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Il BIM è divisivo?

 

L'Information Management & Modelling (nel suo bel discorso inaugurale del 2014 - intitolato BRUGGEN BOUWEN MET ICT - di accesso alla cattedra alla Universiteit Twente A.M. Adriaanse giustamente osservava come l'acronimo BIM avesse una prospettiva temporale relativamente esigua) è noto per essere contraddistinto da una teoria di nozioni, quali Anticipazione, Integrazione, Operazionalità, di cui, però, la prima è Collaborazione: Collaborative Working, Travail Collaboratif, Zusammenarbeit.
 
È possibile, di conseguenza, immaginare che il BIM sia divisivo? Non sarebbe, questo, un ossimoro?
 
Commentando a Monaco il 20 Gennaio u.s. la istituzione della Piattaforma nazionale germanica Bauen Digital GmbH, la Presidente della Bundesarchitektenkammer (BAK),  Barbara Ettinger-Brinckmann, ribadiva la necessità che i Professionisti facessero capo esclusivamente al Committente in virtù di una netta separazione tra Progettazione ed Esecuzione: “Nach wie vor gilt dieses Prinzip: Die Architekten sind Treuhänder des Bauherrn und ausschließlich ihm verpflichtet”. 
 
Questo principio, condiviso in Italia sia da CNAPPC sia da CNI, e riflesso rispettivamente nei temi del Concorso di Progettazione (auspicato) e dell'Appalto Integrato (avversato), appare, tuttavia, per molti versi incongruente con lo spirito dell'Information Management & Modelling, ovverossia con la Digitalizzazione che ingenera una Cultura Industriale della Connessione basata sullo Internet of Things, Services and Data e sulle Smart Land.
La separazione era, in effetti, una categoria elettiva della originaria versione della Legge 109/1994, in considerazione dei fenomeni collusivi che hanno contraddistinto il Settore sino agli Anni Novanta del secolo scorso (sotto quella forma) e, in seguito, con altre modalità.
I corollari a questo assunto sono Centralità, Qualità e Terzietà del Progetto (termini alquanto vaghi), mentre la conseguenza a essi è la Legalità, il contrasto alla Corruzione e alla Criminalità, tema, quest'ultimo di evidente serietà e gravità, che rischia, peraltro, di distinguere negativamente il Nostro Paese dagli altri della UE 28, ponendo una pregiudiziale sulla applicabilità, come osservava il Presidente dell'ANAC Cantone, sulla trasponibilità delle Innovazioni Procedurali Comunitarie nel Nostro Paese: l'Eccezione Italiana?
 
