Involucro
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GRANDI EDIFICI: tra innovazione tecnologica, risparmio energetico e involucro

La progettazione e la costruzione degli edifici contemporanei nella forma skyscraper type, all’interno del contesto di Milano, si associa allo studio e all’applicazione di tecnologie speri-mentali, di procedure di interazione ambientale e di sistemi di involucro di tipo evoluto.

 

La progettazione e la costruzione degli edifici contemporanei nella forma skyscraper type, all’interno del contesto di Milano, si associa allo studio e all’applicazione di tecnologie sperimentali, di procedure di interazione ambientale (dirette alla calibrazione delle sollecitazioni climatiche, al contenimento delle dispersioni e all’ausilio delle fonti energetiche rinnovabili) e di sistemi di involucro di tipo evoluto.
L’adesione dell’innovazione tecnico-esecutiva, rispetto agli interventi in forma skyscraper type a Milano, si concentra, in generale, sull’impiego selettivo e “customizzato” degli esiti conseguenti all’attuale offerta produttiva e prestazionale dei principali sistemi (strutturali, impiantistici e di chiusura verticale): questo considerando le opportunità di scelta e di adozione tra le soluzioni di serie e le soluzioni prototipo, secondo il confronto mediato sia dalla possibilità di tradurre le esigenze mediante una molteplicità di combinazioni funzionali, sia dalle sinergie tra elementi tecnici e materiali di diversa origine produttiva (sostenendo i criteri di correlazione “flessibile”, fino ai modi di assemblaggio).
 
Le tecnologie applicate e, in particolare, i componenti e i dispositivi dell’involucro sono assunti rispetto ai processi di interazione ecoefficiente e di “permeabilità” nei confronti delle sollecitazioni termo-igrometriche, luminose e aeree (determinando i criteri di controllo energetico e ambientale di tipo “selettivo” e “dinamico”), con la possibilità di regolarne i flussi e di convogliarli nel funzionamento complessivo.
Pertanto, i sistemi e i dispositivi di involucro (attraverso le tipologie unit system o a “cellule”, structural sealant glazing o glass curtain wall, ma anche a doppia parete, o double skin façade), nel partecipare all’assegnazione dei contenuti espressivi (per cui la composizione coincide con le soluzioni “integrate” e costruttive adottate per le chiusure verticali), si propongono:
· quali unità “specializzate”, costituite in strati calibrati per “rispondere” attivamente alle sollecitazioni ambientali (in forma di environmentally responsive wall, attraverso il “contatto” percettivo e “organico” con le condizioni climatiche esterne);
·  quali “apparecchiature regolabili” per il controllo della trasmissione del calore, della luce e della ventilazione naturale (in forma di engineered wall).
 
 
 

 
1. Pei Cobb Freed & Partners (con Caputo Partnership e Sistema Duemila), Nuova Sede della Regione Lombardia, Milano.
 
La formulazione della doppia parete esegue un “muro climatico” costituito dai componenti a “cellula” contenenti la chiusura in vetrocamera (basso-emissiva e selettiva, per i valori di fattore solare EN 410 pari al 32 % e di trasmittanza termica U pari a 1,1 W/m2.K) con intelaiatura in alluminio (in lega UNI EN AW 6060, allo stato fisico T6 a taglio termico; sp. = 2,5÷3,5 mm), l’intercapedine d’aria (con lamelle verticali di schermatura; sp. @1.000 mm) e la vetrazione stratificata di protezione verso gli ambienti interni. Il funzionamento prevede che l’aria primaria immessa negli spazi, destinati a ufficio, prima di essere espulsa sia richiamata nell’intercapedine, in modo da svolgere l’opera di “mitigazione” della temperatura.
 
 
 
2. Pelli Clarke Pelli Architects, Unicredit Tower, Milano.

La tecnologia dell’involucro, realizzato da componenti a “cellula” con intelaiatura in alluminio (con stato di bonifica T5, in lega UNI EN AW 6060) e dalle chiusure in vetrocamera applicate mediante l’incollaggio strutturale (per i valori di trasmissione luminosa TL pari al 45÷49 %, di riflessione luminosa pari al 10÷22 %, di fattore solare EN 410 pari al 30 % e di trasmittanza termica U pari a 1,3 W/m2.K), si associa al sistema portante orizzontale in c. a. (con cls C45/55 S5).
 
 
 
3. Giancarlo Marzorati, Hotel B4H, Milano.
 
L’orditura strutturale in elementi di acciaio da carpenteria, a sostegno degli impalcati in c. a., con nervature di irrigidimento intorno al perimetro (permettendo di limitare le strutture di elevazione e di superare luci significative con modesti spessori), sostiene il sistema di facciata continua (a “cellule” indipendenti) definito secondo la modulazione a specchiature multiple (cieche e fisse). La pannellatura, composta in vetro esterno stratificato-temperato, assume la serigrafia verticale a due diverse colorazioni e i serramenti apribili (ad anta ribalta verso l’interno, con profili a scomparsa dietro battuta).

 

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