Data Pubblicazione:

Una domanda di fondo: si può fare a meno della Digitalizzazione?

Qui nous délivrera des Grecs et des Romains? Riprendendo Berchoux occorre domandarsi se, infine, il tema della Digitalizzazione, della Quarta Rivoluzione Industriale, non sia essenzialmente un abbaglio, se la sua pervasività in termini di dibattito internazionale non assomigli molto a quella di un tempo, relativa all'Industrializzazione Edilizia e alle sue sorti postume.
E, in effetti, a mio parere, il tema è addirittura coincidente e concerne la natura ultima del Settore delle Costruzioni, l'ambizione degli Innovatori e dei Riformatori a trasformarlo e l'ostinata resistenza che esso oppone, sinora con un sostanziale successo. Ma anche con valide ragioni?
Ovviamente, non solo in Italia, la Digitalizzazione è convenzionalmente accolta, per quanto poco praticata, col retropensiero, peraltro evidente, di non seguirne le conseguenze più importanti, quelle che andrebbero a riconfigurarne l'identità.
Naturalmente, una analisi attenta, condotta ovunque nel Mondo, rivelerebbe oggi probabilmente un fenomeno diffuso di BIM Washing, nel senso che la Digitalizzazione appare tendenzialmente nominale.
Di fatto, molto spesso, tranne che in alcune realtà, la richiesta proveniente dai Committenti è molto generica ed è declinata strumentalmente (in tutti i sensi): Committenze che non hanno ancora misurato appieno il significato della Digitalizzazione formulano richieste a cui si replica, appunto, prevalentemente sul piano nominale.
Questa è anche la ragione per cui, in termini consulenziali, l'aspettativa degli Operatori è riconducibile prevalentemente all'apprendimento e all'adozione di strumenti: prima di BIM Authoring, poi di Space Programming e di Model Checking.
L'accettazione di un metodo, impostato sulla revisione dei processi, è, invece, percepita come onerosa sotto molti profili e, in ultima analisi, eccessiva o prematura.
"Non è ancora il tempo per" è, infatti, da sempre il refrain caro al Settore.
Accanto a ciò, occorre riconoscere come buona parte delle Mappe di Processo riconducibili alla Digitalizzazione appaiano fondamentalmente deterministiche e meccaniciste, poiché restringono a schemi già irrisolti in passato le modalità di applicazione.
Si preferisce, quindi, enfatizzare le caratteristiche di trasparenza e di inambiguità delle transazioni digitali, ignorando, volutamente, la complessità degli apparati mentali e dei meccanismi decisionali propri della realtà.
In tutte le versioni proposte, la Digitalizzazione è apollinea, ma così facendo essa si consegna indifesa a passaggi non elementari.
Per quanto riguarda l'Italia, è palese come il Cambiamento non sia desiderato, bensì sia desiderabile una Ripresa che riconduca, nei limiti del possibile, vale a dire sul Costruito, l'Edilizia di Sostituzione e, se indispensabile, il Recupero alle categorie note di un mercato parcellizzato e individualista.
Col ritorno dei volumi di produzione si sventerà la minaccia di essere costretti a modificare i propri assetti...
La Crisi, a cui raramente si sono volute attribuire cause strutturali (e, comunque, sempre esogene), potrebbe essere risolta con il ritorno delle geografie note, anche se con denominazioni e perimetri differenti.
Anche tutte le aspettative riposte sulla Legalità e sulla Regola rientrano, nei fatti, in questo intento e in questa narrazione che non vede l'inefficienza intrinseca nel Settore per come è, bensì per come non è (artatamente).
L'impressione è, pertanto, che, come in parte (sia pure minore) avviene con la Transizione Energetica, anche per la Transizione Digitale vi sia un doppio registro narrativo, quello per cui ogni cosa da esso derivi e quello per cui esso non debba incidere sui tratti caratterizzanti da sempre il Comparto.
Vi è, insomma, una certa insofferenza, accanto alla curiosità che muove Operatori, sinora indifferenti alla tematica, verso la Digitalizzazione.
Mettere in fila Information Management, Additive Manufacturing, Droni, Strumenti Cibernetico-Fisici, Sensoristica, ecc. non è facile, se non come mera elencazione...

Parlare di Behavioural e di Operational è difficile, perché tutto dipende da che cosa la Committenza sia capace di esprimere e da che cosa sia in grado di pretendere.
Per certi versi, è evidente come, dall'architettura partecipat(iv)a alla disponibilità del manufatto, si tratti di ripercorrere digitalmente, computazionalmente, strade già note, molto professate e poco praticate.
Così come è vero che le piste innovative sembra debbano essere essenzialmente incrementali.
È come se ritenessimo che, a fronte di una realtà professionale e imprenditoriale in larga misura irriducibile al manifatturiero, qualunque discorso sulla "arretratezza" del Settore sia fuori luogo e qualsiasi innovazione non sia mai davvero inedita.
La tentazione, evidentemente, è quella di riportare il valore di novità nell'alveo di strumenti che, prima o poi, muteranno: dal CAD al BIM, col GIS e con il PLM (?), ma anche quella di auto rappresentazione virtuosa dell'Accademia quale progressista e inascoltata.
Siamo, dunque, alla vigilia di un grande sforzo comunicativo che possiede solo un mero intento commerciale?
Oppure gli stessi ecosistemi digitali, nella loro evoluzione sistemica, dal SaaS alla Smart House, ci costringeranno veramente ad affrontare la questione dell'Ambiente Costruito?
Siamo alla ricerca di hardware e di software, ma ben altri sono i servizi che l'Industria dell'ICT sembra intenzionata a proporre. Essi sono basati su Collaborazione, Connessione, Integrazione. Espressioni estranee a buona parte del Settore.
Il discrimine, nella sua radicalità, sembra essere proprio questo: l'urgenza e la necessità di rivisitare un sistema oppure l'opportunità di circoscrivere la pista in gioco su linee evolutive deboli.
Il dilemma è, perciò, sulla convenienza ad assecondare una modesta modificazione degli assetti consolidati oppure a promuovere una cesura epistemologica, un cambiamento di paradigma.
La seconda evenienza pare remota a molti, assolutamente precoce e, al fondo, mai auspicata.
Sarà BIM Washing all'italiana, condito da tattiche di dumping a oltranza?