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TORTONA 33: l’equilibrio del vetro sospeso

L’intervento di retrofitting dell’edificio di Via Tortona 33 a Milano è stato progettato dallo Studio di architettura “Il Prisma” per la Committente, BNP PARIBAS REIM SGR p.A.

 Particolare del varco di accesso

Introduzione
L’intervento di retrofitting dell’edificio di Via Tortona 33 a Milano è stato progettato dallo Studio di architettura “Il Prisma” per la Committente, BNP PARIBAS REIM SGR p.A. per conto di "Fondo Immobiliare Dinamico", con l’intento di coniugare aspetti funzionali di razionale impiego degli spazi forniti dall’edificio esistente con esigenze formali di notevole rilevanza architettonica. Per questa ragione assume particolare importanza l’atrio di ingresso, che appare come un’immaginaria scaglia di cristallo conficcata in modo apparentemente irregolare sulla facciata dell’edificio e si materializza attraverso la creazione di superfici in vetro sostenute da lame e fili lucenti in acciaio.
 

 

 

Geometria e Materiali
L’atrio d’ingresso ha dimensioni in pianta di 4.30 m x 14.30 m ed un’altezza di 21.10 m circa.
La facciata è costituita da elementi in vetro temprato e stratificato (mediante interposizione di 4 layer in PVB, polivinilbutirrale) di spessore pari a 12 mm + 1.52 mm PVB + 12 mm e dimensioni di altezza variabile da un minimo di 3.16 m ed un massimo di 4.85 m e di larghezza pari a circa 2 m (Figg. 1, 2, 3 nel pdf scaricabile).
Le misure dei moduli di facciata sono determinate dall’esigenza di rispettare gli allineamenti orizzontali delle facciate dell’intero edificio circostante, seppur di differente tipologia. Le lastre in vetro sono tutte appese alla struttura in acciaio inox mediante fissaggio puntuale. Il fissaggio è realizzato grazie all’impiego di rotule a snodo sferico bullonate su spider in acciaio AISI 316. Generalmente ogni lastra è vincolata in 4 punti secondo uno schema isostatico, fatta eccezione per le prime lastre al piede della facciata che, a causa delle dimensioni parti-colarmente estese, sono fissate in 4 punti e vincolate linearmente sul lato inferiore (nei confronti delle azioni normali alla superficie del vetro) per contenere il regime tensionale e lo stato deformativo, rispettando comunque sempre uno schema di supporto di tipo isostatico.
Il vetro è AGC Planibel Linea azzurra, particolarmente adatto per spessori importanti, con leggera riflessione bluastra‏.
Il sistema di sostegno della facciata in vetro è costituito sostanzialmente da 2 elementi: un sistema di tiranti ed una serie di pinne in acciaio. I tiranti hanno diametro di 22 mm e le pinne hanno sezione inscrivibile in un rettangolo di base pari a 50 cm ed altezza pari a 25 cm, con un lato inclinato di circa 20°. La piastra di testa delle pinne in acciaio ha spessore di 15 mm mentre il guscio, che compone con la piastra una sezione scatolare, ha spessore di 6 mm. Alla piastra di testa sono ancorati tutti gli elementi ed accessori che connettono la parte vetrata a quella metallica (Fig. 4, vedi pdf). I tiranti sono ancorati alle strutture di copertura in acciaio e collegati alle pinne senza alcun vincolo a terra.
Oltre ad essere pendinate, le pinne sono ancorate all’estremità interna mediante incastro su di una apposita struttura in acciaio mentre in posizione intermedia sono collegate ad un portale metallico rivestito in cor-ten. La porzione esterna è invece a sbalzo. Lo schema statico quindi è quello di trave sospesa con incastro ad un estremo, appoggio intermedio e sbalzo esterno. La porzione compresa tra i 2 vincoli ha dimensione pari a 8.31 m mentre la porzione a sbalzo ha dimensione pari a 5.97 m circa. I tiranti di sospensione sono disposti con passo pari alla larghezza dei vetri di facciata, ovvero ogni 2 m circa e svolgono quindi il compito di riportare alle strutture di copertura il peso proprio dei vetri di facciata. Le pinne sostengono invece le azioni di pressione e depressione del vento.
La ricerca della posizione del tirante ha rivestito un ruolo molto importante nei confronti del bilanciamento dei carichi permanenti e permanenti portati ed è stata determinata in modo tale da rendere non-necessario l’inserimento di un ulteriore cavo riequilibrante. E’ stato possibile raggiungere questo obiettivo abbinando all’ottimizzazione della posizione dei tiranti la ricerca di uno schema statico in grado di contribuire ad equilibrare le ulteriori eccentricità di carico accidentali.

Fasi di montaggio di pinne, tiranti e vetriVista d’insieme di pinne, tiranti e vetri

NELL'ARTICOLO COMPLETO:
- L'analisi Strutturale
- L’equilibrio del tirante
- La pinna in acciaio
- I vetri di facciata
- I dettagli Costruttivi