Certificazione Energetica
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Rapporto 2014 sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia

Rapporto 2014 sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia

1. Scopo del lavoro
 

Prof. Ing. Cesare Boffa - Presidente CTI

La presentazione del “Rapporto 2014 sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici” avvenuta al MISE il 19 dicembre scorso, è stata l’occasione per fare il punto su politiche e azioni attualmente in atto per la promozione dell’efficienza energetica sui decreti attuativi della Legge 90/13 (DM “Requisiti Minimi” e “Linee Guida”).
Come è noto, lo scopo tradizionale del Rapporto è tracciare un quadro della normativa e dei risultati ottenuti dalle singole Regioni e Province autonome, permettendo così di misurare lo stato nazionale dell’applicazione della Direttiva EPBD e, nello stesso tempo, di sostenere il cammino verso una maggiore uniformazione dei metodi e delle procedure di calcolo delle prestazioni energetiche e il relativo rilascio dei certificati, come peraltro richiesto dal mondo operativo e dall’industria del settore.
Nell’edizione 2014 sono stati introdotti anche degli elementi di confronto con la realtà della UE elaborati dal BPIE (Buildings Performance Institute Europe) in collaborazione con il CTI. Risulta che l’Italia, nonostante le problematiche che affliggono il settore, è tra le nazioni più avanzate nel settore e che dispone, probabilmente, della maggiore esperienza. L’Italia, di fatto, vanta ben oltre 3,5 milioni di abitazioni certificate (stima relativa al 2013, sicuramente in difetto), ovvero oltre il 50% in più rispetto al 2012.

2. Risultati dell’analisi condotta dal CTI1
In una situazione così particolare come quella italiana, in tema di attuazione della certificazione energetica degli edifici il CTI sta svolgendo un compito di particolare rilievo, che consiste nel raccogliere e aggiornare tutte quelle informazioni sullo stato di implementazione nelle varie regioni degli elementi cardine della direttiva EPBD. Nel 2014 è stato possibile operare un confronto diretto tra situazione italiana e situazione europea, infatti il CTI ha anche partecipato alla redazione del rapporto elaborato dal BPIE “Energy Performance Certificates (EPC) across the EU”.
Il rapporto BPIE e il rapporto CTI esaminano i seguenti aspetti della direttiva EPBD (2):
• Qualificazione e accreditamento dei certificatori;
• Metodologia;
• Controllo della qualità;
• Sanzioni.
L’analisi condotta dal CTI è frutto di uno stretto e diretto contatto con le Regioni.

Accreditamento
Anche se l'accreditamento dei certificatori, secondo l'EPBD, è volontario, viene effettuato nella maggior parte degli Stati membri. In 12 dei 28 Stati membri, il processo di accreditamento è di competenza degli enti governativi (cioè il Ministero competente e/o sue agenzie), è basato sul riconoscimento dei risultati degli esami obbligatori. In alcuni paesi (ad es. la Croazia, Polonia e Belgio-Vallonia), per completare la procedura di accreditamento, gli esperti qualificati devono essere in possesso di un'assicurazione di responsabilità civile. In altri paesi (ad esempio Lussemburgo, Polonia, Romania) l'accreditamento da parte di un organismo governativo richiede che gli esperti qualificati siano membri di associazioni professionali riconosciute (ad esempio gli Ordini degli architetti, degli ingegneri, ecc.).
In Danimarca, l'accreditamento è reso dall'Agenzia danese di accreditamento (Organismo nazionale di accreditamento DANAK - http://english.danak.dk/). Possono essere accreditate solamente le compagnie che operano nel settore della certificazione energetica certificate ISO 9001. I sistemi di garanzia della qualità e di tutti gli altri requisiti che le imprese devono soddisfare sono verificati.

Metodologia di calcolo
Il tema è affrontato dall’art. 3 della EPBD. L'all.I, in particolare, prevede che la prestazione energetica possa essere stimata, oltre che con procedimenti analitici, anche attraverso il rilievo del consumo effettivo di energia. Attualmente, 14 su 28 paesi adottano il procedimento analitico. Altrove, sono ammessi entrambi i metodi con delle limitazioni. Per es. in Slovenia e UK il rilievo del consumo si applica solo a certe tipologie edilizie, mentre in Estonia e Lettonia è applicabile a tutti gli edifici esistenti. In Svezia, la valutazione analitica è sempre necessaria prima della costruzione di un nuovo edificio, mentre è possibile ricorrere al rilievo del consumo una volta che il medesimo è realizzato. In Italia la stima della prestazione energetica avviene con procedimenti analitici, nella pratica attraverso l’uso di strumenti di calcolo basati sulle UNI/TS 11300 o su metodi regionali. A seguito del recente aggiornamento delle UNI/TS 11300?1 e 2 (2/10/14) non è più possibile utilizzare il software DOCET fintantoché non sarà aggiornato (presumibilmente a metà 2015). Il suo utilizzo non era comunque consentito in tutte le regioni.

