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La Progettazione LOD(evole) dei Servizi

I cosiddetti LOD (che, in realtà, presentano significati leggermente, o significativamente, diversi a seconda che li si identifichi come Livelli di Sviluppo, come negli Stati Uniti, o di Dettaglio, come nel Regno Unito) sono stati concepiti, in vari luoghi (Marzia Bolpagni lo ha analizzato esaustivamente) come una vera e propria Metrica in grado di misurare la densità e la affidabilità dei contenuti informativi relativi a un Modello Informativo.
A prescindere dall'aspetto geometrico dimensionale o da quello alfa numerico, per certi versi, da un lato, insiste il grado di precisione incrementale del dato inserito, mentre, dall'altro, la sua stabilità e definitività.
In altri termini, l'Oggetto può essere caratterizzato in termini descrittivi o decisionali, con diverse rilevanze contrattuali.
Il fatto, però, è che, anzitutto, questa incrementalità della progressione del Modello Informativo riguarda esclusivamente le singole Entità coinvolte in esso e non l'intero Modello medesimo, anche se, ovviamente, al termine, se non altro, dell'ultima Fase considerata, tutti gli Oggetti dovrebbero essere analogamente caratterizzati.
Ciò si può forse interpretare alla luce di un approccio, quello del Building Information Modeling, incentrato, sin dalla espressione dei Requisiti Informativi da parte della Committenza, sugli Oggetti e, di conseguenza, sulla logica «costruttiva».
Con ogni probabilità, al contrario, le logiche generative del Computational Design potrebbero essere considerate in maniera non perfettamente sovrapposta, vertendo sulla produzione di Forme, per quanto, a loro volta, da tradursi in Spazi e in Elementi.
Non si tratta di una considerazione banale, poiché, a partire dallo script making, la generazione di soluzioni architettoniche a partire da criteri di ottimizzazione, può avvenire digitalmente in assenza di discontinuità, mentre, nel caso della Modellazione Informativa, il passaggio inerente allo «schizzo» analogico (anche per l'intervento sul costruito) introduce oggettivamente una cesura per ora non interamente colmata dal Digital Sketching, tanto da avere indotto qualcuno a proporre un Livello Negativo.
In secondo luogo, ciò che rileva è, entro i limiti posti dalla possibilità di svolgere una Analisi delle Interferenze (Clash Detection o Clash Prevention) in maniera omogenea, che le Entità possono non solo presentare Livelli intermedi di avanzamento differenziati tra di esse, ma anche una ulteriore diversificazione per aspetti geometrico dimensionali e per aspetti alfa numerici.
Le analisi comparate condotte sul tema in merito alle diverse tassonomie (000, 0, A, ecc.) hanno posto in evidenza che, a parità di progressione concettuale, possano esservi lievi variazioni tra di essi, ma palesemente un certo valore determina la conclusione del processo di progettazione tradizionalmente inteso, cosicché andare oltre significa, involontariamente, per un organismo di progettazione, sostituirsi alla impresa appaltatrice, tanto più che l'attuale ordinamento nazionale tende a privilegiare la separazione tra i ruoli e gli attori.
Ciò accade perché solitamente le Stazioni Appaltanti interpretano i LOD come la possibilità di richiedere prestazioni sempre più intense ai progettisti, senza porsi il problema della loro corrispondenza alla legislazione vigente.

Per prima cosa, dunque, occorre porre particolare attenzione alle fasi iniziali ed embrionali della progettazione, per le quali, ovviamente (?) non esiste alcuna libreria convenzionale di Spazi o di Oggetti che, tuttavia, rivestono una importanza cruciale nella ideazione, ma che, nel primo caso, dovrebbe essere già concepita in funzione delle Operations & Maintenance.
Tra l'altro, stante la pervasività dei casi di intervento sul costruito nel Nostro Paese, i primi livelli di progressione (o di configurazione) sono meglio gestibili attraverso la classificazione nazionale della norma UNI 11337-4.
Sotto questo profilo, in effetti, è in corso uno sforzo normativo sui LOD a livello sovranazionale, in sede europea del CEN: certamente utile nel contesto del mercato comunitario, ma non si sa quanto capace di uniformare le specificità locali.
E' ovvio, del resto, che la misurazione dei contenuti effettivamente riscontrabili nel Modello Informativo avvenga in modo discreto e per comparazione: almeno per il risvolto geometrico dimensionale, essendo ancora lontana la possibilità di disporre di un meccanismo capace di operare su scala continua (LOX?).
