prima di addentraci nell’aspetto tecnico, andando ad analizzare le varie possibilità di intervento sul sistema edificio-impianto, occorre definire dal punto di vista normativo e legislativo l’oggetto di intervento: il condominio.
Nonostante all’interno del codice civile non sia presente una definizione esplicita, Il condominio, dal punto di vista normativo, si identifica come una particolare forma di comunione di un bene immobiliare nel quale coesistono parti private , di proprietà esclusiva del singolo condomino, e parti comuni. Quest’ultime come stabilite dall’articolo 1117 del Codice Civile corrispondono non solo a locali adibiti ad uso comune come ad esempio vano scala o locale portineria ma anche le parti necessarie all’suo comune, come ad esempio la struttura portante, le facciate e le coperture, nonché le installazioni ed i manufatti destinati all’uso comune ovvero la totalità degli impianti tecnologici inclusi gli impianti centralizzati a servizio della climatizzazione invernale, estiva e di produzione di acqua calda sanitaria.
A fronte di ciò, appare quindi evidente come un intervento di riqualificazione che mira al raggiungimento di un edificio NZEB, e che quindi per sua natura richiede degli interventi relativamente “invasivi”, su un condominio (nella quasi totalità dei casi) risulta più complesso proprio perché tutti i condomini devono essere concordi ad agire non solo sulle parti comuni, come ad esempio le facciate e/o la copertura, ma anche sulle parti private, come ad esempio la sostituzione dei serramenti. Ovviamente, diverso è il caso in cui il condominio venga riqualificato prima che gli alloggi siano stati venduti.
Affinché un condominio soggetto ad un intervento di riqualificazione risulti NZEB, le caratteristiche del suo involucro edilizio dal punto di vista tecnologico devono essere tali da soddisfare i requisiti prestazionali citati in precedenza, che possono tradursi in due concetti fondamentali: elevata inerzia termica e bassi valore di trasmittanza termica.
Se questi due requisiti nel caso di un condominio di nuova realizzazione possono sembrare semplici e non particolarmente problematici in quanto si ha la massima libertà dal punto di vista progettuale, nel caso di riqualificazione di un edificio esistente sono maggiormente da attenzionare in quanto le murature e di conseguenza le caratteristiche dei materiali di costruzione non possono essere soggette a modifiche e pertanto anche la scelta del materiale termoisolante dovrà essere fatta in funzione delle caratteristiche materiche dell’edificio esistente, sia in termini di spessori che in termini di natura stessa del materiale.
La natura del materiale coibente scelto infatti, apporta delle variazioni dal punto di vista prestazionale non solo in termini energetici(in funzione della conducibilità termica) ma anche igrometrici (in funzione della resistenza al vapore). Si dovranno quindi favorire materiali ad elevata traspirabilità in modo da non ostacolare le normale “respirazione dell’edificio” e quindi dissipare l’umidità presente all’interno degli alloggi.
Dal punto di vista progettuale occorrerà quindi effettuare un’analisi accurata delle caratteristiche geometrico-costruttivo-tecnologiche dell’involucro edilizio, andando ad individuarne i componenti maggiormente rilevanti, in termini di dispersioni termiche, e di conseguenza individuare le migliori soluzioni tecnologiche di coibentazione degli stessi ponendo particolare attenzione al rapporto apporti-dispersioni in entrambi i regimi, invernale ed estivo. Una coibentazione massiva dell’involucro edilizio ed un utilizzo non adeguato delle schermature può infatti provocare notevoli guadagni, in termini di performance, durante il regime invernale ma può rappresentare un punto critico in regime estivo.
Dal punto di vista tecnico i possibili interventi saranno:
Un ulteriore attenzione dovrà inoltre essere posta nei confronti dei ponti termici che vengono a generarsi e la cui incidenza è particolarmente rilevante soprattutto per quanto riguarda i parametri di coefficiente medio globale di scambio termico e gli indici di prestazione termica utile in regime invernale e/o estivo. La loro correzione, oltre ad essere necessaria per il raggiungimento degli standard previsti, è inoltre indispensabile per garantire un ambiente salubre in quanto solitamente in corrispondenza di in un ponte termico non corretto si ha la formazione di condensa e di muffa.
Oltre ad intervenire dal punto di vista dell’involucro edilizio, una scelta necessaria per l’ottimizzazione dell’indice di prestazione energetica globale, EPgl, consiste anche nella riqualificazione energetica del sistema impiantistico a servizio della climatizzazione invernale, estiva e della produzione di acqua calda sanitaria andando a sfruttare quanto più possibile tecnologie che utilizzano fonti energetiche rinnovabili al fine di aumentare il livello di sostenibilità dell’edificio e ridurre i consumi energetici. In questo caso l’incidenza dell’intervento è strettamente dipendente dai sottosistemi su cui si vuole intervenire.
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