Elenco certificatori energetici
In Europa si possono distinguere più situazioni:
- Registro dei certificatori obbligatorio (Finlandia, Svezia; Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Cecoslovacchia, Austria, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Francia, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi ...);
- Registro volontario dei certificatori (Germania);
- Registro regionale (Spagna, Italia, Belgio);
- Informazione non disponibile (Norvegia).
Per quanto concerne l'Italia, le regioni Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Trento, Valle d'Aosta, dispongono di un elenco dei soggetti certificatori consultabile online sui siti istituzionali o di organizzazioni collegate. Il Friuli Venezia Giulia, sul sito ARES riporta un elenco dei certificatori energetici e ambientali che hanno seguito un corso organizzato dallo stesso ARES (Agenzia Regionale dello Sviluppo sostenibile).
Gli elenchi, in genere, riportano i recapiti dei singoli tecnici. Il Piemonte consente anche di depositare e rendere visibile il curriculum professionale. A seguito della sentenza n°2426 emessa dal TAR della Puglia l'11/06/2010, l’omologa regione ha sospeso la gestione dell'elenco. Per alcune regioni è possibile conoscere la distribuzione di frequenza, all'interno dell'elenco, dell'appartenenza professionale dei certificatori.

Modello di Attestato di prestazione energetica (APE)
In Italia alcune regioni hanno un modello di APE che differisce da quello nazionale di riferimento (LGN), tali regioni sono: Bolzano, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trento, Valle d’Aosta. Rispetto al 2013 non ci sono variazioni.

Modalità di emissione dell’APE
Nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria l'APE viene emesso da software commerciale certificato dal CTI. Nelle regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, l'APE viene emesso da piattaforma gestita dalla Regione mentre per le regioni Bolzano, Lombardia e Trento l'APE è emesso da piattaforma gestita dall’Organismo di abilitazione.

Accesso alle Informazioni
È possibile accedere alle informazioni contenute negli APE nelle seguenti regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Sicilia e Valle d'Aosta. Solitamente le informazioni disponibili sono di tipo aggregato per classe energetica, caratteristiche geometriche e tipologia catastale dell'edificio. Nella sola Regione Lombardia è possibile la consultazione informatizzata degli archivi relativi agli APE in formato OpenData.

APE depositati
Gli APE depositati in Italia sono oltre 3.500.000, il dato tuttavia è incompleto poiché non tutte le regioni hanno comunicato le informazioni. Rispetto al 2013 si ha avuto un incremento di circa il 50%.

Controllo degli APE
L'attuazione dei sistemi di controllo di qualità indipendenti è stato fissato dalla Direttiva nel gennaio 2013. In alcuni paesi europei (a es.: Grecia, Ungheria, Lettonia, Repubblica Ceca, Croazia, Germania, Romania e Slovenia), il sistema è stato introdotto o modificato solamente nel corso del 2013-14. È invece ancora in corso di definizione in Lettonia e Repubblica Ceca per gli edifici esistenti. In Polonia, il quadro legislativo sarà completato nei prossimi mesi. Nel 2014, la CE ha chiesto agli stati di riferire in merito all'attività di controllo per l'anno 2013.Hanno risposto 19 paesi. Per quanto concerne l'Italia hanno fornito informazioni alla Commissione Europea 11 Regioni in riferimento a un totale di 419.650 APE prodotti nel corso del 2013. Le dimensioni del campione per la verifica è risultato del 6,4% (di cui 6,3% verificato secondo l'Opzione A; l’1,0% e il restante 0,1% rispettivamente secondo le opzioni B e C). L'opzione A prevede la verifica dei dati di input e dei risultati.

