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Oltre il BIM?

Sotto un profilo nominale, tra l'Aprile e il Novembre 2016 nel Regno Unito si compie l'avvio della transizione tra il Livello di Conformità alla Strategia di Digitalizzazione del Settore definito come 2 a quello denominato 3a.
Scontate le perplessità sulla parzialità dell'adempimento e sulla sua applicazione estensiva (non esiste, infatti, alcun obbligo legislativo, al di là del proponimento indirizzato alle Amministrazioni Centrali), vinta sostanzialmente la posta in gioco dell'affermazione di un brand sul piano internazionale, pare possibile ragionare in materia, sulla scorta di quanto contenuto nella Strategia Digital Built Britain, e in successive presentazioni pubbliche, recentemente finanziata nel Budget con 15 milioni di sterline nei prossimi cinque anni.
Il Livello 2 necessiterà probabilmente di alcuni anni ancora per essere diffusamente, sistemicamente raggiunto, specialmente in termini organizzativi, giuridici e finanziari (la Norvegia sembra essere il Paese candidato a raggiungerlo per primo).
Esso, tuttavia, attiene a un efficientamento del Settore delle Costruzioni, così come è noto dalla fine del Settecento (dal consolidamento in esso delle professioni liberali e dell'imprenditoria edile in Francia e nel Regno Unito).
La questione risiede, tuttavia, nel Livello 3 del Wedge Diagramme di Bew-Richards, in tutte le sue elaborazioni note a partire dal 2008 (due-tre anni prima della azione di Paul Morrell) sia perché, nei Settori dell'Industria di Prodotto e di Servizio (ad esempio, Autoveicolo, Aerospazio, Banca, Ricettività) esso risulta ormai esponenziale sia in quanto l'i-BIM, che attiene pur sempre al territorio del Mondo Conosciuto, in realtà, si articola, o per meglio dire, si dissolve (è stato usato il verbo to dilute)  in quattro sotto livelli che alludono a una Nuova Frontiera, entro una prospettiva di lungo termine, almeno decennale.
Per quale ragione dovremmo, dunque, domandarci «che cosa i posteri possano fare per Noi?».
Per quale motivo un Governo di un Paese Comunitario, che è quotidianamente alle prese con Oggetti, con Manufatti, con Opere che sono tangibili e, in Italia come in Germania, spesso disfunzionali e diseconomici, dovrebbe guardare oltre questa dimensione? Perché esso dovrebbe traguardare oltre questo «BIM», che gli è stato, peraltro, proposto quale panacea, più o meno miracolosa?
Nel Nostro Paese, in particolare, un avvertimento saggio potrebbe consistere nel considerare il tema della Rigenerazione Urbana come strettamente inerente al Confronto col Costruito (possibilmente tramite l'Edilizia di Sostituzione e, al contempo, la Valorizzazione dei Beni Culturali e Immobiliari) - lontano da mega agglomerazioni urbane e da Cyber Smart City sotto i profili Estraeuropei -, nell'immaginare che Ecosistemi Digitali basati su BIM Library possano consentire quella tanto attesa e sospirata coerenza dei Flussi Informativi utile a efficientare i Processi Decisionali.
Recupero di Produttività, Incremento della Reputazionalità, Razionalizzazione delle Filiere, Riduzione della Corruttela: ecco, dunque, i principali obiettivi su cui costruire una Strategia e una Politica Industriale: oppure, anche attraverso la quale ingegnarsi in servizi inediti, ben accolti da un mercato asfittico.
L'i-BIM resta, dunque, l'obiettivo ultimo di un Settore che intenda finalmente fare i conti con la sua controversa natura: proto- o para- industriale.
Il problema, sfidante, è, tuttavia, dato dal fatto che qualcuno, nel Mondo, sta immaginando, sulla scorta di IoT e dintorni, un paradigma dell'Internet of All Cognitive and Servitized Built Assets che poco ha a che fare con quanto precedentemente accennato, che presenta oggettivi elementi di rottura difficilmente accettabili per il Settore, in termini di Identità degli Attori e dei Prodotti.
Che senso ha, tuttavia, porsi questo interrogativo attualmente nel Nostro Paese, che avverte un notevole ritardo, come dichiarato ufficialmente dalle Rappresentanze, nei confronti del Livello 2 e che auspica in tempi brevi (entro il 31 Luglio, secondo la legge in vigore) la costituzione della Commissione BIM, che nutre notevoli aspettative sulla rapida implementazione di un armamentario di strumenti poderosi?
Naturalmente non ne ha molto, per quanto inerisce al breve e al medio termine. Non ne ha neppure molto se si considera la normazione a livello sovranazionale del CEN, piuttosto differibile nel tempo, e, soprattutto, quella internazionale dell'ISO, del tutto remota.
Lasciando il Futuro ai Posteri, pertanto, per quale misteriosa ragione a un Governo Occidentale a fine mandato (in Francia come in Germania) o in attesa di nuove elezioni (come in Spagna) dovrebbe interessare una simile prospettiva?
Essenzialmente per i motivi strutturali che minano la Costruzione Comunitaria: i flussi migratori e demografici, il dialogo interetnico, gli squilibri territoriali, le politiche infrastrutturali, le carenti risorse delle finanze pubbliche, ecc.
In realtà, ciò che si domanda, secondo questa Visione di lungo periodo, al Settore è di impostare una logica di cambiamento strutturale che sia eversiva, come detto, perché affronta i portati della Digitalizzazione al 2025 o al 2030, sapendo che essa «connette» i Comparti Industriali di Prodotto e di Servizio, richiede a essi un maggiore approfondimento «disciplinare», al fine, però, di «snaturarne» l'intima essenza.
Epperò il 2025 o il 2030, non sono traguardi alla portata di qualunque legislazione o mandato politico: a chi potrebbero veramente importare?
Più che dell'Economia è la Digitalizzazione della Società che, coi Millennial da occupare e gli Ageing People da assistere, costituisce la vera posta in palio per le classi politiche e dirigenziali dei Paesi: è sulla evoluzione di questi fenomeni che si decideranno le contese elettorali e le vite dei Governi, entro l'«Ambiente Costruito Digitalmente Connesso».
Se l'Accademia, nel Nostro ambito, avesse contezza di ciò, getterebbe al vento micro-equilibri distributivi tra settorialismi disciplinari, rimuoverebbe gli ostacoli tra macro-aggregazioni dipartimentali, affinerebbe i saperi specialistici per collocarli nel contesto della Computazionalità e della Connettività. 
All'Accademia oggi si presenta una straordinaria ed epocale opportunità: poiché, tuttavia, Intelligence si può tradurre con Discernimento, difficilmente ciò accadrà, in quanto essa non avrà letto le Regole di Sant'Ignazio di Loyola, in particolare la prima:
A las personas que van de pecado grave en pecado grave, acostumbra comúnmente el mal espíritu proponerles placeres aparentes, haciendo imaginar deleites y placeres sensuales, para conservarlas y hacerlas prosperar en sus vicios y pecados; en estas personas el buen espíritu actúa del modo contrario, picaneándolas y haciéndoles sentir remordimiento en su conciencia por medio de la razón.