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Housing sociale: l'esempio francese per riqualificare le nostre periferie

L’esperienza Francese di housing sociale come esempio per riqualificare periferie

L’housing sociale può diventare un valido strumento di gestione e riqualificazione per le periferie italiane. Queste aree, in particolare gli insediamenti di edilizia residenziale pubblica, a causa dell’assenza di un'adeguata e programmata progettazione manutentiva, necessitano oggi di un’intensa attività di recupero edilizio: hanno ampiamente esaurito il loro ciclo economico e architettonico, sono caratterizzate da scadente qualità urbana e costruttiva, e vertono in condizioni di forte degrado. Portare a termine un piano di riqualificazione improntato sul social housing per il recupero delle aree periferiche non vuol dire operare in modo puntuale sulle mancanze urbane o edilizie. Consiste, invece, nel realizzare un progetto articolato in numerose fasi integrate fra loro, con diverse strategie e tecniche applicabili che intervengono dalla scala urbana a quella edilizia, e nel quale il progettista da tecnico si trasforma in responsabile della gestione del processo di riqualificazione.
Questo paper analizza l’housing sociale in Francia, da un punto di vista finanziario, urbanistico, della riqualificazione architettonica e della tecnologia dell’architettura.

L’housing sociale in Francia: un’esperienza in continua evoluzione
La Francia ha una lunga tradizione in materia di housing sociale o habitation à loyer modéré (H.L.M.), che ha saputo adeguarsi e trasformarsi nel tempo, accompagnando il settore residenziale pubblico verso un nuovo assetto urbano e progettuale.
La concezione generalista del diritto alla casa, promossa in seguito alla ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, e? maturata nel corso degli anni come prassi naturale del ciclo abitativo di una famiglia: non era insolito che la classe media, nel processo di ascesa sociale, alloggiasse in una casa H.L.M. Dagli inizi del 2007 la Francia disponeva di oltre 4,3 milioni di alloggi adibiti a housing sociale.
Gli alloggi sono resi disponibili principalmente da soggetti pubblici e da soggetti privati istituzionali, per lo più agenzie ed enti locali, le entreprises sociales d’habitat, che sono organizzazioni e società no - profit diffuse sul territorio generalmente ordinate in network.
La lunga tradizione di housing sociale francese si e? adeguata, storicamente, attraverso una serie di riforme chiave che ne hanno profondamente trasformato le caratteristiche.

Figura 1. Lo schema organizza il sistema dell’housing sociale in Francia. A livello nazionale, lo stato oltre a definire le politiche abitative ed edilizie generali attraverso la cassa depositi e prestiti fornisce supporto economico con sussidi e mutui agevolati per i beneficiari dell’utenza e finanziamenti per abbattere i costi di costruzione. Le autorità locali HLM ed enti pubblici sono responsabili della pianificazione urbana ed individuano le aree disponibili e di riqualificazione, gli operatori sono agevolati da fondi pubblici CDP e fondi privati, livret A enti no profit e imprese private. La gestione economica è affidata alle HLM.

Uno dei momenti di svolta nell’housing sociale francese avviene intorno agli anni ‘60 quando è approvata la legge che dara? vita alle Z.U.P (Zone ad Urbanizzazione Prioritaria) in cui parallelamente alla costruzione degli alloggi si pianifica la creazione di strutture pubbliche e di infrastrutture di collegamento con la citta?, pur continuando a favorire la progettazione basata sul contenimento economico grazie anche all’introduzione delle tecniche di prefabbricazione. Questo è uno degli aspetti che accompagnerà le politiche di housing sociale francese dal dopoguerra ad oggi. La sperimentazione di tecnologie architettoniche e di processi costruttivi sempre all’avanguardia e aggiornati sul mercato guideranno lo sviluppo degli insediamenti residenziali definendone gli aspetti in alcuni casi di fallimento ed in altri ti notevole successo. Grazi a una continua sperimentazione nel settore residenziale sociale la Francia è riuscita negli anni a riqualificare le periferie sia da un punto di vista urbano sia da un punto di vista edilizio, trasformando dei luoghi ghettizzati in esempi di architettura di notevole successo. L’intuizione di riformare le politiche edilizie sociali da un punto di vista finanziario, urbanistico, e tecnologico è stata la chiave di svolta per complessi piani di rigenerazione ed integrazione di quartieri al margine del loro ciclo di vita economico e architettonico.
 

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