Elementi di Criticità
• È necessaria l'armonizzazione delle modalità di controllo della qualità degli APE nelle varie regioni. Un passo significativo è stato ottenuto con l'introduzione di un sistema di controllo indi-pendente, tuttavia gli approcci sono diversi, soprattutto nel processo di selezione del “campione statisticamente rappresentativo”.
• È necessario promuovere l'analisi critica dei dati raccolti con gli APE al fine di meglio orientare interventi specifici e la politica locale.
• La qualità dei certificati non è sempre soddisfacente. Si tratta probabilmente dell’aspetto più problematico che va affrontato applicando le procedure di controllo e con l’aggiornamento dei tecnici. Le classi di prestazione energetica oggi non risultano comparabili per tutte le regioni: questo, probabilmente, non permette il confronto tra edifici che si trovano in località diverse e soprattutto non facilita la crescita di una reale sensibilità negli utenti. Sarebbe quindi auspicabile che si utilizzi uno standard di classificazione unico per tutto il territorio nazionale oppure che si inserisca negli attestati regionali anche la classificazione nazionale.
Il certificatore qualificato in una regione non può operare su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un aspetto che probabilmente porta ad aumentare i costi per il cittadino e che potrebbe essere superato utilizzando una procedura nazionale unificata. L’attuale tendenza è quella di allinearsi alle UNI/TS 11300 e ciò costituirà un passo fondamentale nella direzione auspicata.

3. Politiche e programmi a sostegno dell’efficienza energetica negli edifici2
Il 2014 è stato un anno proficuo sul piano della produzione legislativa in ambito energetico, che ha visto infatti la pubblicazione del Decreto di recepimento della direttiva sul risparmio energetico (D.Lgs. 4 luglio 2014, n.102"Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE"). L'obiettivo nazionale indicativo di risparmio energetico cui concorrono le misure del decreto 102, consiste nella riduzione, entro l'anno 2020, di 20 MTep dei consumi di energia primaria, pari a 15,5 MTep di energia finale, conteggiati a partire dal 2010, in coerenza con la strategia energetica nazionale.
Il decreto ha dunque confermato gli obiettivi di efficienza energetica al 2020 (riduzione dell'energia finale, riduzione delle emissioni di CO2concretizzabili come risparmio sulla bolletta energetica nazionale). Nello stesso mese (luglio 2014), è stato anche finalizzato il piano di razionalizzazione nazionale sull'efficienza energetica predisposto dall'ENEA in cui, sostanzialmente, sono stati confermati gli obiettivi di riduzione energetica attesa relativa ai consumi per settore economico nel biennio 2011-2012. La riduzione dei consumi per effetto delle politiche per l’efficienza energetica è stata di 2,3 Mtep (15% dell’obiettivo 2020 conseguito nel 2011-2012 - 20% nel settore civile). In merito al settore civile (consumi 4,9 Mtep) si ritiene che l'Italia, per quanto concerne il settore residenziale(riduzione di 0,96 Mtep), sia posizionata relativamente bene; al contrario, tuttavia, per quanto concerne il settore terziario, che include dati riguardanti la pubblica amministrazione, (riduzione di 0,05 Mtep), viene rilevata una riduzione inferiore.
Un aspetto importante previsto dalla direttiva sull'efficienza energetica è la predisposizione di una strategia nazionale per la riqualificazione energetica del parco immobiliare pubblico e privato (STRE-PIN), che attualmente è in corso di finalizzazione da parte dell'ENEA e che definirà in maniera canonica e organica gli obiettivi e le modalità per la riqualificazione del parco immobiliare esistente in edifici ad energia quasi zero. Nel corso del 2015 sia il Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica (PAAE) sia la strategia (STREPIN) saranno sottoposti a consultazione pubblica.
La direttiva sull'efficienza energetica prevede anche la riqualificazione energetica degli immobili della Pubblica Amministrazione Centrale che è caratterizzata da circa 2.900 immobili (per 13,7 milioni di metri quadrati occupati), è previsto un obiettivo di riqualificazione energetica di almeno il 3% annuo (2014-2020) pari a circa 400.000 metri quadri con una spesa stimata di 541 milioni di euro, il Governo ha già messo in campo 355 milioni di euro e aperto la presentazione dei progetti, tali progetti sono in corso di valutazione da parte dell'ENEA e del GSE.

