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FREYRIE: non solo RISTRUTTURAZIONI nel FUTURO dell’EDILIZIA

Alla 50° edizione del SAIE si è parlato di “Costruiamo le città del futuro”, in rapporto ai temi di sostenibilità e rigenerazione città, con l’arch. Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti.

Data di pubblicazione originale dell'articolo: 29/10/2014


Alla 50° edizione del SAIE si è parlato di “Costruiamo le città del futuro”, in rapporto ai temi di sostenibilità e rigenerazione città, con l’arch. Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti.

Alla domanda su quale sia il punto di vista degli architetti in rapporto alla sostenibilità e alla rigenerazione delle città, il Presidente Freyrie risponde che oggi “il paradigma è cambiato: non bisogna più consumare suolo e quindi occorre lavorare sulle città esistenti, sulle città dense. Ciò vuol dire rimettere mano ad un assetto urbano che ormai non è più adatto alla contemporaneità”. Questo però “non vuol dire tout-court demoliamo e ricostruiamo, o solo ristrutturazioni. La città è un organismo complesso e occorre intervenire con attenzione in ogni sua parte, di certo bisogna uscire dagli schemi del passato”. Le città, afferma Freyrie, cambiano molto più di quel che pensiamo, per cui “dobbiamo essere attrezzati per una città nuova, che non consuma energia, che è in grado di gestire il ciclo dei rifiuti, la mobilità, con un habitat migliore, spazi pubblici migliori e soprattutto una migliore architettura”.

Piu forti le difficoltà legislative o più entusiasmate la sfida?

“Le difficoltà legislative sono fortissime, ma fortissimo è anche l’istinto di conservazione della cultura italiana”, risponde Freyrie, “la sfida è entusiasmante, ma d’altra parte, non ci sono altre scelte. Il futuro è questo, non ci sono alternative”.

Il premio “RIUSO”

Nel corso del Saie, è stato conferito il premio RI.U.SO nell’ambito dei progetti sulla rigenerazione urbana sostenibile, in cui è coinvolto anche il Consiglio Nazionale degli Architetti: esso, come afferma Freyrie, ”sta diventando uno strumento culturale per dimostrare che si può fare”.