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L’Umbria ospita il 62 Congresso CNI: ne parliamo con l’ing. Roberto Baliani, Presidente dell’Ordine di Perugia

L’Umbria ospita il 62 Congresso CNI: ne parliamo con l’ing. Roberto Baliani, Presidente dell’Ordine di Perugia

1. La 62° edizione del Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, si svolgerà ad Assisi, in una zona vicina a quella coinvolta negli ultimi eventi sismici che hanno colpito l’Italia.
Quale significato ha per la realtà locale la scelta di ospitare un evento così importante per la categoria?

Fortunatamente il sisma ha avuto effetti marginali sul territorio in cui si volgerà il Congresso; è stato invece devastante sulla fascia appenninica ed in Valnerina.
In ogni caso lo svolgimento del Congresso, che si terrà per la prima volta nella sua storia in Umbria, ha un forte valore simbolico e rappresenta bene la volontà di uscire dall’emergenza e di progettare il futuro delle nostre popolazioni. Un futuro che sappiamo comprenderà, sicuramente, altri terremoti i cui effetti negativi possono, però, essere contenuti da un’attenta politica di prevenzione che intervenga in modo mirato sull’urbanistica e sull’edilizia dei territori a rischio. In questo gli ingegneri devono avere un ruolo fondamentale non solo tecnico ma anche d’indirizzo e di stimolo per la politica.

2. La fase post terremoto ha visto tutti i professionisti tecnici e quindi anche gli ingegneri in prima linea, dimostrando fattivamente l’importanza di questa categoria. Una professione però che purtroppo negli ultimi anni ha visto sempre più perdere riconoscimento e subire gli effetti della crisi. Cosa pensa si debba fare per riportare tale categoria protagonista nel processo di sviluppo del Paese?

E’ vero, questo terremoto ha dimostrato, ancora una volta, che senza ingegneri, senza tecnici in generale, senza la loro competenza, non è possibile gestire l’emergenza né, tanto meno, procedere nella ricostruzione, manca tuttavia il giusto risalto mediatico al nostro operato. La politica, infatti, mentre in “privato” invoca la nostra collaborazione, in “pubblico” tende ad appropriarsi dei nostri meriti lasciandoci in ombra, anzi, spesso scaricando su noi professionisti le inefficienze del sistema da loro voluto. Cosa fare per aumentare nella collettività la consapevolezza dell’importanza fondamentale della nostra categoria nella gran parte dei processi socio-economici del nostro Paese? La risposta a questa domanda è, ovviamente, molto complessa e non può essere evasa nelle poche righe di questa intervista, tuttavia ci sono due aspetti, a mio avviso fondamentali, che mi sento di segnalare.
Il primo riguarda la necessità di mettere da parte gli individualismi e prendere coscienza che solo agendo come categoria, compatta e unita, possiamo avere la possibilità d’incidere sulle scelte politiche e questo vale anche nei rapporti con le altre categorie professionale. Dobbiamo mettere in risalto ciò che ci unisce, a costo di rinunciare a qualche nostra specificità, per rapportarci con la politica come un unico soggetto capace di rappresentare veramente i milioni di professionisti che con il loro operato, direi con il loro sacrificio, consentono a questa nazione di progredire nonostante tutto. Troppe volte in passato i nostri nemici hanno giocato sulle nostre divisioni interne per imporci la loro volontà. Va quindi supportata e potenziata la Rete della Professioni Tecniche la cui costituzione, come abbiamo potuto costare anche a livello locale, ha portato ad un cambio di passo nei rapporti con le Istituzioni e con la politica.
Il secondo riguarda la necessità di prendere coscienza che dobbiamo migliorare la nostra capacità di comunicare; viviamo infatti in una Società dove se non sei “visibile” non esisti. Dobbiamo quindi sforzarci di comunicare in maniera capillare, a tutti i livelli, cominciando dai nostri committenti, cosa facciamo e quali sono le condizioni, anche economiche, che ci permettono di operare efficacemente per il bene comune. Dobbiamo inoltre incrementare la nostra presenza sui media in modo da evidenziare, a tutti, gli effetti positivi e l’insostituibile funzione sociale del nostro operato.

