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I controlli di agibilità sismica post terremoto: come si fanno, a cosa servono

Per capire qualcosa di più sui controlli di agibilità sismica che si stanno eseguendo sul territorio colpito dal terremoto la settimana scorsa il nostro Editore, Andrea Dari, ha intervistato Andrea Prota, professore Ordinario alla Federico II e membro di RELUIS, nonchè consigliere dell’Ordine Ingegneri di Napoli, impegnato in questo giorni nelle verifiche sule Scuole in Comuni delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria.

Andrea Dari
Caro Andrea, di che tipo di edifici vi state occupando ?

Andrea Prota
Al momento ci stiamo muovendo su diretto coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile, che è direttamente collegata con Comuni e Regioni Coinvolte. La Protezione Civile ci ha dato come priorità la verifica dell’agibilità degli edifici scolastici, con l’obiettivo di riuscire a far partire nei tempi corretti l’anno scolastico, ma ci sono segnalazioni anche per verifiche su ospedali, edifici municipali, caserme.  La selezione degli edifici da verificare viene fatta dalle regioni con l’ausilio dei tecnici comunali e provinciali, dando la priorità alle segnalazioni provenienti da Comuni in cui il sisma ha generato danni.
L’obiettivo della verifica è quindi quello di capire quali degli edifici colpiti dal sisma possono essere riutilizzati a breve e quali, invece, richiedono lavori e/o interventi per cui bisogna predisporre una sistemazione alternativa per gli studenti.

Andrea Dari
Fare una verifica è un’attività che può comportare dei pericoli: si entra in edifici comunque colpiti dal terremoto mentre sono in atto ancora delle scosse sismiche. Come si comprende dall’esterno se si può entrare in un edificio per fare la verifica di agibilità in sicurezza ?

Andrea Prota
Innanzitutto va precisato che non si tratta di verifiche effettuate con un’organizzazione estemporanea. Ogni verificatore è una figura molto esperta, ha frequentato corsi specifici organizzati dal DPC superando esami finali, ha il supporto di una scheda AEDES per poter fare il suo lavoro. Una competenza che è quindi alla base non solo dell’indagine ma anche della propria incolumità. La verifica parte ovviamente dall’esterno, e riguarda l’osservazione visiva dello stato dell’edificio, degli eventuali quadri fessurativi, distacchi, e quant’altro possa essere utile per poter esprime le prime valutazioni che sono registrate sulla scheda AEDES. A questo punto, se ritenuto sicuro, ci si addentra nell’edificio, avanzando solo dopo aver proseguito nelle valutazioni. Nel corso delle valutazioni il professionista può anche fare degli approfondimenti, per esempio verificare con l’uso di una piccola piccozza la natura e la gravità di alcuni distacchi, ma in ogni caso sono sempre valutazioni visive. Si prosegue così la compilazione della scheda AEDES dove potranno anche essere suggeriti eventuali provvedimenti di pronto intervento di rapida realizzazione.

Andrea Dari
Ossia, date già indicazioni per il rinforzo strutturale ?

Andrea Prota
Sono indicazioni pù limitate. L’obiettivo ricordiamoci è quello della agibilità post-sisma, non del miglioramento sismico. Faccio un paio di esempi: in una scuola abbiamo chiesto una rimozione di parte di un controsoffitto pericolante. Per un altro edificio abbiamo chiesto di transennare una zona destinata a parcheggio perchè abbiamo ritenuto ci fosse il pericolo di crollo di un rivestimento di facciata. D’altrondecome già detto ci muoviamo solo sulla base di valutazioni visive, non usiamo sclerometro, non usiamo strumenti a ultrasuoni o altro

Andrea Dari
Quindi quando parliamo di verifica dell’agibilità cosa intendiamo ? che l’edificio è sicuro in caso di nuovo sisma?

Andrea Prota
La definizione è riportata nel Manuale della scheda Aedes dove si chiarisce che “La valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea e speditiva volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici colpiti dal terremoto possano essere utilizzati restando ragionevolmente protetta la vita umana.
Perciò tale giudizio sull’agibilità non ha nulla a che vedere con la valutazione della vulnerabilità sismica dell’edificio che richiede valutazioni e prove più complesse, secondo quanto previsto dalle vigenti Norme Tecniche sulle Costruzioni .
Pertanto la dichiarazione di agibilità consiste, esclusivamente, nel verificare che la funzionalità dell’edificio, quale si presentava prima del sisma, non sia stata sostanzialmente alterata a causa dei danni provocati dallo stesso. Ciò significa che a seguito di una scossa successiva, di intensità non superiore a quella per cui è richiesta la verifica, è ragionevole supporre che non ne derivi un incremento significativo del livello di danneggiamento generale
Per questo tale schedatura ha senso se riguarda edifici in cui li effetti del sisma si sono risentiti; in altri contesti, invece, qualunque dubbio può solo essere fugato tramite una verifica sismica.

Andrea Dari
Che tipo di competenza si deve avere per poter effettuare la verifica di agibilità di edifici di grande dimensione come una scuola, un ospedale ….

Andrea Prota
In generale posso dire che tutti i tecnici che stanno intervenendo hanno le qualità per poterlo fare. Questo perchè hanno avuto esperienze analoghe in precedenti terremoti oppure hanno frequentato i corsi predisposti dalla protezione civile con Reluis, superando un test finale.
Gli stessi criteri valgono per la comunità professionale che a breve interverrà per dare un contributo per le verifiche di agibilità. Tutto ciò rappresenta una maggiore garanzia per chi compila le schede ed è fondamentale affinchè gli esiti possano ritenersi sufficientemente omogenei e confrontabili. Se per lo stesso edificio dovessi avere due valutazioni completamente diverse in funzione di chi le esprime sarebbe veramente un problema. Ecco perchè - tra le altre motivazioni - è fondamentale che chi vuole partecipare a queste iniziative segua specifici percorsi di abilitazione.

Grazie Andrea,
a nome dei lettori di Ingenio

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