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Certificato di agibilità: niente da fare se ci sono difformità edilizie col progetto originario

Tar Lazio: il rilascio del certificato di agibilità postula la piena corrispondenza delle opere realizzate (non solo con i criteri di igiene e salubrità tipici dell’accertamento, ma anche) con la regolarità edilizia ed urbanistica del progetto

Che rapporto c'è tra il certificato di agibilità (oggi SCA) e la regolarità urbanistico-edilizia dell'immobile?

Lo spiega il Tar Lazio nella recente sentenza 9678/2022 dello scorso 13 luglio, inerente il diniego di un certificato di agibilità da parte del comune per un Centro Fitness.

I motivi del diniego erano sostanzialmente questi:

  • a) le opere eseguite sarebbero risultate non conformi a quelle di cui al progetto assentito con il P.d.C. (come da relazione del Tecnico comunale); 
  • b) dalla denuncia di accatastamento risulterebbe la non rispondenza del piano interrato al PdC rilasciato e successive varianti per alcune tramezzature ed alcune destinazioni d’uso; 
  • c) mancava l'autorizzazione ASL.

Certificato di agibilità: niente da fare se ci sono difformità edilizie col progetto originario

Quante difformità edilizie...

Secondo il comune, le difformità rilevate non sarebbero solo esterne al fabbricato, ma riguarderebbero anche ampie porzioni interne con modifica di destinazioni d’uso (realizzazione di servizi igienici, spogliatoi, docce, bagni e così via, nel piano interrato già destinato a cantina), con incidenza sui requisiti di natura igienico sanitaria. 

Il Tar conferma, osservando che il Collegio che, di fatto, le difformità del progetto allegato all’ASL rispetto a quello approvato attenevano (come riferito in ricorso) alle seguenti opere: 

  • zona ingresso: diversa distribuzione del mobilio e delle pareti mobili nella zona accettazione e uffici; 
  • zona bar: inversione delle zone bar e servizi, rimaste pressoché identiche nelle dimensioni, ma invertite nell’ordine; 
  • zona termale: migliore rappresentazione delle attrezzature e dei macchinari; 
  • realizzazione all’esterno della struttura di un manufatto in muratura - ripostiglio, una piattaforma di cemento di mq 75 circa, con macchinari per la produzione di acqua calda e clima, cabina elettrica, tettoia tra le piscine per mq 9,08.

Inoltre, dalla relazione tecnico-comunale emergeva che:

  1. nel piano interrato dell’edificio, adibito in parte a cantina ed in parte a bagni sono state riscontrate difformità in base all’accatastamento della richiesta di agibilità … costituite da diverse divisioni interne e da destinazioni d’uso non corrispondenti agli elaborati;
  2. nel piani terra è stata rilevata una tettoia in tipo stoffa plastificata situata tra la piscina e l’atrio della palestra;
  3. nella zona scoperta (piano primo) una copertura di macchinari per l’aria condizionata eccedente di metri 3 la dichiarazione;
  4. nella zona adibita a parcheggio della palestra non risulta autorizzata la cabina dell’ENEL a servizio del quartiere. 

 

Se c'è difformità edilizia non può esserci agibilità

E’ indubbio, continua il Tar, che il rilascio del certificato di agibilità postula la piena corrispondenza delle opere realizzate (non solo con i criteri di igiene e salubrità tipici dell’accertamento, ma anche) con la regolarità edilizia ed urbanistica del progetto (cfr. T.A.R. Firenze , sez. III , 16/10/2021 , n. 1328; T.A.R. Torino , sez. II , 17/01/2018, n. 93), senza che abbiano rilievo, a tali fini, la maggiore o minore incidenza delle eventuali difformità.

Tale incidenza, anche avendo riguardo alla sola diversità del piano interrato, è ben lungi dall’essere considerabile come irrilevante posto che riguarda l'installazione di opere prettamente sanitarie, come le docce e i servizi igienici. 

Nè può sostenersi che l’ufficio avrebbe dovuto negare il certificato solo in relazione al piano interrato, posto che - a tacere d’altro - le modalità di uso di quest’ultimo spazio incidono sulla fruibilità di tutto il complesso (essendo stata realizzata in esso una parte dei predetti servizi) e dunque non è logicamente concepibile, nel caso di specie, una agibilità parziale. 


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