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Monitoraggio dello scavo della stazione San Pasquale a Napoli

Negli ultimi decenni la tendenza a recuperare gli spazi sotterranei nelle città ormai sature di costruzioni comporta l’esigenza di accrescere le conoscenze del comportamento di scavi profondi a cielo aperto, specialmente in zone densamente urbanizzate. La comprensione dei meccanismi deformativi degli scavi e delle opere di sostegno, la loro interazione con il tessuto urbano circostante e le capacità previsionali del comportamento di tali opere diventano cruciali per condizionarne la fattibilità o incidere in maniera significativa sui tempi e sui costi di realizzazione. Il presente articolo è tratto dalla tesi di dottorato di Autuori S. (2016) e descrive alcuni risultati del monitoraggio eseguito durante la costruzione della stazione metropolitana di San Pasquale a Napoli.

Negli ultimi decenni la tendenza a recuperare gli spazi sotterranei nelle città ormai sature di costruzioni comporta l’esigenza di accrescere le conoscenze del comportamento di scavi profondi a cielo aperto, specialmente in zone densamente urbanizzate. La comprensione dei meccanismi deformativi degli scavi e delle opere di sostegno, la loro interazione con il tessuto urbano circostante e le capacità previsionali del comportamento di tali opere diventano cruciali per condizionarne la fattibilità o incidere in maniera significativa sui tempi e sui costi di realizzazione.

Il presente articolo è tratto dalla tesi di dottorato di Autuori S. (2016) e descrive alcuni risultati del monitoraggio eseguito durante la costruzione della stazione metropolitana di San Pasquale a Napoli.

1. L’opera
La stazione San Pasquale appartiene alla tratta Mergellina – Municipio (attualmente in costruzione) della Linea 6 della Metropolitana di Napoli. L’opera, di cui sono in corso gli ultimi interventi di rifinitura, si trova lungo la Riviera di Chiaia in prossimità di numerosi edifici, alcuni dei quali di notevole pregio architettonico e culturale. Le immagini di Figura 1 evidenziano l’ubicazione dello scavo in un cotesto fortemente urbanizzato.
Il progetto dell’opera è stato redatto dall’arch. Boris Podrecca e prevede al suo interno l’inserimento di un guscio metallico completamente svincolato dalle strutture (Figura 2).


Figura 1 - Contesto urbanistico in cui è inserito lo scavo



Figura 2 - Simulazione architettonica della stazione San Pasquale

La planimetria di Figura 3 e le sezioni trasversali e longitudinali di Figura 4 e 5 mostrano che il pozzo principale di stazione ha una forma in pianta rettangolare di 85,5 m x 24,1 m e profondità di 27 m. Il lato lungo del pozzo di stazione è disposto parallelamente all’allineamento dei fabbricati e all’asse della galleria di linea. Il sottosuolo è costituito da materiali piroclastici sciolti a tetto della formazione del tufo giallo napoletano. Lo scavo principale è sostenuto da pannelli perimetrali a T in c.a. spinti ad una profondità di 50 m circa al di sotto del p.c., in modo da poter attestarsi all’interno dello strato tufaceo. In adiacenza ai lati lunghi del pozzo principale sono ubicate le due uscite, profonde circa 10 m e sostenute da diaframmi perimetrali in c.a. di forma rettangolare spinti fino a 22 m circa di profondità.



Figura 3 - Planimetria della stazione San Pasquale con ubicazione degli strumenti per il monitoraggio

Figura 4 - Sezione trasversale della stazione San Pasquale - Figura 5 - Sezione longitudinale della stazione San Pasquale

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