Riciclo
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Il riciclo dei rifiuti inerti: una via obbligata per la sostenibilità

La situazione del recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione in Italia

 

Il 1 dicembre 2014 ISPRA ha reso disponibile il nuovo Rapporto Rifiuti Speciali 2014.
Il maggior flusso di rifiuti speciali deriva dal settore delle costruzioni e demolizioni (42,1%) e in generale la quantità di rifiuti inerti CDW (Construction and Demolition Waste) rappresenta la voce più significativa in Europa con una quantità prodotta pro capite annua di circa 500 kg.

La direttiva europea 2008/98/CE, come è noto, ha fissato precisi obiettivi per la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio non solo per i rifiuti urbani ma anche per i rifiuti da costruzione e demolizione. Per questi ultimi l’obiettivo per la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti inerti in sostituzione di altri materiali, risulta pari al 70% in peso.
Alcuni Paesi del nord Europa, come Olanda e Danimarca, a fronte della scarsità di materie prime naturali, hanno da molto tempo puntato sul recupero e la quasi totalità (>90%) degli inerti utilizzati nel settore delle costruzioni deriva dal riciclo. Naturalmente produzione e gestione dei CDW sono peculiari delle singole realtà, essendo strettamente connesse alle diverse condizioni economiche, demografiche, culturali e ambientali.

Nel nostro Paese il recupero dei CDW è stato in passato notevolmente rallentato a causa di molteplici fattori, fra cui: un territorio assai ricco di materiali naturali da costruzione e di pietre da taglio che storicamente hanno alimentato la quasi totalità del fabbisogno; il costo ridotto per il conferimento in discarica; una diffusione di interventi di micro-demolizioni; una scarsa cultura del riciclo.
Tuttavia, anche in Italia, sulla base dei dati di produzione e gestione dei rifiuti di costruzioni e demolizione dell’ultimo triennio presenti nello stesso rapporto ISTAT, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio dei CDW appare oggi superiore al 75%.
Anche la Regione Emilia Romagna, all’interno dell’ultimo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, individua nei rifiuti derivanti dalle attività di Costruzione e Demolizione una delle principali filiere per lo sviluppo di progetti dedicati. In coerenza con le finalità del Piano si ritiene necessario approfondire la conoscenza del settore per favorire l’applicazione della normativa sul recupero e sull’utilizzo dei riciclati e per definire azioni e strumenti strategici per regolamentare e implementare una corretta gestione dei rifiuti inerti.
Per favorire la diffusione sul mercato degli stessi prodotti di riciclo importante appare l’approccio del Green Public Procurement (GPP), ovvero degli acquisti verdi per le opere pubbliche per le quali si dovrà necessariamente prevedere l’impiego di una percentuale significativa, superiore al 30%, di materiali riciclati. A tale proposito sono in via di definizione presso il Ministero dell’Ambiente i “Criteri Ambientali Minimi” per gli acquisti relativi ad alcune categorie merceologiche fra cui costruzione e manutenzione strade, arredo urbano, edilizia: la fornitura di materiali riciclati diverrà quindi a breve determinante per l’aggiudicazione delle gare d’appalto in ambito pubblico.
 
L’attuale gestione finalizzata al riciclo prevede la separazione selettiva dei rifiuti in fase di demolizione, la raccolta e lo stoccaggio temporaneo, il trasporto all’impianto e il processo di trattamento dei CDW per la produzione dei materiali inerti riciclati.
Selezione e riciclo offrono un’alternativa importante al tradizionale conferimento in discarica e una scelta obbligata dal punto della sostenibilità ambientale.
Dall’analisi comparativa delle operazioni di trattamento di riciclo rispetto alla lavorazione degli inerti naturali, è possibile infatti individuare un evidente vantaggio di tipo ambientale connesso ad una sempre più larga diffusione delle pratiche di recupero e riciclo dei CDW, riassumibile nei seguenti punti:
- una significativa riduzione dello sfruttamento di materie prime non rinnovabili, sostituite per molteplici campi di impiego da inerti riciclati con uguali prestazioni tecniche,
- un contenimento dei consumi energetici, idrici e di emissione di CO2,
- la riduzione dell’impronta ecologica per specifici rifiuti da costruzione come ceramiche, malte, cementi e mattoni,
- un miglioramento di un parametro sempre più importante dal punto di vista economico e ambientale quale l’ “uso del suolo”: l’incremento delle percentuali di riciclo dei CDW consente infatti una significativa limitazione dei conferimenti in discarica rendendo possibile la destinazione di porzioni di territorio verso impieghi più nobili.
Incrementare le percentuali di materiale riciclato significa contribuire in maniera determinante all’abbattimento degli impatti e complessivamente ad una valorizzazione delle risorse naturali in un’ottica di sempre migliore sostenibilità ambientale e di opportunità economiche nel pieno rispetto degli obiettivi comunitari.

 

Alessandra Bonoli

Professore Associato in Ingegneria delle Materie prime, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, DICAM.Università degli Studi di Bologna

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