Sismica
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La vulnerabilità sismica di scuole e ospedali e il progetto di miglioramento o adeguamento

considerazioni generali sulla vulnerabilità sismica di scuole e ospedali e il progetto di miglioramento o adeguamento:

Il patrimonio edilizio del nostro paese è un patrimonio datato, il territorio italiano è in gran parte sismico anche se lo è diventato in quanto a obbligo normativo da poco. Ne consegue che la maggior parte del patrimonio edilizio è inadeguato o perlomeno significativamente vulnerabile.
L’OPCM 3274 ha sensatamente introdotto, in particolare per gli edifici pubblici, il concetto della conoscenza dello stato di fatto sotto il profilo sismico del patrimonio edilizio esistente in ossequio al principio “ se non conosco non posso decidere”.
Scegliere se abbandonare un edificio esistente e trasferire le funzioni in un altro nuovo o avviare un processo di ristrutturazione può essere fatto solo a seguito di un serio processo conoscitivo e progettuale che metta a confronto costi e benefici
I recenti eventi sismici dell’Aquila prima e dell’Emilia poi hanno confermato come tale conoscenza sia essenziale per ridurre da un lato gli oneri conseguenti agli eventi stessi e dall’altro per gestire la stessa emergenza.

Da ormai qualche anno e sempre di più in futuro come progettisti ci siamo occupati e ci occuperemo prevalentemente di strutture esistenti che mediamente richiedono maggiore impegno delle strutture nuove
Tra le strutture esistenti ci sono alcune categorie che a causa della loro funzione strategica comportano processi di progettazione nei quali l’aspetto squisitamente tecnico costituente la soluzione strutturale è solo una delle componenti del progetto.
Occorre assicurare:
• l’adeguatezza delle componenti non strutturali
• la funzionalità senza interruzione di servizio degli impianti;
e non solo, occorre analizzare in modo molto dettagliato
• le modalità di svolgimento delle funzioni proprie dell’edificio durante l’esecuzione dei lavori
• gli oneri di gestione, manutenzione ed eventuale ripristino prevedibili in fase di esercizio.

Relativamente alle prime ad esempio in un intervento di miglioramento sismico di un edificio industriale contenente una produzione alimentare che non può subire interruzioni, costituito dal semplice collegamento degli elementi strutturali prefabbricati i costi accessori a rendere realizzabili gli interventi probabilmente costeranno più degli interventi stessi.
Relativamente ai secondi ad esempio la scelta per i progetto di adeguamento di una soluzione che sfrutta isolatori sismici o apparecchi di dissipazione, di costo probabilmente superiore ad una soluzione tradizionale, deve prevedere i costi di controllo manutenzione ed eventuale sostituzione; per contro anche per un edificio ben progettato con tecniche tradizionali, a seguito di un evento sismico è ammesso che probabilisticamente subisca danni che anche se non significativi per la funzionalità strutturale non ne consentono il prosieguo della attività contenuta e quindi determinano potenziali interruzioni del servizio e conseguenti altri costi di temporanea delocalizzazione.
Ciò significa che la soluzione strutturale migliore non è necessariamente quella più economica in se stessa perché l’aspetto economico non si ferma ai “ lavori” ma comprende tutti gli oneri economici, temporali, funzionali che riguardano la modalità con cui i lavori sono realizzati e portati a termine non ultimi i costi di gestione futuri.
Gli ospedali in particolare, ma anche le scuole, non solo devono continuare a fornire i loro servizi, almeno per una serie di funzioni essenziali, durante e immediatamente dopo l’evento sismico, ma anche durante gli eventuali processi di ristrutturazione e adeguamento sismico. Per contro è inutile prevedere continuità di servizio per alcune funzioni delocalizzabili temporaneamente a minor costo.
Entrano nella valutazione delle scelte progettuali innumerevoli aspetti quali gli oneri aggiuntivi per la sicurezza e la salubrità degli ambienti, gli oneri e i disagi conseguenti a traslochi e trasferimenti, gli oneri per eventuali interruzione di una o più funzionalità operative che normalmente sono di minore importanza in un edificio nuovo.
Occorre quindi una profonda conoscenza non solo della tecnica o della scienza delle costruzioni ma anche e soprattutto delle dinamiche di funzionamento dell’oggetto che stiamo trattando, delle interazioni tra le diverse funzioni e dei costi di una loro temporanea interruzione o delocalizzazione.
La scelta della soluzione tecnica ottimale deve quindi sposarsi con la programmazione da parte della direzione dell’ente proprietario delle modalità di svolgimento delle attività svolte nell’edificio/edifici interessati e fare i conti con le tempistiche accettabili a disposizione.

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Carlo Rossi

Ingegnere, socio della Cooperativa Architetti e Ingegneri Progettazione di Reggio Emilia di cui è responsabile del settore Strutture

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