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Efficienza energetica negli edifici: a che punto siamo?

Efficienza energetica negli edifici

Risultati raggiunti e barriere da affrontare

INTRODUZIONE
Energy efficiency first!
Questa la parola d’ordine della Commissione Europea, condivisa non soltanto dai Paesi membri ma da tutti gli addetti del settore. Ed è anche quanto confermano le prime anticipazioni della nuova Strategia Energetica Nazionale, in cui si ribadisce il ruolo centrale assegnato all’efficienza energetica per il raggiungimento degli obiettivi, in particolare per gli edifici, per i quali si prevede per il periodo 2021-2030 un risparmio complessivo di 5 Mtep/anno (su 9 totali), suddivisi tra residenziale (3,5) e terziario (1,5).
Un percorso ambizioso supportato da diversi provvedimenti normativi e strategie che, sebbene previsti dal recepimento della Direttiva Efficienza Energetica, quindi con obiettivi e azioni al 2020, gettano le basi anche per un percorso virtuoso al 2030, in linea con l’orizzonte temporale delineato nel Clean Energy for All Europeans, pacchetto proposto a novembre 2016 dalla Commissione Europea che prevede, tra i diversi provvedimenti, anche la revisione della Direttiva Efficienza Energetica e della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici.

LE STRATEGIE IN ATTO
Non è chiaramente un caso che il focus dei prossimi documenti strategici sia costituito dagli edifici: si pensi che oltre i due terzi del patrimonio edilizio esistente è stato costruito prima dell’entrata in vigore della Legge 373/1976, la prima legge italiana in materia di energia che si è occupata anche di edilizia. Il potenziale di risparmio energetico è quindi ampio e spesso ottenibile tramite interventi dai ridotti tempi di ritorno.

La riqualificazione del parco immobiliare esistente
La STrategia per la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale (STREPIN), partendo dalla ricognizione della composizione del parco immobiliare nazionale stima il risparmio di energia atteso al 2020 nel settore grazie alle misure di promozione dell'efficienza energetica attivate. Il potenziale di riduzione dei consumi al 2020 per interventi sugli edifici residenziali e non residenziali eseguiti a partire dal 2014 è considerevole: 4,2 Mtep/anno nel residenziale, 1,5 nel non residenziale. Molto interessante anche il volume di investimenti che tali interventi sono in grado di generare: oltre 40 miliardi di euro l’anno.


Figura 1 - STREPIN: risparmio energetico atteso al 2020 per tipologia di edificio (Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico).
Gli edifici nZEB

Il Decreto Ministeriale del 26 giugno 2015, cosiddetto Requisiti minimi, definisce standard energetici che caratterizzano edifici nZEB, con obbligo di integrazione con fonti energetiche rinnovabili. I requisiti minimi sono previsti dal 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici, e dal 1° gennaio 2021 per tutti gli altri edifici, sia quelli di nuova costruzione sia quelli soggetti a ristrutturazione importante di primo livello (lavori riguardanti sia l’involucro, per oltre il 50% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, sia la ristrutturazione dell’impianto termico, relativo alla climatizzazione invernale e/o estiva).
Il Piano d’Azione Nazionale per incrementare gli nZEB valuta le prestazioni energetiche degli edifici nelle differenti tipologie d’uso e zone climatiche: oltre a tracciare gli orientamenti e le linee di sviluppo nazionali per incrementare il numero degli nZEB tramite le misure di regolazione e di incentivazione rese disponibili, il documento stima i sovra-costi necessari, rispetto ai livelli attuali, per la realizzazione di nuovi edifici nZEB o per la trasformazione in nZEB degli edifici esistenti.


Figura 2 - PANZEB: Costo aggiuntivo per realizzare un nuovo edificio nZEB rispetto ad un nuovo edificio che si limita alla minima osservanza della normativa vigente (€/m2) (Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico).

Dall’applicazione anticipata dei requisiti nZEB sia ai nuovi edifici sia a riqualificazioni profonde per quelli esistenti, considerando sia il settore residenziale sia il non residenziale si stima un ammontare complessivo di risparmi energetici pari a circa 12.000 Tep nel periodo 2015-2020, pari al consumo complessivo di 1.400 famiglie italiane durante lo stesso periodo. In termini assoluti, tale risparmio potenziale è sicuramente marginale se confrontato con il potenziale delineato dalla STREPIN, ma rappresenta un’opportunità di business per le nostre imprese, che anticipando l’attuazione dei requisiti potranno aumentare la propria competitività sul mercato, nazionale e non solo, nel momento in cui l’obbligo di adozione dei requisiti nZEB sarà cogente.

Gli edifici pubblici
Come noto, la Direttiva Efficienza Energetica prevede un ruolo esemplare per il settore pubblico: il D.lgs. 102/2014 ha stabilito che a partire dal 2014 si debbano realizzare annualmente interventi di riqualificazione energetica sugli immobili della Pubblica Amministrazione centrale per almeno il 3% annuo della superficie coperta utile climatizzata.
A supporto dell’obiettivo, il Ministero dello Sviluppo Economico ha avviato il Programma di Riqualificazione degli Edifici della Pubblica Amministrazione Centrale (PREPAC): a fine 2016 sono stati approvati i programmi relativi alle annualità 2014 e 2015, che ricomprendono 68 progetti, attualmente in fase di realizzazione, per un ammontare complessivo di circa 73 milioni di euro.
Per l’annualità 2016 il programma riguarderà 32 progetti, per un totale di circa 60 milioni di euro: tre progetti soddisferanno i requisiti richiesti dalla norma per essere definiti “esemplari”, cioè in grado di conseguire un risparmio energetico pari ad almeno il 50% rispetto ai consumi annuali ex-ante.
 
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