D'altronde, la verifica inerente alla conformità quantitativa del contenuto presente nei confronti di quello atteso, di per se stessa, non è risolutiva certamente per rapporto alla conformità qualitativa, che dipenderebbe grandemente dalla capacità del «committente» (chiunque nella catena di fornitura generi una domanda informativa) di richiedere contenuti puntualmente e computazionalmente attraverso il Capitolato Informativo.
In ogni caso, le prescrizioni inserite nello schema di decreto ministeriale sui livelli di progettazione non contribuiscono assolutamente a trasferire la determinazione dei contenuti e delle loro modalità di verifica nella Modellazione e nella Gestione Informativa, nonostante alcuni episodici riferimenti ivi contenuti.
Il primo obiettivo che un organismo di progettazione (un raggruppamento temporaneo di essi) dovrebbe, pertanto, prefiggersi è quello di mostrare, in sede di offerta tecnica, come esso intenda rispondere ai requisiti che la Stazione Appaltante ha formulato in sede di Capitolato Informativo, assicurando sia la coerenza delle soluzioni progettuali proposte al Modello Informativo posto a base di gara (dato che se i cespiti sono esistenti, il LOD iniziale dovrà per forza "concretarsi" in un Modello Informativo) sia un Modello Informativo successivo sviluppato per Entità gradualmente configurate, anziché con «segnaposti» fasulli che contribuiscono essenzialmente a generare confusione.
Tra le altre cose, utilizzare Oggetti a LOD avanzati in fasi progettuali precoci significa influenzare valutazioni e scelte non ancora definitive, orientandole.
La verità, infatti, è che la maggior parte dei Modelli Informativi presentati alle Stazioni Appaltanti al termine della fase di progettazione non riflette per nulla l'evoluzione digitale delle scelte ideative compiute, bensì una postuma (e posticcia?) traduzione nel Modello Informativo di logiche che a esso non pertengono.
In altri termini, a parte la povertà informativa di molti Modelli, è proprio la natura costitutiva di questi che è del tutto estranea al processo per come esso dovrebbe svilupparsi.
Di conseguenza, anziché richiedere ulteriori LOD (come detto, talvolta, persino contra legem!), la Stazione Appaltante dovrebbe preoccuparsi di pretendere non solo la qualità dei Modelli Informativi da federare, bensì pure quella del Processo che li genera.
In particolare, nella economia degli interventi che riguardano il patrimonio costruito, eventualmente soggetto a tutela, occorre considerare con estrema attenzione il fatto che i Modelli Informativi tra loro Federati difficilmente potranno includere tutti i dati strutturati in informazioni necessari, per due ordini di motivi:
1) perché la nozione stessa di «modello» impedisce di stabilire una equivalenza indiscutibile tra ciò che sia stato digitalmente (ma non «oggettivamente») rilevato nel campo prevalentemente del visibile e il bene immobiliare analogico, fisico: non a caso, proprio il Capitolato Informativo dovrebbe consentire di stabilire quali «intenzioni» i Modelli dovrebbero perseguire: soggettivamente;
2) perché una grande mole di dati (ad esempio, alfa numerici, derivanti da indagini archivistiche e strumentali) può essere considerata all'interno dell'Ambiente di Condivisione dei Dati (CDE) in maniera relazionata al Modello, ma difficilmente potrà essere in esso direttamente inclusa, o, comunque, si avrebbe la convenienza affinché ciò accadesse. D'altra parte, la stessa trasposizione delle nuvole di punti in un Modello Informativo richiede una interpretazione delle stesse soggetta a giudizi soggettivi e, dunque, opinabili, specie se esso dovesse poi essere utilizzato in ecosistemi digitali di calcolo specialistico.
Se, inoltre, da un lato, la Modellazione Informativa presenta limiti costitutivi nel corso della progettazione, anticipando eventualmente scelte da un livello a un altro (specie nel primo di essi), essa può essere già concepita in vista della Direzione dei Lavori, del Coordinamento per la Sicurezza in Fase di Esecuzione e del Ciclo di Vita.