3. Quale nuovo ruolo dovrà svolgere l’ingegnere nella società del rischio e dell’incertezza?
E’ chiaro che il ruolo dell’ingegnere non può limitarsi a quello meramente esecutivo ma deve soprattutto essere, per competenza tecnica e conoscenza dei processi, di guida e di indirizzo per le scelte politiche.

4. Un tema da cui non si po’ prescindere parlando di professioni, e quindi anche di ingegneri, è quello dei giovani professionisti e di futuro. Davvero secondo lei la libera professione sta perdendo appeal tra i giovani ingegneri neolaureati? Cosa si sente di suggerire a chi si affaccia a questa professione?
La libera professione sta perdendo appeal non solo tra i neolaureati e non è per caso. Sono ormai decenni che le libere professioni sono sotto attacco da parte dei così detti “poteri forti” che, con l’ausilio di politici compiacenti ne hanno minato le fondamenta con l’intento di appropriarsi della loro fascia di mercato e di eludere la funzione di baluardo della legalità che le libere professioni hanno sempre svolto nei confronti della collettività. Considerando una tassazione che complessivamente va ben oltre il 60% dell’imponibile, la scarsità di lavoro, l’esiguità dei compensi e una burocrazia che rallenta se non inibisce qualsiasi iniziativa, fare il libero professionista oggi è più una missione che un lavoro. In quanto ai consigli da dare ai giovani che volessero intraprendere questa “missione” sono gli stessi di sempre. Per affermarsi nel mondo professionale non ci sono scorciatoie, occorre una solida preparazione da aggiornare continuamente, specchiati principi morali, un forte spirito di colleganza e di lealtà nei confronti dei colleghi, la disponibilità a spostarsi dove c’è il lavoro e tanta, tanta determinazione e spirito di sacrificio.

5. Tra i temi su cui si dibatterà la categoria ci sarà quello degli Ordini e della necessità di una nuova visione di questa istituzione: quali sfide attende agli Ordini Professionali 2.0?
Dobbiamo sempre ricordarci che, in estrema sintesi, gli Ordini sono gli organi di autogoverno delle professioni il cui esercizio interessa la salute e la libertà dei cittadini; loro compito principale è la tenuta dell’Albo, la verifica della correttezza dell’operato dei propri iscritti nei confronti dei cittadini e la rappresentanza della professione nei confronti delle altre istituzioni. L’Ordine quindi nasce e svolge la sua azione nell’interesse dei cittadini e non dei propri iscritti (come invece avviene nelle associazioni anglosassoni). Una volta chiarito qual è il compito primario cui l’Ordine non può sottrarsi è chiaro che lo stesso deve rafforzare la propria capacità di rappresentanza sia nei confronti i propri iscritti, attraverso l’erogazione di servizi e la produzione di eventi aggregativi e formativi, sia verso le altre istituzioni, aumentando il proprio peso politico con iniziative in rete con le altre professioni. Ogni iniziativa, per essere efficace, dovrà essere sostenuta da un’adeguata azione di informazione.

6. Quali elementi innovativi proporrà questo Congresso rispetto ai precedenti?
Nei primi due giorni gli argomenti trattati saranno approfonditi da tavoli tematici costituiti da pochi qualificati partecipanti. I congressisti, tramite un’app appositamente predisposta, potranno intervenire ponendo le loro domande che saranno poste dal moderatore ai relatori. La trattazione quindi si svilupperà in maniera interattiva. L’ultimo giorno sarà invece dedicato alla discussione diretta dei temi congressuali da parte dei congressisti e alla preparazione e votazione della mozione finale che sancirà la posizione della categoria sull’argomento.

