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SICUREZZA INFORMATICA: basta improvvisazione, occorre dare valore alla professionalità

Intervista all’ing. Angelo Valsecchi, del Consiglio Nazionale degli Ingegneri

Il tema della sicurezza informatica sta diventano pian piano sempre più trasversale. Se fino ad oggi ha riguardato grandi player o soggetti superspecializzati (banche, assicurazioni, …) con il diffondersi di alcuni servizi (mail direct prima fra tutti) e la digitalizzazione di alcune aree aziendali il problema di rendere sicuri i propri dati riguarda anche imprese piccole e medie, soggetti istituzionali, … e non per ultimo il cittadino.

Si pensi a quando ci registriamo al sito di un hotel, per chiedere un preventivo, e mettiamo a disposizione i nostri dati sensibili: se quel sito è violabile, il nostro dato è in pericolo.

Occorre quindi che il governo prenda coscienza di questa problematica enorme, e così come si prevede che il progetto di pilastro abbia alla base della fidatezza una firma di un professionista iscritto a un ordine (che fa formazione continua, che ha un’assicurazione, che risponde di un codice deontologico, …) così si dovrebbe fare per chi firma un progetti di sito, di rete, …

E’ questo quanto emerso dall’intervista fatta da INGENIO all’ing. Angelo Valsecchi, consigliere del CNI con delega per il terzo settore.


Una presa di posizione forte, controtendenza rispetto a un mondo che ormai crede che l’innovazione tecnologica debba per forza nascere nei garage e nelle start up. Valsecchi non demonizza i cosiddetti “geni” ma evidenzia l’esigenza di arrivare a un sistema abbina idee, sviluppo, tecnologie e affidabilità. Ecco perchè è necessaria una regolamentazione del ruolo.

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