Sul tema relativo agli incentivi e agli strumenti finanziari si sta lavorando su:
• La revisione del “Conto termico” finalizzato ad incentivare interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica negli edifici della Pubblica Amministrazione. L'obiettivo è ottimizzare l'efficacia dello strumento. Indicativamente entro gennaio è prevista l'emanazione di un nuovo decreto;
• La revisione del meccanismo delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetiche degli edifici con lo scopo di renderle strutturali e maggiormente selettive e aggiornandone i requisiti tecnici. Le detrazioni del 65% saranno conservate anche per il 2015;
• L’istituzione di un fondo rotativo per la concessione di garanzie e/o finanziamenti per investi-menti in efficienza energetica, come previsto dal D.Lgs. 4 luglio 2014, n.102;
• Finanziamenti a tasso agevolato per interventi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici adibiti all'istruzione scolastica ed universitaria (Fondo Kyoto 3);
• I Fondi strutturali 2014-2020 allocando oltre 1,5 miliardi di euro per la realizzazione di interventi di efficientamento energetico negli edifici di proprietà della Pubblica Amministrazione.
• Per quanto concerne il tema degli standard e degli strumenti di legislativi di regolazione il Ministero dello Sviluppo Economico sta lavorando sulle seguenti tematiche:
• Requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici;
• Revisione delle Linee guida esistenti per l'attestazione della prestazione energetica degli edifici;
• Modalità per l’esercizio e il controllo degli impianti di climatizzazione (a febbraio sono stati pubblicati i modelli di impianto per la climatizzazione);
• Misurazione dell’energia e fatturazione (con l'esame di quegli aspetti indiretti legati all’introduzione dell’obbligo per rendere le fatture energetiche maggiormente chiare, trasparenti e comunicative per il cittadino);
• Obbligo per la Pubblica Amministrazione ad acquistare prodotti, servizi ed edifici ad alta efficienza energetica;
• Requisiti minimi di prestazione energetica dei prodotti (attività connessa all'Ecodesign).

Per quanto riguarda i “fattori abilitanti per promuovere l'efficienza energetica” il MiSE sta operando sui seguenti aspetti:
- Qualificazione operatori, corsi per certificatori energetici, introduzione di regimi di certificazione e accreditamento per i fornitori di servizi energetici;
- Sviluppo e diffusione di contratti tipo di prestazione energetica;
- Linee guida per semplificare ed armonizzare le procedure autorizzative per l’installazione degli impianti (attualmente le regole variano da Regione a Regione);
- Informazione e formazione;
- Predisposizione del programma di informazione e formazione 2015-2017 con dotazione di 3 milioni di euro. Tale programma è rivolto a imprese, fornitori servizi energetici, dipendenti della PA, studenti, consumatori).
Con il recepimento della direttiva 2012/27/UE nell’ordinamento nazionale (D.Lgs. 4 luglio 2014, n.102), è stato compiuto un passo importante per il miglioramento dell'efficienza energetica, tuttavia rimane comunque prioritario procedere rapidamente con l’emanazione dei provvedimenti attuativi per consentire le previsioni del decreto stesso.

È quindi opportuno affinare e sviluppare ulteriormente la strumentazione messa in campo, tenendo conto dell’esigenza di:
- Migliorare la governance mettendo a sistema le iniziative e le competenze dei diversi attori a diverso titolo coinvolti nella promozione dell’efficienza energetica;
- Sviluppare ed applicare metodologie per il monitoraggio, la valutazione e il controllo delle misure attivate al fine di garantire una maggiore efficacia nel raggiungimento degli obiettivi;
- Ottimizzare l’allocazione delle scarse risorse pubbliche disponibili orientandole verso gli interventi con migliore costo-efficacia.
Infine è possibile affermare che, nonostante la complessità del percorso descritto, con la collaborazione fattiva e costruttiva da parte di tutti operatori coinvolti, sarà possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi prefissati consentendo quindi al Paese di mantenere, anche in Europa, una posizione di leadership in un settore strategico per lo sviluppo e la crescita del Paese stesso.
 


1Giuliano Dall’O – Presentazione del Rapporto 2014 del CTI sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica
degli Edifici in Italia – Roma, 19/12/2014.

2 Mauro Mallone, MiSE – Politiche e programmi a sostegno della efficienza energetica degli edifici. Presentazione del
Rapporto 2014 del CTI sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia – Roma, 19/12/2014.

Cesare Boffa

Presidente del Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI)

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Certificazione Energetica

La certificazione energetica degli edifici è una procedura volta alla valutazione dell'efficienza energetica di un edificio. L'obiettivo...

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