Rigenerazione Urbana
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Rigenerazione urbana: Paola Marone fa il punto sul nuovo DDL e il programma PINQUA

Nel corso dell’evento “Spazi e tempi delle città: il tema come quarta dimensione”, il presidente di Federcostruzioni Ing. Paola Marone è intervenuta in materia di rigenerazione urbana, in primis facendo il punto sul DDL ad hoc, al momento fermo in Senato.

Le specifiche del DDL per la rigenerazione urbana

Il testo, attualmente sottoposto ai rilievi formulati dalla Ragioneria, rappresenta il frutto di un lavoro lungo tre anni e che ha visto coinvolte le forze politiche, imprenditoriali e associazionistiche del Paese – evidenzia Marone –. La proposta rappresenta un punto di equilibrio tra numerose posizioni inizialmente anche molto distanti. Un risultato raggiunto grazie al lavoro del Ministro Giovannini, che mira a favorire interventi sul tessuto delle città nell’ottica di uno sviluppo sostenibile delle aree urbane. Fra i punti salienti, non posso non ricordare la definizione di un nuovo sistema di governance nazionale, incentrato sulla ricostituzione del Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane (CIPU) e sull’attribuzione delle attività tecniche al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. E’ questo un punto fondamentale perché oggi assistiamo a svariati programmi per le città/periferie – da ultimo i piani urbani integrati del PNRR – ognuno gestito, insieme ai relativi fondi statali, da una amministrazione differente: MIMS, ma anche Presidenza del Consiglio, Ministero dell’interno, Ministero della cultura. La nuova governance è accompagnata dalla istituzione di un fondo apposito in capo allo stesso MIMS e da un Programma nazionale per la rigenerazione urbana che dovrebbe svolgere le funzioni di una vera e propria Agenda urbana con obiettivi e i criteri per ripartire i fondi statali, non solo attraverso bandi. Il programma prevede che i comuni individuino, nell'ambito degli strumenti urbanistici generali, gli ambiti urbani ove si rendono opportuni gli interventi di rigenerazione urbana. Le attività di ricognizione del territorio possono avvenire anche su proposta dei proprietari e dei soggetti aventi titolo che ne fanno richiesta e la possibilità che le aree di intervento possano interessare più enti locali. Di grande rilevanza anche le misure in tema di fiscalità, che complessivamente appaiono in grado di supportare il percorso rigenerativo”.

Tra l’altro, bisogna evidenziare anche gli sforzi fatti per andare incontro a specifiche esigenze. “Si – prosegue il presidente di Federcostruzioni –, perché ad esempio in tema di consumo di suolo correttamente si parla di azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050, in coerenza con quanto previsto dall’Unione Europea. In relazione al rapporto Stato/Regioni si prevedono alcuni incentivi che le Regioni dovranno recepire nelle proprie leggi, insieme alla possibilità di prevederne ulteriori in base alla specificità del territorio e della legislazione regionale in materia urbanistica. Si apre, infine, ai cd. interventi diretti consentendo, fin dall’entrata in vigore della nuova legge, la realizzazione di interventi sia su singoli edifici, sia su ambiti territoriali, anche in deroga ai piani urbanistici comunali vigenti”.

Ma quanto tempo occorrerà ancora per l’entrata in vigore definitiva della legge? Ci sono i tempi tecnici per arrivare all’approvazione del testo nella corrente legislatura?

E’ sotto gli occhi di tutti che il tempo rimasto non è molto, ma proprio di recente il Ministro Giovannini ha evidenziato con forza, a margine di un evento, che il Testo Unificato ha superato i dubbi della Ragioneria generale e che entro la fine dell'anno potrebbero esserci novità importanti per aiutare le città a rigenerarsi, a rinascere e a trasformarsi nell'ottica dello sviluppo sostenibile”.

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Il programma PINQUA

Paola Marone ha poi approfondito il tema dedicato al PINQUA, programma di finanziamento per progetti che hanno come priorità la qualità dell'abitare previsto dal PNRR e promosso dal MIMS per l'edilizia sociale e rigenerazione urbana, specificando il modo in cui esso impatta sui processi di riqualificazione del Mezzogiorno d’Italia.

