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La prefabbricazione in calcestruzzo è al tracollo

ASSOBETON ha rilasciato il comunicato stampa in cui evidenzia che permane e si aggrava una situazione drammatica che ha costretto il Presidente dell'Associazione confindustriale, Renzo Bullo, a scrivere al Ministro Passera

Permane e si aggrava una situazione drammatica che ha costretto il Presidente dell'Associazione confindustriale a scrivere al Ministro Passera per evidenziare come il Governo e le Amministrazioni Locali dimostrino di non comprendere a pieno la dimensione della crisi che sta colpendo il comparto.

Nel quadro generale del Settore delle Costruzioni che segna un progressivo peggioramento – ANCE continua a modificare al ribasso la stima (-25,8%) del crollo del mercato negli ultimi cinque anni – il comparto della prefabbricazione registra numeri drammatici che stanno ormai cambiando in modo strutturale l’offerta produttiva nazionale.
Se a fine anno la perdita in valore del mercato della Prefabbricazione era giunta ad un -47% sul 2008, il primo trimestre 2012 ha segnato un ulteriore crollo dei fatturati del -19% e, purtroppo, un ben più consistente e preoccupante crollo degli ordini acquisiti, -43%.
Numeri che non lasciano alcuna speranza di ripresa nell’immediato.

Le conseguenze tangibili di questa drammatica crisi sono la scomparsa, in un arco di tempo incredibilmente breve, di storiche imprese, di maestranze specializzate e di imprenditorialità.
“Siamo in una situazione incredibilmente drammatica – spiega Renzo Bullo, Presidente di ASSOBETON in cui le nostre imprese versano in uno stato di profonda agonia. Non abbiamo mai assistito a nulla del genere in oltre 56 anni di vita della nostra Associazione. Registriamo un calo verticale del volume d’affari, anche per la situazione del ritardo degli incassi, da clienti pubblici o privati, che impedisce a chiunque di lavorare quando ci sono commesse da portare a termine”.

Non girano più soldi e le imprese sono ingessate anche dal terrore di rimanere invischiate nei numerosi casi di insolvenza che rappresenterebbero per tutti la fine della propria esistenza.
Prosegue Bullo: “Mi pare che il Governo, al di là dei proclami, dimostri di non aver compreso a pieno la dimensione e la gravità del problema: questa situazione o viene risolta nell’arco dei prossimi due – tre mesi o non servirà fare più nulla perché le imprese, nel frattempo, avranno chiuso”.

ASSOBETON ha perso in due anni il 30% degli associati – 80 imprese su 240 – per fallimenti, concordati o chiusure spontanee, una catena perversa che si inserisce nel quadro delle 27.000 imprese di costruzione anch’esse già scomparse insieme a 500.000 posti di lavoro ad esse correlati (Fonte Osservatorio ANCE – giugno 2012).

“Ma le preoccupazioni per il futuro non si fermano qui – aggiunge Bullo – visto che stiamo assistendo ad incredibili comportamenti delle Amministrazioni Locali che si dimostrano anch’esse, come il Governo centrale, estranee ed indifferenti all’importanza, per l’Italia, del settore manifatturiero.
Recentemente alcuni associati mi hanno presentato un paio di casi in cui, a fronte della necessità di ampliamento di un edificio industriale esistente – esempi di questo genere dovrebbero suscitare il plauso dell’intera collettività – il cui valore di costruzione ammonta a circa €180.000, un’Amministrazione locale del Nord Italia ha chiesto oneri di urbanizzazione primari e secondari di quasi €85.000! Un importo spropositato ed irrazionale anche in considerazione del fatto che l’area è già industrializzata e servita”.

Inoltre, sono preoccupanti anche le tassazioni sugli immobili produttivi. “Come è noto – prosegue il Presidente Bullo – gli stabilimenti dei prefabbricatori necessitano di ampi spazi produttivi e soprattutto di stoccaggio. Le recenti aliquote IMU hanno messo in ginocchio alcuni dei nostri Associati che hanno dovuto versare circa €300.000 annuali senza aver nessun tipo di agevolazione”.

Questi sono solo alcuni degli innumerevoli casi quotidiani che potremmo citare, ma crediamo siano emblematici di come lo Stato dimostri, nei fatti, la propria avversione verso le imprese manifatturiere e di come esse vengano incentivate ad abbandonare l’Italia per altre aree geografiche ben più economiche e disponibili all’insediamento di attività produttive.

“Non c’è più molto tempo - conclude Bullo - in Italia stanno morendo parti importanti di settori produttivi e Governo e Parlamento hanno il dovere di intervenire con tempi e modi tipici di una situazione di emergenza quale è quella in cui ci troviamo”.