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Valutazioni con procedura FAST nei luoghi colpiti dal sisma Centro Italia 2016: considerazioni da un ingegnere sul campo

Valutazioni con procedura FAST nei luoghi colpiti dal sisma Centro Italia 2016

L’Ingegnere Francesca Campisi specializzata sulle problematiche legate alla caratterizzazione degli effettivi livelli di suscettività al danno degli elementi del sistema urbano e territoriale, nell’ambito della diagnostica strutturale e della valutazione sismica urbana e territoriale per la progettazione di strutture anche di rilevanza strategica, in particolare nella verifica e successive mappature e censimento dei danni al patrimonio culturale, ha effettuato dal 17/01/2017 al 24/01/2017 (Regione Marche) e dal 28/02/2017 al 07/03/2017 (Regione Lazio) verifiche con procedura FAST, come tecnico strutturista mobilitato dal CNI, nei luoghi colpiti dal Sisma Centro Italia 2016.


Dai sopralluoghi effettuati negli edifici privati e di pubblica utilità, è stato possibile dedurre che l’attivazione di vari meccanismi di collasso per le costruzioni murarie in zona sismica (Regione Marche-Regione Lazio) è legata alla qualità della muratura utilizzata nelle costruzioni esistenti e dei collegamenti tra pareti ortogonali, con conseguenti meccanismi di danno di Iº e IIº modo.

Le verifiche effettuate con procedura FAST hanno consentito di condurre una serie di analisi tipologiche e di vulnerabilità sull’edilizia esistente nelle zone colpite dal sisma, finalizzate, oltre che all’approfondimento delle conoscenze del costruito storico del territorio in esame, anche a fornire criteri ed indicazioni per l’attività svolte nel seguito.

La maggior parte degli organismi strutturali non hanno subito interventi successivi alla prima edificazione, volti a migliorare le condizioni generali.

La distribuzione delle tipologie di strutture verticali, ha evidenzato la predominanza degli edifici con muratura a sacco, a seguire le classi più numerose sono in quelle degli edifici in muratura di pietra sbozzata ed in mattoni.
 

 Per quanto riguarda gli orizzontamenti è netta la predominanza di solai in legno (camorcanna) o solai in putrelle e voltine o tavelloni. Alle tipologie di muratura sono spesso associati anche i solai in laterocemento di tipo pesante.

L’osservazione dei danni agli edifici ed il riconoscimento di modalità di collasso ricorrenti, correlate alla sussistenza di particolari caratteristiche costruttive e carenze strutturali, ha suggerito l’opportunità di individuare e studiare i meccanismi di collasso più frequenti attraverso la richiesta di approfondimento Aedes. E’ stata possibile pertanto trovare riscontro dal fatto che spesso la consistenza del costruito storico, sia esso ordinario, o meno sovente, specialistico, è caratterizzata da condizioni di particolare vulnerabilità nei riguardi dell’attivazione di meccanismi di collasso locali. Le forme di vulnerabilità (costituenti condizioni di debolezza) hanno favorito l’attivazione di meccanismi di danno.

La fase autoptica preliminare ha consentito di individuare la tipologia e la consistenza strutturale dell’edificio (c.a., muratura, acciaio, legno, mista, travi, pilastri, solai ecc.) e, sulla base della tipologia strutturale, di ricercare e descrivere i sintomi più evidenti.
I segni più ricorrenti, rilevati a vista, con una sommaria valutazione di alcune delle manifestazioni sono quelli di seguito indicati, con riferimento alle singole tipologie strutturali.

Edifici con struttura portante mista e in muratura

a) Distacchi di muratura tra loro perpendicolari: pericolose in quelle originariamente ammorsate;

b) lesioni diagonali sulle murature portanti;

c) lesioni sulle architravi di porte e finestre;

d) rigonfiamenti della muratura con lesioni verticali diffuse nelle pareti portanti;

e) lesioni nella parte centrale delle volte;

f) riduzioni notevoli e diffuse dello spessore dei muri portanti con conseguente meccanismo di martellamento delle travi;

g) fuori piombo verso l’esterno;

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