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La costruzione di un romanzo come un progetto di ingegneria?

Pioggia battente di Massimo Cassani è il secondo episodio della serie con protagonista il commissario Sandro Micuzzi. Pubblicato nel 2009 da Sironi Editore, è stato ripubblicato in edizione tascabile da TEA (marchio storico del Gruppo Mauri Spagnol) nel 2014. TEA ha ripubblicato anche il primo episodio, dal titolo Sottotraccia, e ha dato alle stampe il terzo episodio dal titolo Zona franca (quest’ultimo come novità, nel 2013). Ora si attendono le nuove avvenute del commissario Micuzzi, previste per fine ottobre, sempre per i tipi di TEA.
Al di là della trama avvincente, dei personaggi ben scolpiti sulla pagina e dell’efficace ambientazione milanese, ciò che colpisce del romanzo - soprattutto all’occhio clinico di un ingegnere - è la costruzione della storia che ricorda un vero e proprio “progetto”.

Un’impressione errata frutto, appunto, di una forma mentis di un lettore (il sottoscritto) tipicamente ingegneristica? O c’è del vero?

Lo abbiamo chiesto all’autore di questa serie, Massimo Cassani, il quale oltre che scrittore dirige la rivista “Ambiente&Sicurezza”, nata sotto i colori del Gruppo 24 ORE e ora pubblicata da New Business Media del Gruppo Tecniche Nuove.

Direi che l’impressione è corretta. Tutti i romanzi costruiti su una trama - i gialli in primis - assomigliano a una vera e propria architettura in cui tutti gli elementi della storia devono avere una connessione e una coerenza fra di loro. Nulla può accedere per caso. E i pesi devono essere sempre ben calibrati, altrimenti la struttura non tiene”.
 

Quindi prima ancora di entrare nella fase di scrittura ci dobbiamo immaginare una progettazione, per così dire, a tavolino, come accade nell’ingegneria?
“Difficile standardizzare in un metodo il momento creativo. Di sicuro chi si immagina lo scrittore che romanticamente si alza nel cuore della notte in preda a una incontenibile ispirazione e scrive come un fiume in piena è sulla strada sbagliata. Il momento della progettazione a tavolino c’è sempre, anche se poi non è possibile prevedere proprio tutto nei minimi dettagli”.
Razionalità e irrazionalità fuse insieme, quindi?
“Sì, penso sia una sintesi corretta. Pioggia battente e tutti i romanzi della serie sono caratterizzati da storie che corrono parallele e spesso si sovrappongono. Per governare tutto ciò e per non perdersi spesso è indispensabile abbozzare schemi che assomigliano a un Gantt. In questo scrittore e ingegnere si assomigliano. Come si assomigliano sul terreno dell’intuizione pura, quando occorre risolvere un problema non previsto”.
Anche i tre titoli della serie ricordano una specie di ‘ingegneristica simmetria’. E voluto?
“E’ voluto, sì. I titoli, come hai visto, sono tutti composti di due parole. Anche per un fatto di riconoscibilità, come spesso è riconoscibile la mano di un progettista in base alle opere che pensa e realizza”.