Si tratta di un ambizioso programma di investimenti promosso dal MIMS per realizzare interventi di edilizia sociale e rigenerazione urbana in tutta Italia, previsto dalla legge di bilancio per il 2020 e poi inserito nel PNRR - spiega Paola Marone -. Il Programma prevede 2,8 miliardi di euro, di cui circa il 40% destinato al Mezzogiorno, nel rispetto del vincolo di destinazione territoriale, definito normativamente, che assegna alle regioni del Sud almeno il 40% degli investimenti territorializzabili del PNRR. Dei 159 progetti finanziati con il PINQuA, 60 progetti (circa il 37,7%), sono nel Mezzogiorno. Il Programma, in particolare, intende rispondere ai fabbisogni legati alla “questione abitativa” che affligge da tempo il nostro Paese, e specialmente le regioni Meridionali. In Italia, infatti, si è assistito a una graduale aumento delle famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta. Secondo le stime dell’Istat, sono circa 2 milioni le famiglie povere, con un’incidenza che è passata dal 2,5% del 2005 al 7,7% del 2020. Particolarmente alta è la percentuale di famiglie povere nel Mezzogiorno, dove si registra un’incidenza del 9,4%, pari ad oltre 770 mila famiglie. Le condizioni di povertà delle famiglie sono strettamente legate anche alla tipologia di abitazione in cui si vive, tra i 2 milioni di famiglie povere in Italia, il 43,1% (866 mila unità) paga un affitto, rispetto a una media nazionale del 18,3%. Il 22,1% delle famiglie in povertà assoluta nel Mezzogiorno è affittuaria, mentre nelle regioni del Nord e del Centro tali percentuali risultano rispettivamente pari al 18,1% e al 12,3%. Complessivamente, l’8,2% delle famiglie dichiara di vivere in strutture danneggiate, con un’incidenza che è relativamente maggiore nelle regioni del Mezzogiorno, in particolare Campania (14,5%) e Calabria (12,8%). Dall’analisi degli interventi emerge, inoltre, che i progetti previsti nel Mezzogiorno per oltre la metà riguardano operazioni di demolizione e ricostruzione. Una grande opportunità di riqualificazione e rigenerazione che coinvolgerà anche gli spazi pubblici con interventi che prevedono l’aumento della superficie dedicata alla viabilità pedonale (+5,5 mln mq, di cui l’81% nel Mezzogiorno) e l’aumento delle piste ciclabili (+555mila metri, di cui 67% nel Mezzogiorno)”.

Cosa si può aggiungere riguardo alla fase attuativa del programma? 

Dal punto di vista attuativo è innegabile che l’inserimento del PINQuA nel PNRR abbia consentito di imprimere un’importante accelerazione della fase di programmazione degli interventi e nella ripartizione delle risorse. I principali beneficiari del programma sono i Comuni (72%), mentre il restante dei progetti sono gestiti a cura delle Regioni (18%) e delle Città Metropolitane (11%). In considerazione delle note difficoltà amministrative e tecniche degli enti locali, è stato previsto il supporto di INVITALIA che ha pubblicato quattro accordi quadro da 820 milioni di euro per attuare 261 interventi previsti nel PINQUA, i cui termini per la presentazione delle offerte si sono conclusi solo pochi giorni fa. Le quattro procedure di gara sono state suddivise in lotti geografici e ogni lotto geografico in sub-lotti relativi alle singole prestazioni necessarie per la realizzazione di lavori o opere pubbliche (servizi tecnici; servizi di verifica della progettazione; lavori; lavori in appalto integrato e servizi di collaudo), secondo un meccanismo estremamente complesso che non consente di formulare offerte ponderate e congrue e ha scoraggiato la partecipazione delle imprese”.

La rigenerazione urbana è anche propedeutica a combattere’ la crisi energetica che sta attanagliando non solo l’Italia, ma l’Europa intera.

Si, perché i processi di rigenerazione urbana sono utili per ridurre i consumi energetici degli edifici anche in considerazione della crisi in atto”, chiude Marone. 

L’argomento sarà peraltro trattato nel convegno “Crisi Energica, Emergenza Clima e Ambiente Costruito”, che si terrà il prossimo 14 luglio 2022 al Palazzo Giureconsulti di Milano.

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