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Contributi per la PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE degli AGGREGATI in Emilia-Romagna: intervista a Capsoni

Intervista all’Architetto Marco Capsoni, in relazione al suo contributo alla realizzazione della pubblicazione intitolata “Contributi per la pianificazione sostenibile degli aggregati in Emilia-Romagna”, che tratta le medesime tematiche del progetto europeo SNAP – SEE, specificandole maggiormente per il territorio regionale.

Intervista all’Architetto Marco Capsoni, in relazione al suo contributo alla realizzazione della pubblicazione intitolata “Contributi per la pianificazione sostenibile degli aggregati in Emilia-Romagna”, che tratta le medesime tematiche del progetto europeo SNAP – SEE, specificandole maggiormente per il territorio regionale.

Architetto Capsoni, lei che ha contribuito personalmente alla realizzazione della pubblicazione italiana, può darci delle informazioni del lavoro che avete compiuto?
E’ stata realizzata una prima parte del progetto della Regione Emilia Romagna; essa riguarda la fase conoscitiva, al fine di conoscere il segmento di filiera degli aggregati riciclati provenienti dalle attività di demolizione e costruzione. Nei primi sei mesi dell’anno è stata fatta un’indagine conoscitiva sulle dinamiche quantitative merceologiche di questi prodotti con l’interconnessione delle filiere di utilizzo, come quelle del conglomerato cementizio, del conglomerato bituminoso ed opere stradali. Con la pubblicazione di questo report, credo che la Regione abbia, per la prima volta, composto un quadro sicuramente attinente alla realtà come non era mai stato affrontato precedentemente. Ora c’è, da parte della Regione, la volontà di mettere maggiormente a punto questi risultati, con una seconda fase operativa per creare degli strumenti che siano utili un po’ a tutto il settore, quindi non solo conoscenza fine a se stessa, ma finalizzata al sostegno del settore.

Quindi, i manuali del progetto europeo SNAP SEE, per ora non hanno trovato un parallelo a livello italiano, visto che la seconda fase, quella operativa, è ancora in fase ideativa?
Diciamo che l’obiettivo di questo progetto, che ha un approccio olistico alla visione del tema principale “La pianificazione delle risorse minerarie”, era proprio questo: vedere dopo il primo progetto, che era SARMa di qualche anno fa (dedicato alle attività legate agli aggregati riciclati, ma senza prendere in considerazione la loro pianificazione), il sistema di gestione delle risorse minerarie. In sostanza un rapporto sistemico a ciclo chiuso e in questo contesto sono stati esposti i modelli: la provincia di Trento ha esposto il modello di flusso di raccolta dei dati e validazione dei dati.
In sostanza, questa fase di SNAP è stata una fase di conoscenza e impostazione metodologica, non è stata una fase sperimentale se non per qualche esperienza delle province (quello che è stato fatto in regione Emilia Romagna). Si può dire che è un contributo che l’Italia ha dato all’interno del progetto europeo, mettendo a servizio queste esperienze nel contesto di un approccio multidisciplinare ed inclusivo: si è passati dalla integrazione delle discipline alla inclusione delle stesse, secondo il nuovo orientamento europeo dell’economia. Tutto il progetto SNAP ruota tutto attorno a questi temi.

Per quel che riguarda la pianificazione degli aggregati secondari ed il recupero delle aree di cava, tali argomenti verranno approfonditi in un secondo tempo?
Per quel che riguarda il recupero delle aree di cava, in Regione Emilia Romagna, è stato fatto molto, sia con SARMa che con la parte di SNAP già sviluppata in Regione, in particolare dalla provincia di Parma. Diciamo che essenzialmente il risultato di questo progetto è un contributo attraverso la creazione di un modello per la conoscenza ed un modello per la visione olistica del problema della pianificazione delle risorse minerali. Essa non è più vista come dimensionamento di cave, ma come risultato di numerose analisi, comprese quelle delle produzioni di materiali riciclati. In questo progetto della Regione Emilia Romagna è stata coinvolta anche Atecap proprio per sensibilizzare gli associati su questo tema. L’Associazione ha anche prodotto un piccolo quaderno sugli aggregati riciclati. Ho apprezzato moltissimo la coesione del gruppo, il loro contributo e quello che Atecap sta facendo nella direzione degli aggregati riciclati: su tutti questi argomenti siamo perfettamente allineati.