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Riassetto idrogeologico: «meglio prevenire che curare»

Appunti dal Convegno "LA TUTELA DELL'AMBIENTE E IL DISSESTO IDROGEOLOGICO” organizzato dal CNI e tenutosi ad Expo l’11 settembre scorso.

Appunti dal Convegno "LA TUTELA DELL'AMBIENTE E IL DISSESTO IDROGEOLOGICO” organizzato dal CNI e tenutosi ad Expo l’11 settembre scorso.
 
Prevenire è meglio che curare!
Ovvio! O forse no?!
Nella gestione del territorio avviene il contrario!
La prevenzione è inesistente.
Chi di noi non si preoccupa di pulire periodicamente i canali ed i pluviali del proprio tetto, per prevenire i danni alle facciate del fabbricato e le infiltrazioni?
Chi di noi non pulisce periodicamente le caditoie del cortile per favorire il corretto deflusso delle acque meteoriche?
Ma allora, perché la Pubblica Amministrazione non applica queste banali regole dettate dal buonsenso nel governo del territorio?
L'opinione pubblica si scandalizza e giustamente si lamenta quando, a seguito di eventi temporaleschi, è costretta a contare i danni e, purtroppo, in alcuni casi i morti.
Ma è così difficile far sì che il territorio riceva l'attenzione che merita: serve manutenzione costante, attenta, programmata e coordinata!
Investiamo nella manutenzione! Spenderemo meno soldi di quanto siamo costretti a spenderne a seguito di un evento calamitoso.
La mancanza di manutenzione del territorio è sicuramente la prima causa dei dissesti.
È vero ... il regime di piovosità è senza dubbio mutato, verso fenomeni di forte intensità e di breve durata, ma ciò deve spingerci, a maggior ragione, a puntare su opere estensive sui pendii e sui bacini di monte.
Concentrarsi su opere intensive a valle (argini sempre più alti) servirà solo a far felice il politico di turno, ma non risolverà il problema: non potremo continuare ad alzare gli argini a valle, se da monte proverranno quantità enormi di trasporto solido.
Viceversa, opere di manutenzione e riassetto idrogeologico di tipo estensivo, che favoriscano la stabilità dei versanti e contrastino l'apporto di trasporto solido, permetteranno la gestione in sicurezza dei corsi d'acqua a valle e la preservazione delle opere esistenti.
Il nuovo regime di piovosità con il quale dobbiamo confrontarci, richiederà opere di laminazione a monte; sotto questo  aspetto, potrebbe essere molto utile una gestione coordinata, in emergenza, dei bacini idroelettrici montani, visti come accumuli in grado di laminare le piene.
Per una volta, la ricetta appare davvero semplice!
Manutenzione costante, programmata e coordinata!
 

Scarica la presentazione. 

Marco Scaramellini

Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Sondrio, Coordinatore Area Protezione Civile e Riassetto Idrogeologico CROIL

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