7. Come padrone di casa, c’è un messaggio che vorrebbe lanciare a tutti i delegati presenti all’evento?
Mi piacerebbe che, dopo un acceso dibattito molto partecipato, ci riuscisse di trovare un’ampia convergenza su una mozione efficace e semplice da comunicare, che possa testimoniare, alla Società tutta, la posizione chiara ed attuabile, sul tema del rischio, di tutti gli Ingegneri che, se uniti, saranno ancora più credibili.

8. Sono previsti eventi anche a margine del Congresso? Iniziative collaterali, confronti, anche sportivi?
L'attività congressuale sarà preceduta, martedì 27 giugno, da una conferenza del Prof. Carlo Viggiani, che si terrà nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori a Perugia.
Il congresso, invece, si svolgerà al Teatro Lyrick di Assisi, una delle strutture più moderne e funzionali d’Italia ricavata nell’ex reparto industriale della Montedison, progettato negli anni '50 da Riccardo Morandi, mentre i pranzi di lavoro si terranno nell’attiguo Palaeventi da cui si gode una magnifica vista di Assisi. La sede congressuale, così come le sedi delle attività collaterali, è baricentrica nel contesto del territorio della Provincia di Perugia ed è facilmente raggiungibile sia con mezzi propri che con quelli pubblici, per questo la disponibilità alberghiera è stata concentrata sia su Perugia che su Assisi.
Tra le attività collaterali spiccano le cene sociali che avranno delle splendide cornici. La cena riservata ai Presidenti si terrà, martedì 27 giugno, nel chiostro Sisto IV del Sacro Convento di San Francesco di Assisi e sarà preceduta da un concerto nella Basilica superiore. La cena di benvenuto si svolgerà, invece, mercoledì 28 giugno, nei giardini di Villa Fabri a Trevi con una magnifica vista sulle colline olivate della Valle Umbra sud. La cena di gala, infine, si articolerà, giovedì 29 giugno, nei tre chiostri del Complesso Monumentale di San Pietro a Perugia.
Parallelamente ai lavori congressuali, sono previste numerose attività collaterali che permetteranno ai congressisti e ai loro accompagnatori di scoprire le bellezze storico-artistiche, culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche di alcune delle principali città della provincia di Perugia. Queste attività, per chi vorrà, comprendono anche i fine settimana prima e dopo il congresso.
Gli ingegneri si confronteranno anche sui campi di calcio; è infatti prevista la disputa della XXVI edizione del Campionato di Calcio degli Ordini degli Ingegneri d’Italia in programma, per la fase eliminatoria, dall'8 all'11 giugno. Circa 1400 atleti ingegneri provenienti dagli Ordini territoriali di ogni parte d'Italia si sfideranno nel campionato di calcio a 11 intolato a "Francesco Rossello e Renato Stilliti" e nell'ottavo trofeo over 40 di calcio a 7 per conquistare i titoli di campioni d'Italia ora detenuti rispettivamente dall'Ordine di Cagliari e da quello di Potenza. La manifestazione, vedrà scendere nei campi sportivi delle zone di Perugia, Assisi e del Lago Trasimeno, 56 squadre che si affronteranno in questa prima fase eliminatoria per poi darsi appuntamento a settembre, dal 22 al 25, per la sfida finale. Anche per gli sportivi è prevista una cena sociale, venerdì 9 giugno, presso il Complesso Monumentale di Santa Giuliana a Perugia.
Siamo convinti che il Congresso rappresenti, oltre ad un momento politico-culturale di elevato spessore, un'occasione straordinaria per mostrare a tutta l’Italia le bellezze dell'Umbria e l’ospitalità dei suoi abitanti; ci stiamo impegnando, pertanto, con tutte le nostre forze, per rendere molto piacevole il soggiorno dei nostri ospiti e lasciare loro un buon ricordo della nostra amata terra.