Purtuttavia, la pervasività di tale chiave di lettura potrebbe non aiutare a comprendere pienamente la posta in palio nell'Era della Digitalizzazione delle Costruzioni che diparte, come osservato più volte, dal compimento di una parabola, di origine rinascimentale, sul ruolo umanistico dell'Architetto (e dei Progettisti) caratterizzato dalla Rappresentazione come dispositivo di allontanamento della Esecutività, e dalla riproposizione aggiornata delle figure e dei profili medievali di assenza di soluzione di continuità tra Simulation e Fabrication, palesi,in futuro, con il Design for Manufacturing e con l'Additive Manufacturing, applicati anche, e specialmente, agli Interventi sul Costruito.
Ciò che spiega eloquentemente il fenomeno in atto è che la Digitalizzazione rende computabili grandi moli di Dati e di Informazioni in funzione dell'Operazionalità, vale a dire delle Prestazioni e dei Comportamenti che caratterizzano i Manufatti nel Ciclo di Vita, che hanno a che fare sia con la contrazione e con l'ottimizzazione della Spesa Pubblica sia con la soddisfazione e con l'esaudimento dei bisogni degli Occupanti e degli Utenti.
In termini politici, si potrebbe affermare che i dividendi concerno le Finanze Pubbliche e le Politiche Pubbliche: il che spiega perché, in immaginari politici non arcaici come i Nostri, ciò stia alla base di Strategie Industriali e di Tattiche Elettorali.
Tale considerazione fa sì che il Ciclo di Vita permei anche Processi di Progettazione più tradizionali che hanno come oggetto contrattuale la sola Esecuzione del Progetto. In altri termini, per quanto possa essere desiderio del Settore e della Domanda, Pubblica o Privata, di tenere distinti Costruibilità e Operazionalità, nella sostanza le aspettative delle Strutture di Committenza non potranno che considerare sempre, almeno implicitamente, tale dimensione.
Il portato di ciò sulla Organizzazione della Progettazione è che l'Information Management & Modelling non possa essere semplicemente considerato come un metodo di Ottimizzazione dei Processi Consolidati, bensì debba essere riconnesso a Processi di Innovazione Radicale, non Incrementale, che paradossalmente costringono a pensare all'inverso, vale a dire, a definire un Brief, un Documento Preliminare alla Progettazione a partire dai Requisiti nel Ciclo di Vita.
Quali sono, però, questi Requisiti? Si tratta di Requisiti che sono, per definizione, mutevoli, dinamici ("probabilistici") anziché statici ("deterministici") a cominciare, in primo luogo, dalla Morfologia dei Manufatti stessi.
Ciò vuol dire che il ruolo di Progettista potrebbe, in parte, disgiungersi da quello dell'Architetto o dell'Ingegnere, del Libero Professionista, se questi non prende coscienza che variazioni di Identità, Ruoli e Responsabilità sono destinati a sancire un vero e proprio Cambio di Paradigma.
Poca attenzione si è posta sinora a ciò che concretamente significano gli Employer's Information Requirements e il BIM Execution Plan, poiché essi indicano come la Progettazione debba aver inizio a partire da un quadro esigenziale e prestazionale formalizzato in termini computazionali (sull'Operazionalità) da parte della Struttura Committente, per tradursi in un vero e proprio Processo Virtuale di Costruzione Digitale, in cui Elementi e Spazi vengono elementalmente - in modo anche non simmetrico e allineato - realizzati (sia nella Nuova Costruzione sia nell'Intervento sul Costruito) da coloro che sviluppano l'Information Model.
In questo senso, mentre l'attenzione generale si è concentrata sulla identificazione dei Conflitti Geometrici, ci si è scordati che di Visual Project Management e di Visual Design si tratta: vale a dire, di ragionare per immagini, di rendere visualizzabili i concetti, entro una Clash Detection & Prevention assai più sofisticata di quella abituale.
Ma quello che appare davvero dirompente è dato da una duplice considerazione:
1) la Progettazione che si invera attraverso la Modellazione e la Modellistica, ragiona per Prestazioni dei Componenti del Manufatto e per Comportamenti degli Utenti sin dalla Fasi Preliminari (anzi, richiederebbe la presenza precoce di Esecutori e di Gestori sin dall'inizio) e, di conseguenza, sovverte una precisa identificazione delle Fasi Temporali con l'Attribuzione di Responsabilità. Il Progetto dell'Operazionalità del Manufatto pone seri interrogativi sui saperi tradizionali di Architetti e di Ingegneri, ma anche dei Committenti medesimi in funzione delle esigenze dei Finanziatori e degli Investitori, anche perché costringe i Progettisti a far inizio dalla fine (dall'Operazionalità del Bene e dalla Simulazione del suo Uso), declinando Conoscenza e Rischio sotto una prospettiva affatto inusuale;
2) la Machine-Readability di Big e di Giant Data crea una progressiva transizione e traslazione dal piano degli Outcome (dei Prodotti della Progettazione, della Esecuzione, della Gestione) a quella dei Process (della Business Intelligence che spiega come gli Attori generino tali Prodotti).
Queste considerazioni illustrano e descrivono compiutamente come il ritenere che la Digitalizzazione possa dispiegarsi pienamente nel Settore delle Costruzioni senza effetti assai significativi (e, talvolta, devastanti) sia una pia e velleitaria illusione.
L'indifferenza del Nostro Paese per gli effetti combinati della Transizione Digitale e della Transizione Energetica (che induce a una Servitizzazione del Settore) è assai grave, in quanto ha una origine e una spiegazione culturale e storica (persino antropologica).
Del resto, negli Stati Uniti, sullo Statuto del Progetto e della Progettazione si è aperto un dibattito accademico di alto livello che, tuttavia, ha una sponda cruciale nell'American Institute of Architects (AIA), preoccupato saggiamente che la sottovalutazione del tema conduca alla marginalizzazione della professione.
Possiamo, dunque, ritenere che la migliore risposta, sia per i Ceti e per le Rappresentanze Professionali sia per le Classi Accademiche, consista nella negligenza dell'argomento? O ciò non farà sì che entrambi, siano destinati alla marginalizzazione, appunto?
Non sarebbe meglio riflettere attentamente su come, nelle offerte formative accademiche e professionali, orientare e affrontare le sfide della Digitalizzazione che, certamente, non passano in prima istanza dai dispositivi, ma dalle mentalità e dai modelli organizzativi?
 


La Germania, con la DIN SPEC 91400, entra nell'agone delle Strategie Governative (a fine mese si costituiranno la Piattaforma Nazionale Bauen Digital GmbH e la Commissione BIM nel DIN), assieme alla Francia e al Regno Unito: Rien ne va plus, les jeux sont faits, au revoir Italie.
 
 
 
BIM made easy - with DIN SPEC 91400
New DIN SPEC on Building Information Modelling (BIM) introduced at the "BAU" building trade fair in Munich.
(2015-01-26) The digitalization of building processes is increasingly being shaped by "building information modelling" (BIM), a 3D digital representation of physical and functional characteristics of structures. This process can be used during all phases of a construction project, and by all those who plan, design, construct, and manage buildings and infrastructures
DIN SPEC 91400 "Building Information Modelling (BIM) - Classification according to STLB-Bau", published in German and English, links a component-oriented classification and description system for BIM that is based on the German "STLB-Bau" (a database of standardized descriptions of construction work) with a model-based Industry Foundation Classes (IFC) data exchange model. In this way the new DIN SPEC provides a bridge between BIM component modelling and an STLB-based description of works.
One example of how this DIN SPEC has already been put into practice is the DBD-BIM" plug-in for Autodesk's widely used "Revit" program - the plug-in gives access to a web-based database with over 700 component classes and 2,000 component types. It supports the open and neutral IFC data exchange format according to ISO 16739 and DIN SPEC 91400. For example, with DBD-BIM a designer can select properties such as thickness, material or strength class from a drop-down menu to clearly describe objects for a new building.
DIN SPEC: Reach the market faster
DIN SPEC is a process at DIN that allows you to develop and publish new documents faster - often within only a few months. This makes it easier to standardize innovative technologies, products or services faster and bring them quickly to the market.
DIN organizes the entire DIN SPEC process - so that you can concentrate on the content. DIN SPECs make innovations marketable: The needs of manufacturers and providers - and the customer - are united in a common specification, thus enhancing acceptance and promoting application of the innovation.