Dal punto di vista della Stazione Appaltante, però, deve essere chiaro, specie laddove l'affidamento della Progettazione sia rigorosamente distinto da quello della Esecuzione (caso ormai prevalente in Italia, ancorché contrastante con le finalità collaborative e integrative della Modellazione e della Gestione Informativa), che sia possibile per i Progettisti che saranno incaricati anche della Direzione dei Lavori e del Coordinamento per la Sicurezza in Fase di Esecuzione che il Modello Informativo Federato che scaturisce dalla Progettazione Esecutiva sia configurato sin dall'inizio per una migliore gestione delle Fasi successive alla Progettazione, salvaguardando la natura dell'istituto contrattuale stesso.
Ad esempio, per quanto sia impossibile giuridicamente che i Progettisti giungano a un LOD delle Entità (non del Modello!) che ecceda i limiti loro consentitogli dalla legge, essi possono, tuttavia, predisporre il Modello Informativo Federato in modo tale da poter essere, successivamente, definito o sviluppato da altre Compagini nella Realizzazione e nella Gestione senza soluzione di continuità, vale a dire evitando rifacimenti straordinari o perdite informative.
Il Modello Informativo Federato che, peraltro, deriverà dalla conclusione dei lavori dovrà, in ogni caso, essere «ripulito» dei dati e delle informazioni che non sono finalizzati ai destinatari delle Operations & Maintenance, ma, nella fattispecie della Direzione dei Lavori e del Coordinamento per la Sicurezza in Fase di Esecuzione, si tratterà di ottimizzare la produzione dei contenuti informativi da entrambi le parti in causa per rendere più efficace il riconoscimento delle conformità su Tempo, Costo, Qualità, Ambiente, Salute e Sicurezza.
Naturalmente, tale approccio consentirebbe un più tempestivo accertamento delle situazioni di criticità, con la conseguente risoluzione delle relative non conformità, a fronte di modalità migliori di pagamento.
Alla stessa stregua, il coinvolgimento diretto delle Imprese Subappaltatrici nella configurazione dei Modelli Informativi e del loro coordinamento conferirebbe maggiore credibilità alla Progettazione Costruttiva e maggiore affidabilità al repertorio informativo As Built per la Gestione del Ciclo di Vita a carico dell'Ufficio di Direzione dei Lavori.
Sin qui tutto quanto possa riguardare un ambito usuale di progettazione, ma, in realtà, anche nel corso della previsione stessa, l'ideazione, le tecnologie digitali permettono di digitalmente simulare (e di progettare) i flussi collettivi e individuali degli occupanti (Crowd Simulation e Gamification), oltre che di validare preventivamente le reazioni degli utenti prospettici in Immersive Environment.
Questa impostazione, che altrimenti si direbbe partecipativa, dovrebbe, peraltro, almeno in termini di Spazi, essere definita secondo propri LOD che, ovviamente, dovrebbero essere meno lineari e più iterativi.
Ad esempio, si potrebbe immaginare che la prima simulazione riguardi flussi generici e collettivi di persone e di cose, successivamente resi più specifici e più individuali, sino a giungere al Cognitive Building, in cui la simulazione concerne lo specifico individuo interconnesso con il cespite.
Nel caso, poi, degli interventi sul costruito, la simulazione dei flussi e delle interazioni avverrebbe in ambienti già definiti, per quanto passibili di trasformazione, oltre che di conservazione.
In questa sede, la distinzione tra progettualità del Committente e del Progettista si attenua.
Una volta avviate le prime ipotesi progettuali realtà aumentate e realtà virtuali implicano il coinvolgimento di Gestori e Utenti e, di conseguenza, mutano i tradizionali equilibri in materia di co-autorialità, nonché di LOD corrispondenti.
Tra l'altro, proprio la Centralità dell'Utente esprime bene l'importanza che il Servizio (Built Asset as a Service) assume nei confronti del Prodotto Immobiliare.
Si è detto, poi, dei LOX: ora, è evidente che, una volta esauritasi l'azione progettuale e previsionale, componenti ed edifici potranno essere sensorizzati (analogamente ai loro Occupanti) generando flussi di dati che andranno ad alimentare LOD 500, 7 o F/G i cui valori assoluti cambieranno in continuo con frequenza elevatissima o, addirittura, in tempo reale.
Ciò, ad esempio, in un Contratto di Disponibilità o in un Performance-Based Contract, magari espressi attraverso codici di calcolo con valenza contrattuale, potrebbe sbloccare in automatico pagamenti blockchained in virtù delle informazioni acquisite attraverso
Data Analytics, incluse le Sentiment Analysis.
Questi LOX divengono, quindi, il veicolo delle Metriche della Gestione dei Servizi relativi agli Immobili.