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AGGIORNAMENTO CONTINUO OBBLIGATORIO PER GLI INGEGNERI ? no GRAZIE

1. Al fine di garantire la qualità ed efficienza della prestazione professionale, nel migliore interesse dell’utente e della collettività, e per conseguire l’obiettivo dello sviluppo professionale, ogni professionista ha l'obbligo di curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale. La violazione dell’obbligo di cui al periodo precedente costituisce illecito disciplinare.2. Il ministro vigilante, sentito il consiglio nazionale dell’ordine o collegio, disciplina con regolamento, da emanarsi entro un anno dall’entrata in vigore del presente decreto:a) le modalità e le condizioni per l'assolvimento dell'obbligo di aggiornamento da parte degli iscritti e per la gestione e l'organizzazione dell'attività di aggiornamento a cura degli ordini o collegi territoriali, delle associazioni professionali e di soggetti autorizzati dal ministro vigilante;b) i requisiti minimi, uniformi su tutto il territorio nazionale, dei corsi di aggiornamento;c) il valore del credito formativo professionale quale unità di misura della formazione continua.3. Con apposite convenzioni stipulate tra i consigli nazionali e le università possono essere stabilite regole comuni di riconoscimento reciproco dei crediti formativi professionali e universitari. Con appositi regolamenti comuni, da approvarsi previo parere favorevole dei ministri vigilanti, i consigli nazionali possono individuare crediti formativi professionali interdisciplinari e stabilire il loro valore.4. L'attività di formazione è svolta dagli ordini e collegi anche in cooperazione o convenzione con altri soggetti.5. Le regioni, nell'ambito delle potestà a esse attribuite dall'articolo 117 della Costituzione, possono disciplinare l'attribuzione di fondi per l'organizzazione di scuole, corsi ed eventi di formazione professionale.

Nel DPR appena approvato viene indicato: "Al fine di garantire la qualità ed efficienza della prestazione professionale ... ogni professionista ha l'obbligo di curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale"

Come sarà questo aggiornamento continuo ? dobbiamo attendere un anno per scoprirlo (o forse meno), infatti "Il ministro vigilante, sentito il consiglio nazionale dell’ordine o collegio, disciplina con regolamento, da emanarsi entro un anno dall’entrata in vigore del presente decreto  le modalità e le condizioni per l'assolvimento dell'obbligo di aggiornamento da parte degli iscritti e per la gestione e l'organizzazione dell'attività di aggiornamento a cura degli ordini o collegi territoriali, delle associazioni professionali e di soggetti autorizzati dal ministro vigilante; i requisiti minimi, uniformi su tutto il territorio nazionale, dei corsi di aggiornamento; il valore del credito formativo professionale quale unità di misura della formazione continua."

Chi vuol leggere il resto del DPR lo trova anche sul nostro sito.

Sono giorni che siamo indecisi se come testata prendere parte alla discussione o solo riferire i fatti e le opinioni di altri. Poi il tam tam crescente di informazioni ci ha portato a entrare nel ring, a dire la nostra.

Con il termine ingegnere si indica una famiglia veramente ampia di specializzazioni e professioni, non a caso siamo oltre 230.000. Il DPR non si applica a tutti gli ingegneri, ma solo a coloro che esercitano una prfessione regolamentatam. Nel DPR si riporta che "per «professione regolamentata» si intende l’attività, o l’insieme delle attività, riservate per espressa disposizione di legge o non riservate, il cui esercizio è consentito solo a seguito di iscrizione in ordini o collegi o in ogni caso in albi, registri ed elenchi tenuti da amministrazioni o enti pubblici, quando la iscrizione è subordinata al possesso di qualifiche professionali o all'accertamento delle specifiche professionalità, e, in ogni caso, l’attività esercitata con l'impiego di un titolo professionale il cui uso è riservato a chi possiede una qualifica professionale"

Qualche tempo fa su linkedin un giovane ingegnere ha postato una domanda "Ciao a tutti, ho conseguito a Dicembre la Laurea Magistrale in Ing. Gestionale, sono molto indeciso sulla possibilità di fare l'Esame di Stato. E' davvero utile per un Gestionale? A cosa mi potrebbe servire?": in 31 hanno risposto: FALLO, NON SI SA MAI. In due gli hanno suggerito una certificazione internazionale delle competenze.

Questa è una delle due questioni che a nostro parere non possono essere non considerate: che senso ha continuare a ragionare in "locale" quando i nostri ingegneri saranno sempre più impegnati a guardare all'estero. E parimenti, un ingegnere inglese, o rumeno, o indiano, o cinese, abilitato nel proprio paese potrà operare in Italia. Ci saranno vincoli della UE. Quindi, non è che stiamo dando un ulteriore obbligo ai nostri ingegneri che non servirà all'estero o per aumentare le barriere di ingresso ?

La seconda questione è però più importante. Ci sono ingegneri gestionali, ma anche strutturisti civili, impiantisti chimici, elettrotecnici, termici, idrauli, nucleari, fotovoltaici, solari, geotermici, eolici, e specializzati in ICT, software, hardware, biomeccanica, bioteconolgie, materiali per le costruzioni, materiali per la meccanica, motori elettrici, a scoppio, fuoco, isolamento, sicurezza, nanotecnologie, corrosione, ed esperti in ingegneria areospaziale, navale, aereonautica, ferroviaria, sanitaria ... 

In che modo quindi si potà costruire un sistema efficiente ed efficace di aggiornamento continuo e obbligatorio? vi sono delle specializzazioni in cui gli esperti sono gli ingegneri che vi operano, non gli accademici o gli ordini. Abbiamo delle società di ingegneria talmente importanti e presenti nel mondo che ci viene da sorridere a pensare che debbano inviare un loro ingegnere a un corso dell'ordine provinciale.

E in un compendio così ampio chi ha le professionalità per poter definire dei programmi di aggiornamento, di stabilire quanti crediti dare a un corso o a un altro, chi possono essere i docenti o chi non ne ha la facoltà, quali sono i campi in cui è necessario effettuare i corsi ? neppure il CNI può pensare di creare un sistema con queste competenze. Con tutti i rischi che poi ne possono derivare.

Guardiamo cosa sta succedendo tra i geometri (un settore molto più semplice da affrontare, dato che siamo solo nel campo delle costruzioni). c'è la caccia al credito. In alcune province i corsi sono organizzati dalle aziende fornitrici, con i propri tecnici: abbiamo trovato il modo per realizzare la pubblicità obbligatoria. Con rischi non prevedibili: pensiamo a quello che sta succedendo sul tema dell'isolamento sismico. La procura ha inquisito i due produttori di isolatori sismici italiani, da un lato un'università asserisce che non sono a norma (anzi, sono a norma, ma non basta), dall'altro la protezione civile asserisce che sono a posto. Se un credito formativo sulla materia dell'isolamento sismico deriva da un corso tenuto da una di queste aziende cosa succede: perde di effetto?

Pensiamo poi a chi fa una professione molto specialistica per cui non vi sono corsi: per avere i crediti partecipa ad altri corsi a caso ?

Per questio riteniamo che non sia possibile pensare a un sistema generalista che obblighi gli ingegneri alla formazione continua. Per questo pensiamo che non si possa istituire un obbligo formativo post laurea per gli ingegneri solo per poter esercitare la professione. Per questo non pensiamo che un ordine abbia le competenze per potere individuare un programma di aggironamento obbligatorio in ogni campo (in alcuni sì, ma non basta).

All'estero si sta seguendo la strada della certificazione delle competenze specialistiche e probabilemente questa è la soluzione più attuabile e che guarda con maggiore attenzione alla valorizzazione delle competenze. COMPETENZA: una parola nuova, di cui al DPR purtroppo non si fa riferimento (se non per altri significati).

Abbiamo un anno per pensarci, un CNI molto attento, e speriamo quindi in una soluzione che sappia quardare al futuro e al mondo.